Ferrari perchè il secondo posto avrebbe un significato

Per Enzo Ferrari “il secondo era il primo dei perdenti”. Ai tempi di Montezemolo quando si arrivava secondi, magari perdendo il Mondiale all’ultima gara, ci si incazzava di brutto. L’obiettivo massimo della Ferrari di oggi è il secondo posto nel Mondiale Costruttori recuperando i 20 punti che mancano alla Mercedes. Sembra assurdo, ma quest’anno sarebbe un risultato con un certo significato. Ecco perché.

La stagione della SF-23 è partita decisamente male. Ci sono stati dei momenti in cui la Ferrari era la quarta, quinta forza in pista. In classifica non è mai andata oltre il quarto posto, ma dopo l’Ungheria e il Belgio aveva 56 punti di distacco dalla Mercedes. Ora sono 20.

Da Monza in poi abbiamo assistito ad un’inversione di tentenza. La Ferrari è migliorata, la Mercedes è peggiorata. Un trend che in passato, da metà campionato in poi, era al contrario.

Nonostante sussurri e chiacchiere, la Ferrari sta dimostrando di lavorare unita verso l’obiettivo che è il secondo posto, lo stesso già acchiappato l’anno scorso. Vasseur andrà giudicato su questo a fine anno, su come ha fatto lavorare il team costruendo il futuro.

Anche la comprensione della SF-23 sembra migliorata. A Suzuka ha pagato poco il degrado e la sensazione è che se si fosse gareggiato in Giappone a inizio stagione sarebbe finita in modo ben diverso.

Restano comuque da migliorare le prestazioni su certe piste perchè se la Mercedes è stata battuta, non si può dire altrettanto della McLaren, senza scordare che Max è arrivato 43″9 prim di Charles al traguardo.

Senza stappare troppe bottiglie di Ferrari, ci sarebbe comunque un bel significato dietro ad un secondo posto tra i Costruttori quest’anno. L’anno scorso a dire il vero era stato importante anche il secondo posto di Charles tra i piloti.

E pazienza se l’anno scorso Binotto fu cacciato proprio perché era arrivato secondo e non primo…

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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