Uiga contro la Ferrari, ma perché non nominarla?

Le dichiarazioni di Fred Vasseur in Canada hanno fatto arrabbiate i soci Uiga (unione italiana giornalisti auto) che hanno emesso un lungo comunicato. Io che non sono socio Uiga capisco l’intervento, ma mi chiedo perché non fare nome e cognome? E soprattutto mi chiedo come si fa a mettere in dubbio la professionalità di chi ha rivelato al mondo che Hamilton sarebbe andato in Ferrari?

Ecco il comunicato:

Negli ultimi giorni, alcune dichiarazioni provenienti dal mondo dello sport motoristico hanno acceso un riflettore importante su una questione che ci riguarda da vicino: il ruolo e la responsabilità dell’informazionesportiva, in particolare quando si muove in territori delicati come quelli delle dinamiche interne a una squadra o a una società.

Un noto team principal di una scuderia italiana ha espresso preoccupazione per la diffusione, da parte di alcuni organi di stampa, di notizie non confermate riguardanti possibili cambi ai vertici tecnici, ritenute dannose per il clima interno della squadra. In particolare, ha sottolineato come certe indiscrezioni – relative a figure di primo piano provenienti da team concorrenti – possano generare insicurezza tra i dipendenti e alimentare tensioni che rendono ancora più difficile raggiungere obiettivi sportivi ambiziosi. Lo stesso dirigente ha voluto distinguere tra il giornalismo fatto con rigore e professionalità, e quello che, a suo dire, cede alla tentazione del sensazionalismo e del cosiddetto “clickbait”, contribuendo più a creare confusione che a informare con chiarezza.

UIGA – Unione italiana dei giornalisti dell’automotive ritiene necessario ribadire un principio semplice e fondamentale: il giornalismo sportivo, come ogni forma di informazione professionale, deve sempre ispirarsi alla correttezza, alla verifica dei fatti e alla consapevolezza del contesto in cui opera. Nessuna pressione, diretta o indiretta, può o deve limitare la libertà di stampa. Ma questa libertà è tanto più preziosa quanto più è accompagnata da una piena assunzione di responsabilità.
Non è compito dei giornalisti “sostenere” una squadra, ma raccontare con onestà ciò che accade. Tuttavia, questo non può mai giustificare la diffusione di notizie non verificate che rischiano di compromettere equilibri già complessi, con ripercussioni umane e professionali concrete.

In questo senso, la polemica sollevata nei giorni scorsi, al di là dei toni, rappresenta un’occasione utile per riflettere, come categoria, sull’equilibrio tra diritto di cronaca e rispetto per le persone. In una stagione mediatica dove la velocità e la spettacolarizzazione rischiano di avere la meglio sulla qualità, è nostro compito difendere il valore di un’informazione sobria, precisa e indipendente.

Ogni forma di giornalismo basata su notizie non verificate è fortemente condannata da UIGA che in questa forma si unisce all’appello del team principal. L’Associazione richiama ai valori deontologici cui tutti i giornalisti iscritti all’Ordine devono attenersi, ma ribadisce che è necessario il rispetto della Stampa professionale in occasione di dichiarazioni rilasciate nei confronti della categoria.

Solo nel reciproco rispetto dei ruoli si costruisce una relazione sana tra media e protagonisti del motorsport e del settore automotive: una relazione fondata sulla professionalità e non sull’inseguimento del titolo più accattivante.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

7 commenti

  1. Per mesi si è accostato Newey alla ferrari, ogni anno si accosta Verstappen alla Mercedes, Horner ogni anno è sul punto di lasciare la RB e poi non succede niente. Non mi pare che questo abbia destabilizzato le squadre. Se Vasseur deve sempre trovare un capro espiatorio per le sue incapacità, forse è un suo problema.

    1. Esatto

  2. Non aggiungere nome e cognome é il segnale che nessuno cerca di alimentare polemiche nello specifico ma sottointende che la UIGA é dalla parte dei giornalisti che svolgono professionalmente il loro mestiere e non con chi coglie ogni occasione per fatturare o aumentare i click. Quindi non contro qualcuno ma al servizio di una informazione corretta (documentata). Su questi principi è giusto condividere il pensiero di chi lamenta “voci” che possono creare tensioni all’interno di un team. Ma questo vale per qualsiasi team, ecco perché ritengo giusto non specificare il nome o farne un caso isolato. Sono stati fatti nomi precisi di giornalisti che avrebbero danneggiato il team? Non mi pare. Si è detto di una certa Stampa non di tutta la categoria. La UIGA è dalla parte di una Stampa professionale, informata e deontologicamente corretta. Quindi , in questa misura e forma non può che unirsi a chi lamenta strumentalizzazioni. Ognuno si prenda le proprie responsabilità nel rispetto di categorie e persone. Anche nel settore del giornalismo si rischiano posti di lavoro o esclusioni dettate da dinamiche che in alcuni casi destano qualche perplessità tra gli addetti ai lavori. Valter Carasso (socio UIGA e revisore dei conti)

    1. Mi pare occasione persa. Vasseur se l’e’ presa con Corriere e Gazzetta che certo non hanno pubblicato quei pezzi per fare clic. Per me non fare nomi e cognomi e’ un errore

      1. Rispetto la tua posizione. Come scrive il collega Ciccarone, aver battuto un colpo, nel silenzio che troppo spesso regna quando si tratta di tutelare i principi cardine della categoria dei giornalisti, è stato un punto importante. Anche in Francia e in Inghilterra hanno ripreso la notizia, senza avere dubbi su chi fosse (in questo caso) il destinatario. Non era necessario. L’errore è cercare lo scontro. Ben più importante è ristabilire una relazione professionale nel rispetto dei ruoli.

      2. Non mi trovate d’accordo, mi spiace. Ma parlare di qualcuno senza nominarlo non mi pare una lezione di deontologia professionale

  3. Grazie per il riscontro. Di sicuro pur non avendo fatto il nome tutti hanno capito chi era coinvolto. Aggiungo che UIGA è stata l’unica a intervenire sulla questione dato il silenzio dell’ordine dei giornalisti e delle associazioni stampa, per cui pur condividendo alcune perplessità, ma era una nota generale in cui si chiedeva il rispetto dei ruoli, di fatto UIGA è stata l’unica a scendere in campo a difesa del lavoro professionale e noi sappiamo benissimo che Corriere e Gazzetta sono due testate in cui i colleghi sono validi professionisti, stimati, apprezzati e che meritano, appunto, la difesa delle associazioni. UIGA unica a farlo. Grazie e buon lavoro per tutto quello che fai

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