MexicoGp: istruzioni per l’uso di un gara a oltre 2.200 metri d’altezza

La Formula 1 non si ferma e torna subito in pista a Città del Messico, ventesima tappa di un campionato che ci sta proponendo un finale entusiasmante con delle inaspettate striature rosse.

  • Ventesimo appuntamento stagionale per la Formula 1 con il GP Città del Messico, al quale l’anno scorso hanno complessivamente assistito 400.639 persone, di cui 152.668 nella sola domenica. Per offrire un servizio migliore al pubblico, la tribuna chiamata Estadio GNP è stata sottoposto ad una ristrutturazione completa. Non è invece cambiato il layout della pista, identico da quando nel 2015 è tornata in calendario.
  • Secondo i tecnici Brembo l’Autódromo Hermanos Rodríguez da 4.304 metri di lunghezza rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 4 perché la scarsa densità dell’aria, dovuta all’altitudine record del tracciato, contribuisce ad un minor rendimento del cooling per dischi, pastiglie e pinze.
  • I piloti usano i freni in 9 delle 17 curve, anche se ne servono in tutte le curve dalla 4 alla 7 comprese. Tre delle frenate sono della categoria Hard e 2 Medium.
  • In occasione della gara che si svolgerà nell’autodromo intitolato ai fratelli Pedro e Ricardo Rodriguez verranno utilizzate le mescole Pirelli C3 come Hard, C4 come Medium e C5 come Soft, confermando così il passaggio per questo appuntamento ad una selezione più morbida, deciso già lo scorso anno per ampliare le possibili strategie di gara.
  • La curva più dura dell’Autódromo Hermanos Rodríguez per l’impianto frenante è la prima: le monoposto vi arrivano a 342 km/h e scendono a 112 km/h in 2,68 secondi durante i quali percorrono 141 metri. Lo sforzo richiesto ai piloti è di 4,1 g e il carico che esercitano sul pedale del freno è di 126 kg. La potenza frenante è invece di 2.209 kW.
  • La prima giornata di azione in pista, venerdì 25 ottobre, avrà uno svolgimento inusuale. Infatti, la seconda sessione di prove libere sarà interamente dedicata alla validazione delle mescole più morbide della gamma 2025 (C4, C5 e C6). Il cosiddetto in-competition test prevede infatti una sessione di novanta minuti (trenta in più del normale) in cui tutti i piloti e le squadre dovranno seguire un programma specifico definito dai tecnici della Pirelli.
  • Oltre all’allocazione delle gomme da asciutto da utilizzare specificamente per il Gran Premio (due set di Hard, tre di Medium e sette di Soft, uno in meno rispetto al consueto), ogni pilota disporrà di due treni di gomme supplementari: uno sarà identico a quello disponibile per il fine settimana (baseline) e l’altro, invece, sarà un prototipo della gomma 2025 (option), sia in termini di costruzione – peraltro già omologata lo scorso settembre – che di mescola. Questi due set extra non saranno contraddistinti dalle tradizionali bande colorate.
  • Il tracciato dell’Hermanos Rodriguez, lungo 4,304 km, ha 17 curve e un asfalto con una bassa severità. Il promoter ha riasfaltato quest’anno la parte di circuito compresa tra la curva 12 e 15 nel terzo settore. L’asfalto molto liscio e lo scarso utilizzo dell’autodromo fanno sì che all’inizio del fine settimana il livello di grip sia piuttosto basso e che l’evoluzione della pista sia molto rilevante man mano che le vetture girano.
  • Città del Messico si trova a oltre duemila duecento metri di altitudine e l’area rarefatta influenza le prestazioni delle vetture, riducendo il carico aerodinamico generato dalle monoposto. Ne consegue, fra l’altro, che le velocità di punta raggiunte siano elevatissime, nonostante una configurazione delle ali solitamente tipica delle piste che richiedono il massimo carico (qui fu stabilito nel 2016 il record della velocità più elevata con i 372,5 km/h raggiunti dalla Williams-Mercedes di Valtteri Bottas) ma anche che il livello di graining è solitamente piuttosto accentuato.
  • Inoltre, sui rettilinei più lunghi – quello principale e quello che congiunge le curve 3 e 4 – le temperature superficiali dei pneumatici tenderanno ad abbassarsi piuttosto velocemente e i piloti dovranno prestare molta attenzione alle staccate, in particolare a quella della curva 1, per evitare dei bloccaggi che possano danneggiare le gomme.
  • In termini di strategia, questa è una gara solitamente caratterizzata da un solo pit-stop. Lo scorso anno la maggior parte dei piloti partì con le Medium cercando di gestirle per allungare il primo stint il più possibile.
  • Una neutralizzazione e una successiva bandiera rossa, causata da un’uscita di pista della Haas di Kevin Magnussen, portarono poi quasi tutti ad usare tre set di gomme in una gara sostanzialmente divisa in due.
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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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