Imola pista di dolore e tradimenti, ma anche di gioie e di … Schumi

Il podio triste del 2003: Schumacher con il lutto al braccio per la morte della madre Elizabeth

Imola per me che quel primo maggio c’ero è il luogo del più grande dolore che ho mai provato in un autodromo. Le lacrime, il senso di impotenza e di smarrimento dopo che il giorno prima se ne era andato Roland un ragazzone che nel paddock avevo solo sfiorato ma con il quale non avevo mai parlato.(vedi qui il ricordo di Ratzenberger)

Con Ayrton, invece, avevo parlato anche quella mattina quando con uno sguardo più triste e malinconico del solito era arrivato sotto la tenda Ferrari (non c’erano le hospitality di oggi) a incontrarsi con Berger. Dovevo chiedergli un autografo, ma non me la sono sentita. “Me lo farò fare quando sarà più sereno”, mi dissi. Non ci furono altre occasioni…

Imola è il primo circuito lontano da Monza dove fui inviato a seguire un Gran premio. Erano gli anni de il Giornale, dovevo fare la spalla al mitico ingegner Benzing… Era l’anno della vittoria di Elio De Angelis… (il ricordo di Elio)

Imola è la pista del dolore, ma anche dei tradimenti. La pista della paura che arriva e se ne va come quando Piquet, Alboreto, Patrese e Berger andarono a schiantarsi al Tamburello. È la pista della gioia di De Angelis (1985) e della rabbia di Patrese (1983) che poi si rifece vincendo anche lui con la Williams. La pista di Enzo e Dino Ferrari, ma anche quella del boicottaggio. La pista degli Schumacher (7 vittorie Michael, una Ralf) e della loro mamma a cui Michael dedicò la vittoria senza champagne del 20 aprile 2003 nel giorno della sua morte dopo esser volato a casa nella notte del savato per l’ultimo saluto.

I tradimenti sono quello di Pironi e Villeneuve, ma anche quello di Senna e Prost nel giorno in cui gli angeli della CEA salvarono Berger dal fuoco. Il 25 aprile 1982 al via c’erano soltanto 13 auto per lo sciopero dei team Foca contro la Fia per la squalifica di Piquet e Rosberg in Brasile. Una farsa più che un Gp. Ma una farsa che si trasformò nella rottura dell’amicizia tra Pironi e Villeneuve. Il tradimento di Didier che Gilles non ebbe il tempo di perdonare perchè due settimane dopo… (vedi Pironi)

Il 23 aprile 1989 Berger vide l’inferno tra le fiamme del Tamburello e mentre gli angeli della Cea lo estraevano dalle fiamme al Tamburello, Senna e Prost litigarono sullo schieramento di partenza dove si erano riposizionati prima del secondo via. Accusa e contro accusa, patti non rispettati. Anche loro da quel momento non furono più solo avversari, ma realmente nemici e tra di loro non ci furono più parole, ma solo accuse e veleni.

Una volta sola Imola fu teatro del Gran premio d’Italia il 14 settembre 1980, lo vinse Piquet. Poi per fortuna con l’idea del Gran premio di San Marino, le gare italiane divennero due fino al 2006…

Per le istruzioni sull’uso di Imola vedi qui

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

1 commento

  1. […] dopo 14 anni, l’ultima volta aveva vinto Michael (ma per i ricordi vi rimando a un altro post qui)…. Non più Gp di san Marino, ma Gp dell’Emilia Romagna, ragione che ha fatto tanto, […]

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