#Binotto: così gestirò #Vettel e #Leclerc

Merita un capitolo a parte il discorso di Binotto su Vettel e LeClerc

“Seb è sicuramente un pilota che è al centro del nostro progetto, lo è stato, perché è comunque un pilota di esperienza, ormai da tanti anni in Ferrari. Conosce bene la squadra, conosce bene i nostri ingegneri. Quindi anche il suo feedback nello sviluppo della vettura è molto importante per noi, perché anche il semplice linguaggio che adottiamo è stato un riferimento importante per Charles in questa sua crescita. Credo che Seb (e lo diceva appunto Louis) abbia fatto più fatica che non Charles ad adattarsi alla nostra vettura ad inizio stagione quando avevamo problemi di instabilità in frenata sul posteriore.

La reazione di Vettel

Però credo che, dopo essere stato messo sotto pressione anche dal suo compagno di squadra, abbia saputo reagire nella seconda parte, magari con una vettura che si adattava meglio al suo stile di guida, però abbia saputo, in modo molto analitico come ha sempre fatto lui, guardare il set up, guardare i dati, guardare le differenze per poi, tutto sommato, reagire molto bene nella seconda parte. Se uno guarda il suo ritmo di gara, è molto buono anche rispetto a Charles. Quindi è un pilota che sa essere veloce in qualifica e sa essere veloce in gara. Quindi credo che da questo punto di vista è un aspetto molto positivo.

L’incredibile stagione di Charles

Su Charles, è stata una stagione incredibile da parte sua, sin da subito molto veloce. Per come si è integrato nella squadra e per la sua leadership anche all’interno della squadra. Poi è inutile menzionare il numero di pole e le vittorie, però è un pilota che ha dimostrato che il nostro investimento come Ferrari Driver Academy è stato ben ripagato ed è sicuramente un investimento importante per Ferrari anche nei prossimi anni. La gestione dei piloti, per come si è spesso parlato, per come diceva lui, credo che tra di loro ci sia un rapporto molto onesto e trasparente e di collaborazione professionale. Gestirli è molto più semplice di quel che uno possa immaginare dall’esterno, perché, tutto sommato, sono due persone intelligenti e professionisti, indipendentemente da quel che può essere capitato. E credo che quel che è capitato è frutto del fatto che fin dalla prima gara abbiamo voluto gestire i nostri due piloti.

Gerstirli pensando alla squadra

Gestirli vuol dire pensare alla squadra e pensare a cosa è meglio fare per il risultato di squadra, prima di quello del singolo individuo, magari commettendo a volte qualche errore. Però siamo ancora convinti che nell’arco intero di una stagione, se uno guarda il risultato finale, sia la cosa migliore da fare per massimizzare quel che è il risultato di squadra. E se uno massimizza il risultato di squadra, indirettamente massimizza anche quel che è risultato il pilota stesso. Ed è su quello che con loro insistiamo sempre. Il loro primo avversario non è il compagno di squadra, ma sono tutti gli altri piloti delle altre vetture, perché, se uno vuole vincere il campionato come pilota Ferrari, intanto bisogna battere tutti gli altri, poi si pensa a battere il proprio compagno. Però, se come Ferrari intanto si inizia a vincere, poi il gestire nelle parti finali all’interno il tema è un lusso. Quindi questo è un tema. Per farlo, non vi nascondo che ci troviamo con loro prima della gara nel ragionare sui vari scenari, cosa può capitare, cosa potremmo essere portati a decidere nel corso della gara stessa a seconda di quel che può capitare. Era una discussione che ha portato a tutti molto imbarazzo a inizio stagione, non eravamo abituati, ma oggi è diventata una cosa molto più naturale e spontanea. In modo aperto e trasparente, discutere se uno è favorevole o contrario. E credo che questo dimostri anche la maturità del rapporto stesso e la maturità di loro due come piloti nell’accettare una situazione, nel confrontarsi con questa ed insieme provare a costruire qualcosa.

Momenti difficili ed errori

Poi ci sono stati momenti difficili, degli errori. Ho in mente in Cina, in cui abbiamo invertito le posizioni e non era il caso. Per carità, è la terza gara. Ho in mente Russia, dove in modo plateale in radio credo che ci siano stati messaggi probabilmente non facili da gestire da parte mia successivamente. Però sono tutti episodi come quelli del Brasile, dove erano liberi di gareggiare e hanno mostrato che a volte esser liberi di gareggiare può portare anche dei danni. Però sono tutti episodi che… lo dicevamo prima, abbiamo imparato molto dagli errori quest’anno. Credo che sono tutti errori che ci serviranno per essere ancora più forti. Pensando appunto a questa stabilità, a questo nostro progetto di medio e lungo periodo, ci permetteranno di essere più forti in futuro. Molto più facile non gestirli che provare a gestire. Sono convinto che, però, provarli a gestire sia la cosa giusta per quel che è la squadra.

Non più un primo e un secondo pilota

Poi, pensando all’anno prossimo, siamo partiti nella stagione in cui ho nominato un primo pilota piuttosto che un secondo, è chiaro che la situazione è cambiata. Oggi abbiamo un Charles che ha già un anno di esperienza, che ha mostrato di poter vincere e di essere veloce. Entrambi inizieranno la stagione con la propria ambizione di fare il meglio e di vincere come pilota e siamo consapevoli che sia giusto lasciare ad entrambi all’inizio perlomeno la possibilità di provarci. Però, nel provarci, rimangono due piloti Ferrari ancora una volta con la priorità: prima la squadra. Con la logica che dicevo prima. Quindi, se ci saranno situazioni in cui per la squadra sarà necessario dare degli ordini, non esiteremo a farlo.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

1 commento

  1. vettel conosce benissimo l’ambiente ferrari: infatti sono 7 anni che non vince una cicca da quanto lo conosce bene. Charles che lo conosce solo da un anno, ha già capito più del tedesco. La storia della prima e seconda guida ricalca quello che in Mercedes dicono di fare ma non ci crede nessuno che Bottas possa battere Hamilton o che non debba lasciargli strada (in passato è già accaduto più di una volta) e credo non accadrà mai a meno che Hamilton non fallisca le prime cinque gare non andando mai a punti. Charles si rassegni: anche il prossimo anno sarà non il numero due ma l’uno bis.

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