#Alonso senza pace: fuori anche da #Indy. E’ ora che impari a scegliere…

Fernando Alonso non si è qualificato per la 500 miglia di Indianapolis, fallendo così anche quest’anno l’assalto alla triplice corona che premia chi vince il Gp di Montecarlo (o il Mondiale di F1) la 24 ore di LeMans e la 500 miglia di Indianapolis.

Sage Karam, James Hinchcliffe, Kyle Kaiser. Li conoscete? Sono i tre piloti che hanno cacciato Fernando Alonso fuori dalla 500 miglia di Indy in qualifica.

Alonso è rimasto fuori per appena 0,03 km/h, ovvero 12,9 millesimi. Nei suoi giri veloci ha ottenuto una media di 365,810 chilometri orari, mentre il californiano Kaiser ha raggiunto i 365,841. Una beffa. Clamorosa visto che il team di Kaiser (Juncos sport) senza sponsor, con pochi dollari di budget, sembrava ormai out dopo il clamoroso incidente di venerdì.

Le regole della Indy avrebbero permesso alla McLaren di comprarsi la qualificazione, acquistando il diritto da un team qualificato, ma Zac Brown lo ha escluso. “Ci riproveremo”, ha detto.

Che cosa ci insegna la disavventura di Fernando?

Ci conferma che Fernando continui a fare scelte sbagliate offuscando così il suo talento. Pretendere di arrivare a sbancare Indy senza un vero programma di avvicinamento, fatto magari con qualche altra gara sugli ovali, è una follia. Lo puoi fare al massimo se hai alle spalle un team esperto e abituato a certe gare. Come il team Andretti con cui Fernando sfiorò l’impresa due anni fa. Peccato che quel team monti un motore Honda a cui oggi Fernando non può neppure avvicinarsi. Primo perché correva con Toyota in Endurance, secondo per quanto ha ripetutamente detto sulla Honda. Zac Brown ha fatto l’ennesima figuraccia planetaria, ma ormai ci deve essere abituato.

Spiace che Alonso, ancora oggi uno dei piloti top, non sia in Formula 1, non possa correre a Indy e debba limitarsi alle gare endurance che ha già annunciato lascerà a fine stagione. Perché uno dei migliori piloti in pista è fuori? Fernando se lo deve chiedere e non dare le colpe ad altri. Le colpe sono tutte dei suoi manager e del suo carattere. Ed è un peccato. Davvero.

Non credo che la mancata qualificazione possa attribuirsi al pilota. Ma vi ricordate e nomi dei tre piloti che lo hanno battuto (li ho citati all’inizio)? No, dai siamo seri. La colpa non è di Fernando ma della McLaren. E alla fine di Fernando perché ha accettato la sfida senza un’adeguata preparazione ovale.

Certo pensate che beffa per Alonso se Montoya riuscisse a vincere la 24 ore di LeMans prima che lui riesca a conquistare Indy… Montoya ha vinto Montecarlo nel 2002 e due volte Indy (2000 e 2015). Nell’endurance ha già conquistato tre volte la 24 ore di Daytona…

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

2 commenti

  1. Sembra proprio che Fernando ce la metta tutta per passare da arrogante sia nelle parole (“sono al momento migliore di carriera, forte come non mai”) sia ne fatti, come giustamente segnalava lei Zapelloni è mancato totalmente un percorso di apprendistato. Direi un bel bagno di umiltà per lui e per il suo staff (incluso Briatore): qui non è che semplicemente ha perso, qui è arrivato ultimo. Orgoglio devono averlo quei piloti debuttanti che senza un dollaro si sono qualificati! Quanto mi spiace, talento buttato alle ortiche…

  2. Basta con alonso vettel è più forte

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