Nel giorno in cui in fabbrica riparte l’attività in piena sicurezza, la Ferrari ha presentato in risultati del Q1 2020 in cui non si leggono ancora gli effetti della serrata causata dal Codiv. Ma nel suo discorso il ceo Louis Camilleri ha guardato con fiducia al futuro:
“… Tutto sommato siamo in condizioni relativamente buone, in particolare per quanto riguarda il nostro core business, e quindi in grado di resistere a una recessione prolungata. Abbiamo preso e stiamo prendendo le misure adeguate per far fronte a questa crisi in un modo che alla fine ci renderà più forti. Abbiamo spesso affermato che non siamo immuni alle crisi economiche o ad altri shock brutali, ma che siamo significativamente più resistenti della maggior parte dei concorrenti”
“….La Formula 1 è senza dubbio l’attività che influenzerà negativamente i nostri risultati 2020 nel modo più duro e anche quello che è di gran lunga il più difficile prevedere. Come sapete, il calendario originale prevedeva 22 gare. La FIA e il Il Gruppo di Formula 1 prevede ora un massimo di 18 gare, molte delle quali senza pubblico. Ciò implica chiaramente una drastica riduzione delle entrate generate dai diritti commerciali e dalle sponsorizzazioni, le nostre due primarie fonti di entrate”.
“Per mitigare questo impatto, almeno in parte, l’entrata in vigore del nuovo regolamento tecnico che avrebbero dovuto entrare in vigore nel 2021 è stata rinviata al 2022. Inoltre, ci sono stati dei significativi progressi nel congelamento di molti componenti per il 2021 e dei passi avanti nella riduzione dei costi futuri con l’introduzione di un salary cap, che si spera venga messo in pratica nel futuro. La nostra speranza è che questo limite delle spese renda la Formula 1 economicamente più sostenibile per tutti partecipanti assicurando però che rimanga il più importante campionato e fonte di significativi progressi per l’innovazione e la tecnologia nel mondo dell’auto”.
Per gli amanti dei numeri ecco il sunto del comunicato Ferrari:
Ferrari ha chiuso il primo trimestre dell’anno con 2.738 consegne, in aumento del +4,9% rispetto allo stesso periodo del 2019. I ricavi netti sono pari a 932 milioni “quasi in linea con l’anno precedente, nonostante la flessione dei ricavi generati dalla F1 e altri ricavi”.
L’andamento delle consegne è trainato dall’aumento del 5,7% delle vendite dei modelli a 8 cilindri (V8) e da un aumento del 2,4% dei modelli a 12 cilindri (V12). I volumi sono cresciuti nonostante le consegne siano state sospese prima del previsto a causa della pandemia da Covid-19.
L’ottimo andamento delle consegne della 488 Pista e della 488 Pista Spider, così come l’aumento delle consegne della F8 Tributo, ha ampiamente compensato la fine del ciclo di vita nel 2019 della 488 GTB e della 488 Spider. Le consegne delle Ferrari Monza SP1 e SP2 sono state prevalentemente in linea con le attese. La regione Emea è cresciuta del +25,4%, il resto dell’Apac del +23,2%, le Americhe del +4,2%, mentre la Cina Continentale, Hong Kong e Taiwan hanno evidenziato un calo delle consegne per effetto della decisione di anticiparle al 2019.
Ferrari ha rivisto i target del 2020 a causa “degli attuali vincoli e incertezze”. La stima è di ricavi netti fra 3,4 e 3,6 miliardi (era maggiore di 4,1 miliardi), ebitda adjusted 1,05-1,20 miliardi (era 1,38-1,43 miliardi), ebit adjusted 0,6-0,8 miliardi (da 0,95-1 miliardi), utile diluito adjusted per azione 2,4-3,1per azione (da 3,90-3,95 per azione), free cash flow industriale 0,1-0,2 miliardi (da maggiore o uguale a 0,4 miliardi).
La nuova guidance- spiega Ferrari – riflette le previsioni dell’impatto della pandemia da Covid-19, che influenzerà principalmente i risultati del secondo trimestre, causando una forte riduzione dei ricavi e dei proventi della Formula 1, delle attività legate al marchio e dalle vendite di motori a Maserati. Inoltre l’intervallo di guidance proposto si basa sulla volontà di assicurare un portafoglio ordini forte a fine anno, elemento cardine del modello di crescita della società.
Ferrari ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 166 milioni di euro, in calo dell’8% rispetto all’analogo periodo del 2019. L’ebitda adjusted è pari a 317 milioni, in crescita dell’1,9% con un margine pari al 34%. L’ebit adjusted è inferiore rispetto al precedente anno, per effetto dei maggiori ammortamenti.
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