MotoGP: Bagnaia c’è i sorpassi un po’ meno …

Bagnaia ha finalmente trovato la strada della vittoria e il suo successo di Jerez potrebbe segnare la svolta di un Mondiale in cui sembrano spariti i sorpassi…

Ecco un po’ di rassegna stampa

Dopo la vittoria di Francesco Bagnaia nel GP di domenica a Jerez, Giorgio Pasini firma su Tuttosport un’analisi dal titolo illuminante: “Addio sorpassi, così sembra la (vecchia) F1”. Che cosa sta succedendo? Pasini scrive che certamente i tifosi della Ducati e di Bagnaia si sono divertiti, ma a parte il sorpasso “letteralmente inventato” da Marc Marquez su Jack Miller e quello doppio di Aleix Espargaro, a Jerez non si è visto nulla. Così come non s’è visto il duello tra Bagnaia e Fabio Quartararo.

“La battaglia in MotoGP – scrive – ormai è sui tempi, i corpo a corpo non esistono più. Soprattutto quelli prolungati, con botte e risposte continui. Non parliamo degli ultimi giri da urlo. Quelli che hanno fatto la storia. L’arrivo delle ali e di deviatori di flusso sofisticati e studiati non solo per aumentare le prestazioni, ma anche per creare vortici d’aria che rendono difficile la gestione della moto per chi segue, è stato completato da dispositivi come l’abbassatore. Il risultati sono staccate sempre più profonde e uscite di curva-accelerazioni sempre più efficaci. Quindi spazio sempre più ridotto per sorpassare. Anche chi ha un passo nettamente migliore rischia di dovere stare dietro per parecchi giri. Se non tutta la gara. Alla faccia dello spettacolo. Nel primo anno senza Valentino Rossi in pista, dopo che la MotoGP ha perso campioni come Dani Pedrosa e Jorge Lorenzo, non è certo il modo per non perdere pubblico o meglio ancora attirarne di nuovo”.

Bagnaia, finalmente

Quanto dà gusto vincere con una moto italiana?

«Dà molto gusto e aver vinto con la moto nuova, con cui tutti hanno riscontrato difficoltà, è stato molto bello. Una gara incredibile, sapevo che Fabio sarebbe stato molto veloce e così ho cercato subito un bel ritmo, ma quando ho visto il distacco ero incredulo. Quando spingi e la moto risponde si fanno cose meravigliose». 

Ha creduto nel nuovo progetto, a dispetto di un certo scetticismo generale.

«Sembrava che avessi disimparato a guidare. In realtà non abbiamo mai smesso di lavorare. Sentivo che c’era margine e che questa moto è davvero competitiva, ma fino a oggi non eravamo riusciti a dimostrarlo. Fino a Jerez, dove abbiamo battuto la Yamaha sulla sua pista. Un bel passo avanti. Non è stato facile nemmeno per chi mi sta vicino. I miei genitori vorrebbero vedermi sempre felice e io ero invece molto nervoso. La mia ragazza, Domizia, che ha vissuto più di tutti con me, è stata bravissima a non mandarmi a quel paese».

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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