Sarà anche l’anno di Antonelli che ha scelto il 12 per Senna

L’arrivo di Lewis Hamilton in Ferrari sta facendo un altro favore a Kimi Antonelli. Gli sta togliendo un po’ di quella pressione mediatica che avrebbe rischiato di avere tutta addosso alla vigilia di questa stagione 2025. Così, mentre il mondo si occupa di Lewis e della Ferrari, lui può stare un po’ più tranquillo. In fin dei conti la sua carriera è legata a quella di Hamilton: se Lewis non avesse ceduto alla corte di Maranello, oggi Kimi sarebbe ancora in panchina…

Invece eccolo qui a sorridere dalla cover di Autosprint (Kimi ama mi segua è un tirolo già visto con un altro Kimi e portò fortuna…) e a raccontarsi dal sito ufficiale della Mercedes.

Intanto tenete a mente una data: 19 marzo 2006. E’ quella dell’ultima vittoria di un pilota italiano In F1. Toccò a Giancarlo Fisichella a Sepang in Malesia. La dovremo riaggiornare presto…

Ecco che cosa ha detto:

“Quando sono in pista, riesco a concentrarmi completamente”, afferma.

“Sono completamente determinato e appassionato di questo sport e di ciò che faccio. Quando guido, cerco di farlo d’istinto.

“Se faccio un’attività con i miei amici, come il paintball o il bowling, mi concentro e divento molto competitivo, in quel momento non parlo quasi mai con i miei amici!”

“Ma se sono a casa, magari anche dopo un weekend di gara intenso, posso semplicemente rilassarmi. So come mantenere la calma e fare le mie cose.

“Cercare di non pensare troppo e di non stressare troppo ogni cosa ti mette di buon umore e ti aiuta a tornare concentrato.”

LA PRIMA VOLTA IN PISTA

“Era Hockenheim nel 2014. Non potevo entrare nel paddock perché ero troppo piccolo”, racconta Kimi, il cui padre Marco stava correndo nella serie Porsche Supercup quel fine settimana.

Mio padre decise di nascondermi dentro una pila di pneumatici e di farmi passare su un carrello. Ci mettemmo un ombrello sopra per rendermi più difficile da vedere!

“Sono riuscito a passare e ad entrare nella corsia box, e l’amico di mio padre mi ha procurato un lasciapassare. Ho dato un’occhiata in giro per un’ora ed è stata un’esperienza fantastica, ma ridiamo sempre della storia del tram.”

IL SUO IDOLO: SENNA

“Mi sono sempre appassionato molto quando ho visto i video di [Ayrton] Senna”, spiega.

“Da bambino guardavo tutti i DVD delle stagioni dagli anni ’80 agli anni 2000 e in uno di questi ricordo di aver visto Ayrton, che mi è rimasto davvero impresso.

“So che non sono stato abbastanza fortunato da vederlo gareggiare, ma quando ho guardato tutti quei video ho iniziato a realizzare tutte le gare incredibili che ha fatto.

“Ho guardato il documentario e anche la serie recente. È il mio idolo per chi era fuori dalla pista e anche dentro. Un pilota incredibile, ma anche una grande persona.

“Mi ha ispirato e sarebbe fantastico realizzare anche solo una piccola parte di ciò che ha fatto lui nella mia carriera.”

IL SUO NUMERO: 12

“È merito di Ayrton”, dice.

Il brasiliano corse con il numero 12 per tre stagioni con la Lotus, tra il 1985 e il 1987, ottenendo la sua prima vittoria in F1 in Portogallo nel 1985.

Il primo titolo di Senna, nel 1988, arrivò con il numero 12 sulla parte anteriore della sua McLaren.

“Ma è anche il numero che ho usato per la prima volta nelle monoposto”, continua Kimi.

“Da F4 ho iniziato a usare subito 12 e ha funzionato piuttosto bene con quel numero. Spero di poter continuare così in F1.”

“Ha funzionato piuttosto bene” è un modo per dirlo.

Con il numero 12 sul muso, Kimi ha vinto i titoli F4 italiano e tedesco nel 2022 e i campionati Formula Regional in Europa e Medio Oriente un anno dopo.

“Avevo 12 anni quando ho aderito al programma junior della Mercedes, quindi c’è anche quello”, aggiunge.

LE SUE PISTE PREFERITE

“Mi piacciono molto Imola e Mugello, sono entrambi circuiti fantastici”, dice.

“Imola dista circa 30 minuti da casa mia, mentre il Mugello circa 50 minuti.

“Mi sono innamorato anche di Silverstone la prima volta che ci ho guidato. Passare per Maggotts, Becketts, Chapel e Stowe è stato incredibile in una macchina di F1, mi ha lasciato senza parole.

“Monaco è un altro posto in cui mi sono divertito molto l’anno scorso in F2. La concentrazione di cui hai bisogno, specialmente su quel ritmo sul giro singolo, è incredibile.”

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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