Un Surtees oggi non sarebbe più possibile

L’11 febbraio è il giorno di John Surtees, il campione dei due mondi. L’anno scorso lo ricordai perchè nel 2024 avrebbe compiuto 90 anni. Invece John non c’è più dal 10 marzo 2017. Quest’anno il suo ricordo, mi porta ad una riflessione:

La domanda che mi faccio oggi ripensando a John è: sarebbe ancora possibile vedere un campione del mondo di MotoGp vincere anche in Formula 1?

La risposta è semplice: purtroppo no. Valentino aveva il talento (e lo sta dimostrando nelle gare endurance), ma l’impossibilità di allenarsi in Formula 1 chiude le strade ad operazioni del genere. Oggi in F1 arrivano piloti che hanno fatto tutta la trafila kart, formula regional, formula 3, formula 2… Qualcuno riesce a saltare una tappa (Verstappen anche di più), ma comunque parliamo di ragazzi con anni di gare in monoposto.

Per un pilota di moto sarebbe molto complicato, se non impossibile, fare il salto… E poi guardate come sta scendendo lìetà dei piloti… a 25 anni si rischia di essere vecchi

Peccato perchè sarebbe stato bello vedere Valentino in Formula 1….

Questo il ricordo di un anno fa:

John Surtees è due volte unico. Unico ad esser diventato campione del mondo prima di motociclismo (sette volte) e poi in Formula 1. L’uomo che ha realizzato il sogno di Valentino Rossi per essere chiari. Unico anche a vincere il titolo per la Ferrari guidando una monoposto bianca con una striscia azzurra, i colori della NART di Luigi Chinetti, con cui Ferrari, in lite con la federazione italiana, lo iscrisse al Gran premio del Messico che decise il campionato 1964.

Ferrari e Surtees

“Di John mi piacevano la tecnica, la passione, lo spirito che in parti uguali e senza risparmio profondeva nella battaglia della competizione. Mi piaceva la sua serietà: studiava la corsa e si preparava con coscienza e impegno; attento a ogni particolare, meticoloso…”, Enzo Ferrari che aveva sempre avuto una predilezione per i motociclisti, ha apprezzato molto lo stile di Surtees, lo ha anche frequentato lontano dalle corse ospitandolo ogni tanto sull’Adriatico a Viserbella. Si è arrabbiato solo quando a fine carriera si era messo in mente di formare una sua scuderia copiando le Ferrari dell’epoca. Voleva diventare il Ferrari d’Inghilterra e quasi ci riuscì con la sua scuderia che disputò 118 gare ottenendo due podi.

Big John, il campione dei due mondi, era un pilota duro, ma corretto, “un combattente generoso che non si risparmiava mai”, secondo Ferrari. A Maranello è rimasto 4 stagioni correndo trenta gare e vincendone 4. Ma non si è limitato alle monoposto. Con le vetture Sport ha vinto una 12 ore di Sebring, due 1000 chilometri del Nurburgring e conquistato un terzo posto a Le Mans e due posti alla 1000 chilometri di Monza. Un pilota davvero completo.

La mitica 250 GTO

Ferrari lo aveva corteggiato a lungo, ma al primo contatto nel 1961, Surtees si riteneva troppo acerbo per guidare una Ferrari. Attese e arrivò una seconda occasione due anni dopo. Non era da tutti dire di no a Ferrari e poi sentirsi chiamare di nuovo. Gli è rimasto un rimpianto: “Avrei potuto vincere molto di più a Maranello”, ha sempre sostenuto. Ha guidato Ferrari di tutti i tipi, anche la mitica 250 GTO. È stato anche proprietario e in ufficio ha tenuto a lungo il motore a 8 cilindri con cui era diventato campione del mondo.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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