Schumi Jr campione alla Lauda/Prost, ma con la cattiveria di papà

Mick Schumacher è campione in Formula 2. Al secondo anno ha fatto centro ed ora è ponto al grande salto. C’è una Haas che lo aspetta, forse fin da domenica prossima ad Abu Dhabi…

Uno Schumacher campione fa battere forte il cuore. Fa pensare a Michael, fa venire quasi il magone… Ora la gloria è di Mick che chissà come vorrebbe poter avere su quel podio suo padre, l’uomo che lo ha ispirato e guidato nei primi passi di una carriera che solo con il passare del tempo è diventata grande..

Mick non ha vinto alla Schumacher. Ha vinto alla Prost o alla Lauda che dir si voglia. Ha conquistato il titolo con la costanza dei piazzamenti piuttosto che con i successi (2 sole vittorie in 24 gare). Un martello come papà quando infilava un giro veloce dietro l’altro in gara. Ha vinto a Monza e a Sochi, ma soprattutto ha collezionato podi: 10, nessuno lo ha frequentato tanto, neppure chi ha vinto più gare di lui.

Sarebbe stato molto meglio se avessimo fatto una buona gara oggi – ha ammesso Schumacher – devo tutto a loro alla Prema, un così bel gruppo di persone. Il bloccaggio al primo giro? Non so bene cosa sia successo sapevo che sarebbe stato difficile con le condizioni del vento, ma ho frenato molto più tardi. Ho cercato di stare il più possibile davanti a Callum e poi le gomme posteriori sono andate”.

“I ragazzi che hanno corso quest’anno sono stati ad alto livello. Callum mi ha dato filo da torcere. È stata davvero dura, ma allo stesso tempo anche divertente. Un grande ringraziamento a lui e a Robert Shwartzman che quest’anno hanno continuato a spingermi”.

“Non mi rendo ancora bene conto di questo risultato, ci vorrà qualche giorno”

“Un grande bacio a tutti a casa”

Mick non è ancora Michael e magari non lo diventerà mai. Ma ha l’intelligenza per saperlo e lavorare su se stesso per migliorarsi anno dopo anno, gara dopo gara. In carriera lo ha sempre fatto. Nei kart, in Formula 3 e ora in Formula 2. Gli manca il guizzo del padre in qualifica (quest’anno non ha ottenuto neppure una pole), ma è bravissimo in partenza e in gara ha la combattività giusta sia quando deve attaccare sia quando si deve difendere usando tutte le armi (pure un po’ di cattiveria) a sua disposizione. Nell’ultima gara però non ha esagerato, qualcuno si aspettava una ruotata Ilot che lo attaccava, ma lui ha avuto la freddezza che papà non aveva avuto con Villeneuve…

Ora è importante continuare come ha fatto finora: senza fretta. Proseguire il percorso di crescita senza voler strafare. A papà bastarono due sessioni di qualifica per far capire alla Formula 1 che era arrivato un fenomeno. Lui dovrà prendersela con calma, crescere insieme alla Haas, insieme a Resta che la Ferrari gli ha mandato a fargli da chioccia.

Che cosa lo aspetti in futuro è già scritto: un posto in Ferrari. Ma quel posto, così come ha sempre fatto finora, non vuole conquistarlo solo perché si chiama Schumacher. Vuole conquistarlo perché se lo merita.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

1 commento

  1. […] Giornale, come già in questo blog, io ho sottolineato che “Mick non ha vinto alla Schumacher. Ha vinto piuttosto alla Prost o alla […]

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