Cento anni di #Coppi un po’ #Nuvolari e un po’ #Senna

Fausto Coppi (1919-1960), Tazio Nuvolari (1892-1953), Ayrton Senna (1960-1994)

Nel 2019 si celebra il centesimo anniversario della nascita di Fausto Coppi, uno dei grandi italiani dello sport. Campionissimi si nasce, ma poi bisogna anche diventarlo… e lui, fino a che la malaria (e la malasanità soprattutto) non lo ha portato via il 2 gennaio 1960, campionissimo lo è stato.

Leggendo le celebrazioni di Fausto Coppi in questi giorni (da applausi soprattutto Paolo Tomaselli su @lalettura e Gianni Mura su @robinson) mi è venuta voglia di cominciare il 2019 con un paragone ardito. Una scusa per parlare di Coppi su un blog motoristico, ma in fin dei conti il Grande Fausto (Il sito a lui dedicato) andava più veloce di tanti motorini…

Chi è stato Coppi se non il Nuvolari delle due ruote? Un termine di paragone per tutti quelli che sono venuti dopo. Un simbolo del loro sport. Anzi, il simbolo dell’eccellenza nei rispettivi sport. Epoche diversi, uomini diversi, destini diversi, ma in comune l’essere il termine di paragone per chi si è poi trovato a interpretare lo stesso mestiere. Meglio Coppi o Bartali? Meglio Coppi o Merckx? Meglio Nuvolari o Ascari? Meglio Nuvolari o Schumacher? (Un vecchio post su Nuvolari)

Ma Coppi non lo paragono solo a Nuvolari. Lo accosto anche a Senna perché come Ayrton se ne è andato prima del tempo, è diventato leggenda prima di completare la propria vita sportiva. Coppi portato via a 40 anni da una malaria non capita e non curata nonostante le telefonate di Geminiani suo compagno nel viaggio africano che a Parigi è stato invece ben curato. Senna da un incidente figlio di un errore di progettazione della Williams oltre che dalla sfortuna di una sospensione che è andata a infilarsi proprio lì, nel punto più debole di un casco. E in comune Coppi e Senna hanno anche un po’ di melanconia in fondo al loro sguardo, sempre pronta a spuntare anche nei giorni della grande gioia.

Un po’ Nuvolari è un po’ Senna, ecco perché comincio l’anno parlando di Coppi l’airone che ha scatenato la fantasia di tanti scrittori da Gianni Brera a Orio Vergani, da Indro Montanelli a Enzo Biagi fino a Dino Buzzati. Se su Fausto Coppi sono stati scritti 230 libri un motivo ci sarà. Non si quanti ne abbiano scritti su Nuvolari, ma di sicuro su Senna campione globale ne sono stati scritti molti di più… Per Coppi ha scritto Gino Paoli, per Nuvolari ha scritto Lucio Dalla. Poesie in musica. (La canzone di Gino Paoli)

Coppi è stato “un uomo solo al comando“. Ma prima di lui anche Nuvolari era stato lo stesso. Coppi sulle strade del Giro e del Tour, Nuvolari a casa dei tedeschi e degli americani. Coppi amava la caccia, Nuvolari la fotografia, Coppi amava la dama bianca, Nuvolari ha sempre amato sua moglie, tutti e due erano devoti di padre Pio, Coppi ha “corso” anche in auto una Milano-Sanremo con una Lancia Aurelia e la Dama Bianca come navigatore (era il 1954), Nuvolari le due ruote le aveva preferire abbinate con un motore, Coppi è morto giovane a 40 anni, Nuvolari avrebbe voluto andarsene giovane anche lui dopo il dolore per i figli, ma alla fine è morto vecchio nel suo letto. Uomini di provincia da Castellania e da Castel d’Ario, simboli dell’Italia dei loro tempi, capaci di liberare i sogni della loro gente. Hanno messo i loro paesi sulla carta geografica. Ma soprattutto hanno dato lustro alla nostra cara vecchia Italia.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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