Nati il 29 febbraio: Masten Gregory ultimo a vincere #LeMans in #Ferrari

Gregory in azione a Montecarlo: spettatori interessati Mike Hawthorn e Stirling Moss

Nati il 29 febbraio. Oggi vale la pena di raccontare l’unico pilota che io sappia, nato il 29 febbraio: Masten Gregory, il primo americano a salire sul podio di un Gp di Formula1, l’ultimo insieme a Rindt a vincere la 24 ore di LeMans con la Ferrari, nel 1965.

Occhialini da nerd, tipici del tempo, Masten Gregory era inconfondibile visto che ai tempi i caschi non erano integrali. Carrol Shelby lo prendeva in giro dicendo che erano spessi come bottiglie di coca cola e in effetti Masten ci vedeva davvero poco. Suo fratello raccontava che quando erano in giro insieme di sera faceva sempre guidare lui perchè non ci vedeva bene…

Non vedeva bene di notte e ha vinto Le Mans… capito il soggetto…

Gregory è stato il primo pilota americano a gatreggiare stabilmente in Europa e presto si è innamorato anche dell’Italia tanto che ha voluto farsi seppellire a Porto Ercole dove aveva una casa (viveva ad Amsterdam) ed è morto l’8 novembre 1985. Nella sua nuova vita faceva il commerciante di diamanti.

Masten Gregory, The Kansas City Flash, è nato il 29 febbraio 1932 a Kansas City da una famiglia decisamente agiata. Il padre, un uomo d’affari, morì quando era ancora bambino, lasciando a lui e ai due fratelli più o meno 75.000 dollari a testa di fondi fiduciari che avrebbero ereditato a ventun anni. Una bella cifra per quei tempi.

Già a quindici anni cominciò a gareggiare in corse clandestine a Kansas City con una vecchia a Ford e presto fu ingaggiato da suo cognato che gestiva un team.

A 18 anni decise di sposarsi ottenendo così in anticipo i soldi ereditati, soldi che utilizzo per correre, naturalmente.

Sul podio di Le Mans con Rindt

La svolta arriva il 20 gennaio 1957 quando con una Ferrari 290 MM guidata insieme a Eugenio Castellotti e Luigi Musso – si aggiudica la 1.000 km di Buenos Aires. Un successo che gli le porte della F1 con la Scuderia Centro Sud che gli affida una Maserati: debutta a Monte Carlo salendo subito sul podio (3°: meglio del compagno di squadra, il francese André Simon).

Gregory era uno degli idoli di Jim Clak questo per farvi capire che personaggio era. Con Jim è stato compagno di squadra in Lotus. A Silverstone nel 1958 fu protagonista di un incidente pazzesco rimediando però solo la rottura di un braccio. La cosa incredibile è che fu lui a slacciarsi le cinture e a gettarsi fuori dall’auto mente finiva fuori strada dopo un soroasso un po’ azzardato a Gendebien.

In tutto in Formula 1 ha corso 38 gare conquistando 3 podi. Il suo grande successo è stato quello del 1965 a Le Mans, l’ultimo prima della saga Porsche. Gregory era in squadra con Jochen Rindt e guidavano una 250 LM (https://topspeedblog.it/ferrari-e-i-36-successi-a-lemans-al-museo-si-combatte-hollywood/)

La vittoria a LeMans arrivò in fondo a una grande rimonta grazie all’affidabilità di una vettura che era ormai vecchia. Ma Gregory era riuscito a spremerla così tanto che quando arrivò ai box alla fine del suo turno di guida ritrovò Rindt ancora in borghese… convinto che l’auto non avrebbe retto a tante sollecitazioni…. A mezzogiorno erano ancora secondi dietro a un’altra Ferrari iscritta da una scuderia belga. Una foratura mise fuori gioco i leader e la Ferrari di Gregory e Rindt filò in testa. Si racconta che la Scuderia abbia tentato di invertire l’ordine d’arrivo (la seconda Ferrari montava gomme Dunlop con cui Ferrari aveva un contratto sostanzioso), ma Chinetti che dirigeva il team non ci pensò assolutamente. “E come posso chiedere a due piloti di rinunciare a vincere a Le Mans?”. E così fu truondo, il primo di una squadra americana (la North America Racing Team, la NART di Chinetti) pur con una italianissima Ferrari…

Share Button
umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.