La notizia arriva dalla Gazzetta di Modena. Antonia Terzi, uno dei primi ingegneri donna nel mondo della Formula 1, se ne è andata l’altro giorno in un incidente stradale in Inghilterra dove lavorava e viveva da tempo dopo esser stata in Ferrari ai tempi di Jean Todt.
Laureata in ingegneri a Modena era entrata giovanissima in Ferrari negli anni vincenti di Michael Schumacher. A Maranello era stata per cinque anni, lavorando fianco a fianco con Nicolas Tombazis, allora responsabile della galleria del vento. Quando, neanche 32enne, passò alla Williams, in Emilia cercarono di minimizzare il colpo di mercato della Williams.
“È una ragazza valida, molto tenace e determinata” – raccontò alla Gazzetta dello Sport Frank Williams che le affidò la responsabilità del dipartimento aerodinamico del team. Fu la sua fantasia a partorire l’idea innovativa del «muso a tricheco» della FW26.
Dopo l’esperienza in Formula 1 l’ingegnera si è dedicata alla ricerca e dopo una breve collaborazione con Dallara era tornata all’estero a insegnare all’università di Delft, in Olanda, ingegneria aerospaziale. “Ho seguito le orme di mio padre, ingegnere e durante gli studi ho cominciato a conoscere i fluidi, l’aerodinamica, la simulazione al computer… Materie che mi sono piaciute tanto” raccontò alla Gazzetta.
In Olanda, aveva collaborato alla progettazione del «Superbus», mezzo in fibra di carbonio con 23 posti e apertura delle porte ad ali di gabbiano capace di sfrecciare a oltre 250 chilometri all’ora. Di recente Antonia — una sorella, Federica, che lavora a Bruxelles — aveva ricevuto l’incarico per diventare docente universitario a Canberra, in Australia, alla facoltà di Ingegneria e Informatica, racconta la Gazzetta di Modena.


