L’impietoso paragone Ferrari-Red Bull negli ultimi 20 anni

I motori si stanno per riaccendere in Belgio, ma da casa Ferrari non sono arrivate notizie sul futuro di Fred Vasseur. Preoccupante anche perché luglio sta finendo e chi doveva fare delle rivoluzioni le ha fatte (vedi Red Bull).

La scorsa settimana Autosprint ha pubblicato un grafico che racconta tanto. Ha messo a confronto 20 anni di team principal tra Red Bull e Ferrari. La Red Bull è passata da Horner a Mekies, la Ferrari dal 2005 a oggi ha avuto al comando Todt, Domenicali, Mattiacci, Arrivabene, Binotto e ora Vasseur. Sei uomini contro uno (Mekies deve ancora cominciare, auguri!). E a far pensare ancora di più è il numero delle vittorie in questo lungo periodo dove il paragone diventa ancora più impietoso…

La continuità in F1 conta anche perché sostituire un team principal non è come cambiare un allenatore in una squadra di calcio… alla Ferrari hanno ricominciato a vincere con costanza quando, nonostante un inizio poco incoraggiante, Montezemolo insistette nel confermare Jean Todt… anche se va detto che già nel 1997 se non fosse stato per la follia di Michael a Jerez, il Mondiale sarebbe già arrivato. Era la quarta stagione di Todt, la seconda di Michael.

Non credo che Vasseur in questi tre anni abbia fatto quello che fece Todt nei suoi primi tre anni. La ricostruzione che ha cominciato finora non ha portato da nessuna parte anche se vedrete la SF-25 migliorare anche a Spa. A Vasseur manca un po’ di savoir faire, avrebbe dovuto evitare di non prendersi mai nessuna colpa e di distribuirla di volta in volta a piloti, ex tecnici e addirittura giornalisti. Non mi sembra all’altezza di continuare, ma se la Ferrari la pensa diversamente deve decidersi a riconfermarlo. E farlo in fretta.

In questi giorni sono uscite mille ipotesi. C’e’ chi parla di Coletta a capo di tutto lo sport con Vasseur alle sue dipendenze, chi parla di Vasseur al posto di Vasseur, chi di Vasseur riconfermato per un anno solo. Insomma ci vuole chiarezza.

Magari dando un’occhiata a quel grafico. Non per prendere Horner (sarebbe stato bello) ma per supportare fino in fondo chi si e’ scelto. La continuità paga, ma bisogna credere nell’uomo prescelto, altrimenti meglio cambiare.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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