MonacoGp istruzioni per l’uso di 19 curve piene di insidie. Max cerca la nona pole

Neppure il tempo di fare le valigie e già Monaco chiama la Formula 1 per la gara più folle e affascinante dell’anno. Correre qui non ha più senso, ma piace a tutti. Anche perch+ non c’è nulla di adrenalinico come le qualifiche di questo gran premio. E quanto conti partire in pole lo sappiamo. Soprattutto in casa Ferrari dove Leclerc è stato battuto due volte dopo due pole fantastiche (è capitato 5 volte negli ultimi dieci anni).

  • Il Gran Premio di Monaco è uno degli appuntamenti storici nel calendario della Formula 1 e, quest’anno, raggiunge un traguardo importante. Quella che andrà in scena questo fine settimana sarà infatti la settantesima edizione valida per il Campionato del Mondo Piloti, visto che ci sono state altre undici edizioni di questa gara – dieci prima dell’istituzione della massima competizione automobilistica, una nel 1952, quando corsero vetture Sport a ruote coperte.
  • Come tradizione, la scelta della Pirelli per quanto riguarda le mescole delle gomme slick è caduta sul tris più morbido a disposizione quest’anno, vale a dire quello composto dalla C3 come Hard, dalla C4 come Medium e dalla C5 come Soft.
  • Come quasi sempre accade sui tracciati cittadini, che hanno un asfalto particolarmente liscio visto che viene normalmente utilizzato quotidianamente dalle vetture stradali, i pneumatici devono poter offrire la massima aderenza possibile.
  • Per i tecnici Brembo, il Circuit de Monaco da 3.337 metri di lunghezza rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3 perché pur essendoci 12 staccate al giro nemmeno una volta la frenata si protrae oltre i 90 metri. Ogni pilota utilizza i freni per più di 17 secondi al giro, pari al 24% della durata del GP.
  • La curva più dura del Circuit de Monaco per l’impianto frenante della Formula 1 è quella dopo il tunnel, la numero 10, in cui le monoposto passano da 283 km/h a 93 km/h in 1,91 secondi durante i quali percorrono 86 metri. Notevole lo sforzo richiesto ai piloti in quel frangente: 4,7 g è la decelerazione massima a cui sono sottoposti e 148 kg il carico che devono esercitare sul pedale del freno. La potenza frenante è invece di 2.265 kW.
  • La gara di Monaco è quella dove le forze cui sono sottoposti i pneumatici sono fra le più basse di tutta la stagione perché la velocità media con cui vengono completati i 3,337 metri di lunghezza del tracciato è molto ridotta, con curve che vengono affrontate anche a meno di 50 km/h e soltanto per circa il 30% del giro viene percorso in pieno.
  • Delle sette gare della stagione inaugurale del 1950 della F1, solo quattro rimangono nel calendario nel 2024: i Gran Premi di Gran Bretagna, Monaco, Belgio e Italia. Tutte e quattro le gare si svolgono sugli stessi circuiti del 1950: Silverstone, Circuit de Monaco, Spa-Francorchamps e Monza.
  • Peraltro, il fatto che siano ben 78 i giri previsti la domenica determina una frequenza decisamente superiore alla media di ogni fenomeno che caratterizza il comportamento dei pneumatici, in particolare per quanto riguarda la densità dell’energia sviluppata in fase di trazione. Un altro fattore da tenere in considerazione nell’analisi delle gomme è il graining che, soprattutto i primi giorni, potrebbe essere un ospite non particolarmente desiderato.
  • Una corsia box più stretta e stretta rispetto alla maggior parte delle piste di F1 significa che Monaco è uno dei tre circuiti a raggiungere una velocità in corsia box di 60 km/h, anziché i soliti 80. Gli altri due sono Zandvoort e Singapore.
  • Monaco, insieme a Jeddah, ha il maggior numero di curve a destra nel calendario della F1 con 11.
  • Su una pista in cui il margine d’errore è praticamente ridotto a zero, un elemento che caratterizza l’evoluzione dei tempi sul giro è la fiducia con cui i piloti – a prescindere dalla conoscenza pregressa del tracciato – affrontano le 19 curve e tutti i trabocchetti che vi sono disseminati.
  • L’obiettivo di ogni pilota è di limare progressivamente la ricerca della traiettoria migliore, avvicinandosi sempre di più ai guardrail, spesso sfiorandoli con la spalla dei pneumatici: riuscirci senza rompere nulla è la chiave per conquistare una buona posizione in griglia, fondamentale per il risultato finale visto che i sorpassi sono pressoché impossibili, anche in presenza di una differenza di prestazione fra vetture nell’ordine dei secondi: figuriamoci quanto possa essere decisiva la qualifica in una stagione come questa, dove sono i millesimi di secondo a scandire l’ordine di schieramento davanti ai semafori della partenza
  • Su una pista del genere è praticamente inevitabile l’intervento della safety-car (77% di probabilità, in media quasi due volte per gara) ma l’edizione scorsa è, curiosamente, filata via liscia, senz’alcuna neutralizzazione. Dal punto di vista strategico, sulla carta c’è una sola opzione: la sosta singola, cercando di ritardarla il più possibile proprio per poter eventualmente approfittare di una safety-car per minimizzare il tempo perso in pit-lane.
  • Ayrton Senna è il re di Monaco e infatti anche qui saranno molte le dediche di piloti e scuderie (non perdete la McLaren). Sono ancora di Senna i primati delle vittorie (6), delle pole position (5) e dei piazzamenti sul podio (8). Michael Schumacher è primo come giri più veloci in gara (5) e condivide con Graham Hill il secondo posto nella classifica delle vittorie (5 ciascuno) e con lo stesso Hill, Lewis Hamilton e Sebastian Vettel quello dei piazzamenti sul podio (7 a testa).
  • Max insegue la storia della Formula 1 anche in questo fine settimana: può diventare il primo pilota a conquistare nove pole position consecutive, superando il precedente record di Ayrton Senna che risale al 1989. Se dovesse riuscirci, Max deterrà contemporaneamente il record per la maggior parte delle vittorie consecutive ( 10) e pole consecutive (9), cosa che nessun pilota faceva dai tempi di Alberto Ascari nel 1953.
  • Fra le squadre, primeggia la McLaren in termini di successi (15) mentre la Ferrari è partita più volte (12) dalla pole position e stabilito più volte (17) il giro più veloce in gara nonché quello dei piazzamenti sul podio (55), classifica in cui doppia la McLaren, seconda con 27.
  • Sul Circuit de Monaco gareggia dal 2015 anche la Formula E, ma nelle prime 3 edizioni le monoposto elettriche lo fecero su una versione ridotta del tracciato di appena 1,765 km e con distanze comprese tra 47 e 51 giri, per un massimo di 90 km. Nel 2021 la Formula E si avvalse dell’intero circuito ma con una modifica che ridusse la distanza del giro a 3,318 km. Dal 2022 invece il layout è identico a quello della Formula 1. 
  • Rispetto alla Formula 1, la Formula E impiega dischi in carbonio all’anteriore di spessore 18mm, mentre al posteriore i dischi sono d’acciaio spessi 4mm. I dischi F1 sono spessi invece 32mm. Per quanto riguarda la ventilazione, i dischi FE non sono forati, mentre i dischi F1 hanno tra gli 840 e i 1050 fori all’anteriore; al posteriore tra i 540 e i 900 fori, a seconda della specifica scelta dal team.
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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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