Senna a Doinington 1993. Trent’anni fa Pasqua cadde più o meno in questo stesso periodo. Era l’11 aprile e quel giorno, sotto il diluvio di Donington, vidi dal vivo il più grande primo giro della storia della Formula 1.
Era la domenica di Pasqua quell’11 aprile 1993 e a Donington la pioggia ti entrava sotto la cerata che avrebbe dovuto proteggermi. Per fortuna da qualche tempo avevo cominciato a portarmi dietro delle galosce, almeno per tenere asciutti i piedi. Arrivammo a Donington con un aereo privato organizzato dalla cosiddetta Ficarelli Airlines per un bel gruppetto di giornalisti italiani. All’aeroporto di Donington noleggiai insieme al mio amico Daniele Dallera (oggi capo dello sport al Corsera) una nuova Golf. Peccato che arrivati in pista la portiera del guidatore (a destra) non volle più saperne di aprirsi. Neppure quando Daniele usò le maniere forti… Dovemmo tornare indietro a farcene dare un’altra. Scusate la parentesi personale…

Credo, anzi ne sono sicuro: quello il primo giro di quella gara, il Gran Premio d’Europa 1993, sia ancora oggi il più bello della storia della Formula1. La sua McLaren numero 8 sembrava volare mentre tutti gli altri guidavano come sulle uoiva con la paura di volare via per colpa dell’acqua. Eppure davanti c’era anche chi cone Schumi poi sarebbe diventato a sua volta un signore della pioggia (sotto il diluvio la sua prima vittoria ferrarista a Barcellona 1996).
A Donington su una pista dove di solito gareggiavano soltanto le moto, neppure lontana parente del circuito stradale dove nel 1938 Nuvolari travolse le Mercedes e pure un cervo, Ayrton Senna incanta anche Lady Diana, arrivata fin quassù coi suoi figli William e Harry. In pole, sfruttando i rari raggi del sole, parte Prost. Ma sotto l’acqua succede di tutto. A fine gara si conteranno addirittura 67 cambi gomme.

Senna è quarto alla partenza con più di 1″6 di distacco da Prost in pole con la Williams. Al via, combattendo con Schumacher, perde una posizione. Ma alla fine del primo giro sarà già in testa superando subito Schumacher e poi Wendlinger, Hill e Prost. Sull’asfalto bagnato con gomme scolpite, danzava con la sua McLaren mentre gli avversari sembravano camminare sul ghiaccio. Ayrton faceva sembrare tutto semplice.
Prost finì in confusione totale sotto la pioggia che andava e veniva e cambiò gomme sette volte, finendo sì sul podio, ma doppiato. Fu una dimostrazione di guida pazzesca con una McLaren Ford che non valeva la metà delle Williams Renault del Professore e di Hill… “Alain è stato sempre troppo frettoloso a passare alle gomme da bagnato appena cominciava a piovere,” dirà impietosamente di lui Frank Williams.
“Nella vita bisogna saper rischiare, bisogna fare le proprie valutazioni e poi buttarsi quando si capisce che ne vale la pena. Qui a Donington mi è andato tutto bene e questo è davvero un giorno speciale perché su questa stessa pista, tanti anni fa, provai per la prima volta nella mia vita una Formula 1″, l’Ayrton pensiero.
Una gara davvero indimenticabile. Un giro indimenticabile che gli inglesi chiamarono Lap of the Gods. Il giro degli Dei.
Per Senna, ma anche per un ragazzo di Monza che oggi vive tra l’Italia e Cuba e ha appena festeggiato 60 anni: Fabrizio Barbazza che portò la sua Minardi al sesto posto, al primo punto della sua breve carriera in Formula 1. Anche lui guidò da maestro sotto la pioggia e ricordo bene l’emozione dei suoi occhi a fine gara quando andai nel motorhome di Giancarlo a farmi raccontare la sua piccola grande impresa.
Rileggendo l’elenco degli iscritti a quel Gp d’Europa ci sono addirittura sei piloti italiani: Patrese (5° al traguardo), Zanardi, Alboreto, De Cesaris, Badoer e Barbazza. Bei tempi. Belle facce.
E’ bello poter dire “io c’ero”….
Ecco il racconto di meccanici e ingegneri in un video della McLaren