Rassegna stampa: Bagnaia viaggia in autostrada verso il titolo

Domenica potrebbe fare la storia, ma per ora Pecco Bagnaia si accontenta di riempire la cronaca della MotoGp (Bagnaia campione nel giorno del Sic? Ah il destino…) . Ecco, grazie a http://www.loslalom.it una rassegna di quanto è stato scritto sul suo sorpassone

Sono cinque i casi in cui Bagnaia diventa campione fra sei gironi. Se vince il GP, gli serve che Quartararo non arrivi sul podio. Con un secondo posto, il francese deve restare fuori dai primi sei e Aleix Espargaró non deve aver vinto la gara. Bagnaia sarebbe campione anche finendo terzo, con Quartararo fuori dai primi 10 e Aleix Espargaró fuori dai primi due; con il quarto posto, Quartararo non dovrebbe far meglio di 14esimo [Aleix Espargaró giù dal podio]; con un quinto posto, sarebbe necessario che Quartararo restasse senza punti e Aleix Espargaró senza podio. 

Paolo Ianieri sulla Gazzetta fa notare: Se Bagnaia a Misano era diventato il primo pilota Ducati a conquistare 4 vittorie di fila, ieri è riuscito a completare la rimonta delle rimonte come mai nessuno nel motociclismo: da -91 a +14, 105 punti recuperati (e in 8 gare).

Giorgio Terruzzi sul Corriere della sera invita Bagnaia a sbrigarsi. Perché tra un po’ la ricreazione potrebbe essere finita, il gatto smetterà di assentarsi, e il gatto si chiama Marc Marquez. 

Due corse come due sfide alla tenuta nervosa, all’emotività, con in palio un titolo simile a un saldo di fine stagione. Che si tratti di una occasione da non perdere lo sta raccontando Marc Marquez. Era dato per disperso causa fratture, pasticci chirurgici, rientri affrettati. Ha saltato le lezioni per un tempo interminabile, è ricomparso con l’aria di chi la sa lunga. Tre corse, le ultime: un quarto e un quinto posto per un breve ripasso, secondo ieri a Phillip Island con una sicurezza ritrovata, una felicità manifesta. Risposte esatte per ogni domanda rimasta sospesa. Il ghigno da Joker ricomposto, al pari delle ossa martoriate, la trattenuta consapevolezza di chi sa come mettere in riga chiunque. Il padrone è tornato. Senza velleità di classifica, con la voglia di provare l’effetto che fa. A se stesso e a chi gli corre, gli correrà contro nel 2023. Che Marquez rappresenti un termine di paragone e uno stimolo è evidente. Che sia meglio portare a casa il massimo ora, altrettanto. Per questo il nostro Pecco, vista la situazione, deve indurre in tentazione. Stare su, stare davanti, giochi di squadra compresi, altro che bon ton, e balle varie. Non capita a tutti di vincere un Mondiale. A molti non capita mai. Beh, dopo ‘sta fatica, a sorpasso avvenuto, nessun indugio è ammesso. Anche perché, da domani, sarà tutto più difficile. Marquez l’ha fatto capire

Il titolo che scivola lentamente dalle mani di Fabio Quartararo spinge David Fioux scrive su L’Équipe “… Le nuvole si sono dissipate prima della gara per far posto alla primavera, ma l’inverno non si è fatto attendere per Fabio Quartararo. Fino a giugno, il comando della MotoGP gli apparteneva e nessuno vedeva come il bis mondiale potesse sfuggirgli. Era preciso e audace. Ora è proprio il contrario. È frustrato, confuso e sfortunato. Non vince più, peggio ancora: si arrende. Phillip Island era il circuito per lui. Il rettilineo non è molto lungo, le curve sono veloci, non si frena quasi mai, il consumo di gomme è un grosso problema: tutto quel che lui padroneggia e quello che avrebbe dovuto aiutare la sua Yamaha. Ma forse non c’è più un circuito adatto alla Yamaha e Quartararo non ha potuto sfruttare un bel niente. Dopo una partenza decente, ha commesso un primo errore al quarto giro. La sua moto ha iniziato a tremare ed è andato dritto nell’erba alla curva 4. Quando si è rimesso in pista, era solo in 22esima posizione, a meno di sei secondi dalla testa. Dietro un gruppo compatto, una rimonta sembrava possibile. Ma il secondo errore non si è fatto attendere: all’11esimo giro. Quartararo è scivolato da solo in una curva a sinistra. Un ruzzolone fatale.

La parola ad Agostini

Intervistato da Massimo Calandri su Repubblica:

 Cinquant’anni dopo, Bagnaia e Ducati sulle vostre tracce.

«Glielo auguro. Pecco ha superato in classifica il povero Quartararo, ma mi sa che non lo ferma più nessuno. Magari diventa campione già a Sepang, anche se nelle moto meglio aspettare la matematica: può sempre succedere di tutto».

Perché ‘povero’ Quartararo?

«Mi spiace, vederlo così: guida la Yamaha, la moto che mi ha dato due Mondiali. Il francese è bravo, però oggi la Ducati è la Ducati. Con Pecco la moto forma un binomio eccezionale, una cosa bellissima sbocciata in maniera prepotente. E dopo 50 anni, sono vicini a provare le mie stesse sensazioni: l’orgoglio di essere una eccellenza italiana agli occhi di tutto il mondo».

Bagnaia in Australia ha scelto di accontentarsi. 

«Ha fatto benissimo. È stato prudente. Intelligente. Pensa se per seguire l’istinto e cercare a tutti i costi di vincere, fosse finito a terra».

E adesso? 

«Viaggia su di un’autostrada libera: gli basta finire primo ancora una volta – ci può riuscire benissimo, quella malese è una pista favorevole e praticamente è fatta. In sella si trova alla perfezione, come gli altri ducatisti: Bezzecchi ha già vinto il titolo di migliore esordiente dell’anno, non è un caso».

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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