Vasseur all’attacco a Miami. Indicazioni sulla livrea azzurra

Aspettando di vedere l’effetto che fa una Ferrari azzurra (l’appuntamento con la foto ufficiale è per giovedì, potrebbe essere azzurro solo il muso…), prende la parola Fred Vasseur. E va all’attacco. L’obiettivo è far meglio dell’ultima volta in Cina e di ritornare a ottenere dei buoni risultati in qualifica.

“Torniamo a confrontarci con il format della Sprint che abbiamo un po’ patito in Cina. Lo facciamo su un circuito molto diverso, sul quale stavolta abbiamo a disposizione i dati delle ultime due stagioni. Ci aspettiamo di fare meglio rispetto a due settimane fa e sono convinto che ne abbiamo il potenziale, specie considerato quanto sono vicini i valori in campo alle spalle di chi comanda il campionato”.

“Di nuovo sarà importante sfruttare al meglio l’unica sessione di prove libere che avremo a disposizione, soprattutto per lavorare sulla qualifica, che ultimamente ci ha visto faticare più del dovuto.
Questo weekend è speciale per la nostra azienda e anche per la squadra dal momento che esordisce con noi il nuovo title partner HP. Come team faremo il massimo per inaugurare la nostra collaborazione con un risultato importante”.

Intanto compaiono qualche indizi sulla livrea che avrà la SF-24 a Miami. Quale di queste linee seguirà

Nel 1956 a Juan Manuel Fangio venne concesso in alcune gare di avere sul muso della sua D50 i colori blu e giallo che l’argentino aveva avuto sulla sua prima Ferrari, la 166 FL con la quale aveva fatto incetta di vittorie qualche anno prima nelle gare di Formula Libera che il presidente Juan Domingo Peron aveva scelto di promuovere per dare lustro al proprio Paese. Sempre una D50, quella di Luigi Musso al Gran Premio d’Italia del 1957, corse con il muso dipinto di bianco.

In due occasioni la Scuderia ha schierato delle vetture completamente gialle, il colore nazionale del Belgio. In entrambi i casi si gareggiava a Spa-Francorchamps e si trattava di vetture approntate per il pilota di casa Olivier Gendebien, che era un asso delle ruote coperte ma di tanto in tanto si cimentava anche in Formula 1. Per schierare quella monoposto aggiuntiva la Scuderia Ferrari poteva contare sul supporto dall’importatore locale Jacques Swaters e per questo, pur se iscritta dal team ufficiale, la Ferrari belga manteneva il colore nazionale. Accadde nel 1958 e nel 1961, quando Gendebien con la 156 F1 andò a completare uno storico poker per la Scuderia Ferrari.

Una delle livree speciali Ferrari più ricordata è quella che venne adottata per le ultime due gare della stagione 1964 – i Gran Premi di Stati Uniti e Messico –, e a rigor di logica non dovrebbe essere contemplata da questo testo. Enzo Ferrari in quell’occasione abbandonò il tradizionale rosso in polemica con le autorità sportive italiane, responsabili secondo il fondatore di non aver agevolato l’omologazione come vettura Gran Turismo della Ferrari 250 LM progettata per le gare di durata. Enzo decise dunque di restituire la licenza di corsa alla federazione italiana e lasciò che ad iscrivere le Ferrari di John Surtees e Lorenzo Bandini non fosse la Scuderia, bensì la squadra statunitense denominata North American Racing Team (N.A.R.T.) fondata dell’importatore Luigi Chinetti. Le vetture furono dunque dipinte rigorosamente con i colori racing degli Stati Uniti, blu scuro e bianco, e portarono comunque a casa entrambi i titoli mondiali passando alla storia con quei colori così particolari.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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