
«Qui c’è un po’ di storia. A Jerez Marco vinse la sua prima gara, noi abbiamo vinto il primo Gran Premio come squadra qui. I ragazzi sono diventati quasi amici e, dopo un lavoro di due anni, si stimano».
A parlare è Paolo Simoncelli, il papà di Marco, il fondatore del team di Moto3 Sic58 che domenica a Jerez ha vinto la prima gara della sua storia completando addirittura una doppietta che sa di leggenda con Niccolò Antonelli e Tatsuki Suzuki.
Sembra davvero che tutto quel che succede quaggiù sia figlio di un disegno superiore difficile da spiegare. Il team del Sic ha vinto la sua prima gara sulla pista dove Marco aveva vinto nel 2003 la sua prima gara Mondiale in 125 con l’Aprilia con cui poi arrivò al titolo mondiale 250 nel 2008.
“Stare nelle corse mi fa bene, mi tiene la mente impegnata a me e alla mia famiglia. E va bene così” , dice Paolo Simoncelli un uomo con un cuore grande così. Il modo in cui ha reagito alla tragedia che ha colpito la sua famiglia deve essere da stimolo e da esempio per tutti.
A me bene da paragonarlo ad Alex Zanardi. Alex ha perso le gambe, Paolo ha perso un figlio (e che figlio!) non so che cosa faccia più male. Perchè il dolore non è solo fisico. Non riesco a immaginare il vuoto nel cuore che deve aver provato chi viveva tutti i giorni con Marco. Chi vedeva il suo sorriso appena sveglio. Chi sentiva la sua volta come colonna sonora della sua giornata.
Il Sic manca ai suoi tifosi. Manca a chi come me lo ha visto tre volte quando portava i suoi riccioli in Gazzetta o ci si incontrava da qualche sponsor a giocare a Super Mario. Per questo vedere vincere la squadra che porta il suo nome fa bene. Fa bene al cuore, all’anima.
Anche se poi pensi a dove sarebbe oggi Marco. A che cosa avrebbe vinto dal 2012 in poi… e il vuoto ti prende dentro. Ma guardare Paolo commoversi mentre abbraccia i suoi piloti, vederlo festeggiare come quando a vincere era il suo Marco, allora capisci che il folle disegno fatto lassù che ci ha fatto tanto male, ci ha lasciato anche qualcosa di buono.
Una persona eccezionale. Da padre, non credo sarei riuscito a reagire in questo modo.
Davvero
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