Sivocci cent’anni fa l’addio all’amico di Ferrari, l’inventore del Quadrifoglio Verde

L’8 settembre è una data tristemente storica per l’Italia, ma è una data triste anche per il motorsport perchè l’8 settembre 1923, esattamente cent’anni fa se ne andò Ugo Sivocci, l’uomo a cui si deve l’invenzione del Quadrifoglio Verde, diventato simbolo di sportività ed eccellenza in casa Alfa Romeo.

Sivocci fu anche un grande amico di Enzo Ferrari, l’uomo che gli permise di debuttare come pilota. “Chi mi fece abbandonare Torino e mi aprì le porte di Milano fu Ugo Sivocci. Un grande amico. Ci conoscemmo al bar Vittorio Emanuele, a Milano: era un ritrovo di sportivi, e nelle mie trasferte per lavoro da Torino alla capitale lombarda non vi mancavo una volta. Ugo Sivocci aveva abbandonato proprio in quegli anni il ciclismo, sul quale aveva proiettato inizialmente la sua passione di sportivo praticante”, scriveva Enzo Ferrari nella sua autobiografia.

“Sivocci mi prese dunque con sé alla CMN e fu lavorando con lui che avvertii le prime serie avvisaglie di una piccola vocazione, quella del pilota di automobili da corsa. Dico piccola rispetto alla vocazione numero due, che doveva poi occupare, ingolfare, drammatizzare anche, tutta la mia vita: quella di costruttore”, aggiunse Ferrari. Sivocci è l’uomo che gli ha mostrato la vita in fin dei conti.

Senza l’amicizia con Sivocci, Enzo Ferrari ci avrebbe regalato un giorno la Ferrari? La domanda è legittima. ma considerando il fuoco che ardeva in Ferrari, è facile risponderre. Magari si sarebbe sviluppata seguendo altre strade, ma la vocazione di Ferrari era lì già da prima di quell’incontro. Probabilmente Sivocci è stato un acceleratore. Grazie a lui Ferrari ha fatto in tempo a diventare prima pilota, poi gestore di team e quindi costruttore.

“Erano le prove del Gran Premio d’Italia, Sivocci uscì di strada nella curva oggi chiamata curva Ascari ma che si potrebbe chiamare curva Arcangeli, perché anche questo audace pilota romagnolo vi trovò la morte”, scrisse Ferrari ricordando quel giorno arrivato pochi mesi dopo la vittoria di Sivocci alla XIV Targa Florio, la gara dove comparve per la prima volta il Quadrifoglio Verde.

Ugo Sivocci perse la vita a Monza, durante le prove del 1° GP d’Europa (3° GP d’Italia). Si stava occupando della messa a punto della nuova GPR, unico tra i piloti Alfa Romeo ad avere esperienza di vetture da GP avendo già gareggiaro al primo Gran premio d’Italia del 1921 con una FIAT. La vettura però aveva ancora problemi di progettazione e proprio l’ultimo giro gli fu fatale con un’uscita di pista a quella che poi sarebbe diventata la Variante Ascari. Sivocci portava sulla carrozzeria il numero 17 che da allora (fino a poco tempo fa) non fu più usato in gara perchè indicato come portasfortuna.

Il contrario del mitico Quadrifoglio Verde.

Vedi Cent’anni di Quadrifoglio, leggendario simbolo Alfa Romeo

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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