
È stato un Natale insolito in casa Ferrari. Dopo tanti anni è saltato l’abituale incontro sotto l’albero con i giornalisti. Una tradizione cominciata con Enzo Ferrari e proseguita da Montezemolo e Marchionne. John Elkann, il nuovo presidente, l’ha interrotta riservando l’incontro di Natale a squadra e sponsor.
Dopo il doveroso e commosso ricordo di Sergio Marchionne si è passati si discorsi di rito è al saluto a Kimi Raikkonen alla sua ultima apparizione in Rosso prima di vestire la maglia dell’Alfa Romeo Sauber. C’erano tutti da Arrivabene a Binotto, compreso Massimo Rivola un altro che ha salutato e ricomincerà in Aprilia una nuova sfida.
Nulla pare cambiato, anche se non ci sono certezze su quello che potrà accadere prima del 15 febbraio giorno in cui verrà presentata la vettura per il 2019, quella che tanto per cambiare sarà obbligata a vincere (o come minimo s perdere all’ultimo gran premio…).
Fatti e non parole. C’è chi definisce così la scelta senza incontro con la stampa. Ognuno è libero di invitare a casa sua chi vuole e poi di parole nelle ultime settimane ne sono girate abbastanza quindi non farei un caso per il mancato incontro.
Quello che sta mancando da giugno in poi, però, è la parola del presidente. La mancanza di Sergio a Marchionne è molto più grande di quanto ci si potesse immaginare perché John Elkann, troppo impegnato con i nuovi piani Fca e la sfida con l’ecotassa governativa, non è stato un presidente presente in Ferrari. L’augurio per il 2019 è di avere un presidente più presente. Se non sulle spine dei giornali, almeno a Maranello. Ce n’è bisogno.
Il 2018 della Ferrari, nonostante la resa aritmetica sia poi suonata con grande anticipo, non è un anno da buttare. Era dal 2008 che non vinceva più di 5 gare a stagione (allora furono 8 e il Mondiale sfuggì a tempo scaduto). Fino alla domenica mattina di Monza la Ferrari è stata competitiva. Sabato dopo la prima fila tutta rossa (ma con l’uomo sbagliato in pole) i sogni erano alle stelle. Poi sappiamo che cosa è successo.
Ma la squadra non si è squagliata. Ha toccato il fondo tra Singapore e il Giappone, ma poi è riuscita a riprendersi. Kimi ha chiuso con la vittoria di Austin e nelle ultime tre gare almeno una Ferrari è sempre salita sul podio. Era importante ritrovare i risultati, ricompattare una squadra che i rumors davano allo sfascio.
Quei rumors non sono ancora finiti. C’è chi racconta in giro che Arrivabene e Binotto quasi non si salutano più incontrandosi. L’augurio è che sia solo qualche velenosa fuga di notizie come da sempre capita a Maranello. Ma è proprio per controllare e cancellare sul nascere certe voci I(e certi dissapori, perché è innegabile che ne siano stati) che c’è bisogno di un presidente forte visto che non si può contare sul nuovo d.d. Camilleri che di corse è decisamente digiuno.
Il materiale su cui lavorare è buono. La Ferrari nella prima parte della stagione è stata quasi sempre superiore alla Mercedes. Magari è mancata qualche evoluzione tra Singapore e il Giappone, ma a parer mio è mancato di più il pilota nella parte decisiva dell’anno. Ora va coccolato e recuperato Vettel. Va riportata l’armonia all’interno del team. Gli uomini per farlo ci sono. Mettano da parte i loro “io” e pensino al bene comune, alla Ferrari. Solo così si potrà davvero tornare a vincere il Mondiale.
Concordo su tutto tranne su una cosa. Il pilota è mancato prima. Nella parte cruciale della stagione è mancata soprattutto la Ferrari.
Io intendevo come cruciale la parte in cui la Ferrari era vincente e Vettel non ha vinto…
Buongiorno Sig Zapelloni, l’aspetto che più mi inquieta è la tensione Arrivabene-Binotto, le battaglie interne non portano a nulla e in caso di disastri almeno uno dei due, se non entrambi, ne pagherà le conseguenze. Secondo lei quale situazione o persona in Ferrari sarà l’ago della bilancia? Grazie
Spero il presidente
Ha ragione massimo, e comunque vettel non ha vinto solo in germania dopo poteva vincere, perche’ in francia non poteva vincere, a baku stava vincendo tranquillamente ma la ferrari come al solito lo richiama al box nel momento sbagliato e si e’ trovato dietro a bottas poi secondo me, visto che la squadra gli stava togliendo una vittoria meritata ha provato quel sorpasso che se veniva era una fenomeno, a monza non e’ detto che vinceva visto il ritmo di hamilton in gara infatti, faceva gli stessi tempi di kimi…
[…] Il ribaltone era nell’aria. In un senso o nell’altro qualcosa doveva succedere perché l’atmosfera in Ferrari era diventata irrespirabile e lo stesso Sebastian Vettel nella letterina di Natale aveva chiesto che si ragionasse da squadra… Nel mio articolo di sabato su il Foglio avevo ribadito quanto più volte scritto in questo blog: serviva un segnale, una mossa per riportare serenità prima che fosse troppo tardi.(Leggi qui). […]