Bentornata Imola, anche se a porte chiuse: istruzioni per l’uso dell’EmiliaRomagnaGp

Il pubblico resterà fuori, ed è un peccato, ma dobbiamo avere pazienza. Ancora. Imola ritrova la formula 1 dopo 14 anni, l’ultima volta aveva vinto Michael (ma per i ricordi vi rimando a un altro post qui)…. Non più Gp di san Marino, ma Gp dell’Emilia Romagna, ragione che ha fatto tanto, anzi tantissimo per lo sport e i motori soprattutto. Si farà tutto in due giorni senza le prove del venerdì… Un esperimento che potrà venire utile in futuro… Ma ecco qualche curiosità, le solite istruzioni per l’uso…

  • Per la prima volta dal 2006, Formula 1 torna a correre a Imola in occasione della terza gara stagionale in Italia. Per il 13° gran premio del 2020, sono state nominate le tre mescole C2, C3 e C4 quali rispettivamente P Zero White hard, P Zero Yellow medium e P Zero Red soft.
  • Con 22 curve e un brevissimo rettilineo d’arrivo (358 metri) il circuito è molto tecnico e presenta staccate veramente impegnative, oltre che di ogni tipo: non a caso Enzo Ferrari, a cui è stato intitolato insieme al figlio Dino, l’aveva definito un piccolo Nurburgring. ​​
  • Il back-to-back con Portimao impone un format diverso a questo weekend di gara: nessuna attività in pista il venerdì, una sola sessione di prove libere da 90 minuti il sabato mattina, seguita dalle qualifiche. Per questo motivo, l’allocazione è diversa rispetto alle altre gare, con 10 set di pneumatici slick a disposizione di ciascun pilota per tutto il fine settimana: 2 set di hard, 2 set di medium e 6 set di soft.
  • I piloti dovranno restituire 3 set di pneumatici dopo la sessione di libere, avendo quindi a disposizione lo stesso numero di set per qualifiche e gara rispetto a qualsiasi altro weekend. Invariata l’allocazione dei pneumatici Cinturato Green intermediate e Blue wet.
  • C2, C3 e C4 sono state scelte data la configurazione di Imola: un tracciato tecnico con molte curve dalle caratteristiche diverse tra loro che mettono alla prova tutti gli aspetti di una monoposto da F1.
  • Secondo i tecnici Brembo l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3, lo stesso valore dell’Autodromo del Mugello ma un punto in meno rispetto all’Autodromo di Monza. 
  • Non sempre l’utilizzo di impianti frenanti Brembo di Formula 1 di dimensione massima genera risultati positivi perché in alcune condizioni ambientali le monoposto disporrebbero di un impianto sovradimensionato: la potenza frenante eccessiva renderebbe faticoso il raggiungimento della temperatura minima di esercizio. 
  • A temperature di esercizio troppo basse il carbonio con cui sono realizzati dischi e pastiglie di F.1 non garantisce la corretta generazione dell’attrito e rischia di vetrificarsi (glazing), riducendo la performance in frenata. Inoltre l’azione meccanica delle pastiglie su dischi freddi porterebbe ad un’elevata usura. 
  • Secondo le simulazioni, i piloti di F.1 dovrebbero utilizzare i freni per poco più di 9 secondi e mezzo al giro, equivalenti al 13 per cento della durata complessiva della gara. A Monza invece l’impiego è di 10,75 secondi al giro e al Mugello di 17,66 secondi al giro, ma entrambe superano i 5,2 km di lunghezza mentre l’Autodromo di Imola si ferma a 4.909 metri. 
  • Pur avendo 21 curve, i freni sono usati solo in 8 e in nessun caso per almeno 1,9 secondi. Anche gli spazi di frenata non presentano picchi superiori ai 100 metri, limite che invece viene varcato in ben 3 curve del Mugello. Elevati sono invece i carichi sul pedale del freno: dalla partenza alla bandiera a scacchi in media un pilota esercita un carico totale di quasi 58 tonnellate e mezzo, oltre 20 tonnellate in più del GP Toscana. ​
  • Delle 8 frenate del GP Emilia Romagna 4 sono considerate altamente impegnative per i freni, 2 sono di media difficoltà e le 2 restanti sono light. 
  • La più dura per l’impianto frenante è quella alla Rivazza, la curva 18: le monoposto vi arrivano a 309 km/h e scendono a 145 km/h in soli 96 metri. Per riuscirci i piloti frenano per 1,62 secondi esercitando un carico di 137 kg sul pedale del freno ed affrontando una decelerazione di 5,6 g.
  • Così come tanti altri circuiti ‘storici’ in Europa, anche Imola nacque come tracciato stradale subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, prima di trasformarsi in un circuito permanente e ospitare la prima gara di Formula 1 (senza validità iridata) nel 1963.
  • Da allora, il tracciato ha subito diverse modifiche, molte delle quali effettuate negli ultimi 14 anni. La vecchia Variante Bassa è stata eliminata, e il lungo rettilineo fino al Tamburello presenta ora due curve verso destra. Sono state allargate le vie di fuga alla Variante Alta e sono stati realizzati nuovi box: del precedente complesso di partenza/arrivo, resta solo la vecchia torre Marlboro, oggi colorata con le scritte della Regione Emilia Romagna, grande sponsor del Gp.
  • Imola si percorre in senso antiorario, con 12 curve a sinistra e 9 a destra. A differenza di Portimao, presenta una sede stradale piuttosto stretta ed è quindi difficile compiere sorpassi, a favore della strategia di gara.
  • Il circuito è stato anche riasfaltato dall’ultima gara di F1 nel 2006: l’asfalto ora è piuttosto liscio e non stressa particolarmente i pneumatici. Visti i carichi medi, sono state scelte le tre mescole al centro della gamma F1.Nonostante ciò, sono presenti numerosi “dossi” e alcuni cordoli piuttosto importanti, quindi set-up e traiettoria sono fondamentali.
  • L’ultimo Team a guidare a Imola è stato AlphaTauri, che ha organizzato su questa pista il proprio filming day, girando anche con una vecchia monoposto prima della ripartenza della stagione 2020 in Austria. A ogni modo, le monoposto turbo-ibride attuali scenderanno in pista qui per la prima volta in assoluto.
“Siamo molto soddisfatti dei risultati del test di sviluppo a Portimao per la validazione delle specifiche 2021 – ha commentato Mario Isola, responsabile F1 di Pirelli – Ora stiamo analizzando tutti i dati raccolti, visto che entro il 1° novembre dovremo stabilire le specifiche per la prossima stagione. Questo fine settimana a Imola, invece, le attività saranno tutte molto concentrate in pochissimo tempo. Dopo la gara di domenica scorsa in Portogallo, infatti, i Team dovranno adattarsi rapidamente al nuovo formato da due giorni di questo weekend, con pochissimo tempo per le prove libere su una pista nuova per la maggior parte dei piloti. Una situazione che rispecchia anche quella vissuta inaspettatamente al Nurburgring. Ci si aspetta molto da questo tracciato storico e dal layout ‘old school’, esattamente come il Mugello, quindi crediamo che i piloti lo apprezzeranno particolarmente. Stabilire il giusto set-up velocemente può essere la chiave per il successo, soprattutto su un tracciato così tecnico dove si devono trovare molti compromessi anche in termini di prestazioni. Sorpassare qui è particolarmente complesso, e il meteo può essere imprevedibile in questo periodo dell’anno: di conseguenza, la strategia potrebbe giocare un ruolo chiave ma allo stesso tempo dovrà essere flessibile e adattarsi rapidamente alle diverse situazioni”.
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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

3 commenti

  1. Per me sarà sempre il circuito legato alla scomparsa di Senna quel maledetto 1/5/1994!

  2. Ciao Umberto, bellissima analisi.

    1. Grazie Pietro

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