Fred Vasseur ha deciso di raccontare la sua verità sulle squalifiche e il momento della Ferrari ai suoi amici francesi dell’Equipe e non a un quotidiano italiano nonostante potesse scegliere tra i due di famiglia (Stampa e Repubblica) e l’autorevolezza del Corriere che segue bene la Formula1. Per non parlare della Gazzetta che una volta avrebbe certamente firmato una storia come questa (ma da due giorni non pubblica una riga di F1).



Perché abbia scelto l’Equipe e’ abbastanza comprensibile. Ha potuto esprimersi nella sua lingua con un giornale amico. Ha scelto di giocare in casa. Ormai e lo vediamo anche a Sky e’ diventato un dribblatore di domande. Risponde quello che vuole…
Probabilmente non sta neppure a sentire i consigli dei suoi uomini (e donne) delle relazioni esterne perché mi rifiuto di pensare che l’idea di parlare solo ai francesi venga da loro.
E poi tutto questo per dire cosa? Almeno avesse avuto l’idea di dare le dimissioni come fece Jean Todt…
Noi lui spiega che certe cose in Ferrari possono accadere perché si corre sempre al limite… da non credere.
“Nel mio mestiere è importante valutare al meglio gli aspetti positivi e quelli negativi, in modo da poter progredire. Ce ne sono ad ogni Gran Premio ma quello della Cina è stato un fine settimana da estremi. Sfortunatamente a restare nella memoria sono gli episodi più recenti nel tempo. Siamo rientrati un po’ frustrati perché eravamo convinti di avere fatti un passo avanti rispetto all’Australia. Alla fine i punti sono stati meno del previsto, ma siamo convinti di essere sulla strada giusta”.
Voglio essere ottimista. La strada è quella giusta. Tra poco più di un mese sapremo la verità.
“La vittoria di Lewis nella gara Sprint è stata importante ma non dipendeva certo da essa la bontà del nostro progetto, che è ovviamente di portata ben più ampia. Certo, vincere con sette secondi di vantaggio è stata una grande dimostrazione di superiorità in quella occasione. Quanto all’arrivo di Lewis, non c’è nulla di clamoroso nel clamore che ha suscitato, perché questa è la Ferrari. Qui nulla è normale, a partire dalla passione che la circonda. Tantomeno nulla di… artificiale. Noi non abbiamo forzato la mano, non siamo andati a caccia di facili entusiasmi. Non abbiamo nemmeno fatto una presentazione vera e propria della macchina. Semmai sono stati i media a dare grande risalto alla nuova avventura di Lewis”.
Colpa nostra avete capito. La Ferrari ingaggia Lewis Hamilton il miglior pilota del momento e se aumenta l’attenzione (e la pressione) sulla Scuderia la colpa è della stampa. Ma che cattivi che siamo!
“Quanto a Leclerc, beh Charles al momento è un po’ meno sotto i riflettori ma è un ragazzo intelligente. Ha compreso la situazione e la sta sfruttando a suo favore, prendendosi più tempo per se stesso, per approfondire il rapporto con il suo lato del garage ed è quindi concentrato al cento per cento sugli aspetti strettamente sportivi del suo lavoro”.
“Per quanto riguarda le squalifiche di Shanghai, posso dire che… fanno parte del gioco. Ce ne sono sempre state e ce ne saranno ancora. Questa è la Formula Uno, per provare a vincere bisogna stare sempre al limite su tutto, in bilico su ciò che è lecito e ciò che non lo è. Siamo sempre al limite, la pressione è sempre al massimo. Più la bagarre si fa intensa, più i si deve avvicinare al limite e si devono prendere rischi”.
Fred ha ragione in Formula 1 si corre sempre al limite. Lo fanno tutti. Ma perché nella storia della Ferrari è stata solo la prima volta con due auto squalificate per motivi diversi nella stessa gara? E’ proprio sfortunato Fred.
“Quando si è sottopeso la ragione è sempre una somma di fattori – ha detto Vasseur – il consumo eccessivo delle gomme per aver seguito la strategia a una sosta è solo una parte della spiegazione. C’è stata anche una perdita di un litro d’acqua dal serbatoio della riserva idrica di Leclerc”.
E qui viene alla mente il messaggio radio di Charles in Australia: che il problema sia sempre quello?
Sulla squalifica di Hamilton ha aggiunto.
“Abbiamo dovuto essere troppo aggressivi– ha dichiarato Vasseur – questo dimostra che siamo alla ricerca della perfezione e che talvolta guardiamo troppo lontano. Se questo significa che potrebbero esserci altre squalifiche? Sì, certo. Bisogna distinguere tra le squalifiche perché ci si prende dei rischi o squalifiche perché si bara. Il ‘gioco’ in F1 è quello di essere al limite sotto tutti gli aspetti. Bisogna arrivare all’ultimo grammo a livello di peso, all’ultimo decimo di millimetro per quanto riguarda l’usura del pattino e arrivare all’ultimo millimetro per quanto concerne la deformazione-flessibilità degli alettoni. Più la bagarre è serrata, più si è sotto pressione e più si corrono dei rischi”.
Tre pagine di intervista senza una riga un cui ammette l’errore. Solo una lunga ricerca di scuse.


