
Per la quarta volta la Formula 1 fa tappa a Baku. La prima edizione di questa gara risale al 2016, quando portava il nome di Gran Premio d’Europa, le altre sono invece state inserite in calendario come GP dell’Azerbaigian. Il circuito cittadino di Baku è uno dei tre attualmente presenti nel Mondiale sui quali la Scuderia Ferrari non ha mai vinto. Le altre due piste tabù sono Sochi (Russia) e Yas Marina (Abu Dhabi).
Baku non è una pista che porta fortuna alla Ferrari. L’anno scorso Vettel si giocò la vittoria tentando un attacco suicida a Bottas dopo la Safety Car. Regalò a Hamilton il successo della resurrezione. Primo regalo della stagione. A Baku la SF90 avrà le prime evoluzioni stagionali per adattarla al tracciato e cercare di guarire il suo male oscuro. Siamo già a una prova senza appello: se la Ferrari non dovesse vincere sarebbe davvero quasi finita…
Per fortuna Baku è una pista che porta buoni ricordi a Leclerc: “Quello dell’Azerbaigian è uno dei miei circuiti preferiti, lo adoro e ho sempre fatto molto bene qui avendo ottenuto un successo e un podio in Formula 2 e i miei primi punti in Formula 1 lo scorso anno. Il percorso mi piace davvero tanto, specie la parte dell’antico castello con quella serie di curve strette. È veramente una pista unica senza eguali nel mondo. La regola è piuttosto semplice: mai perdere la concentrazione, perché al primo errore ti ritrovi contro il muro. La pista di Baku è impegnativa, ma non vedo l’ora!”.
Il tracciato si caratterizza per i lunghi rettifili e le curve a gomito, un layout che esalta la potenza del motore e porta i piloti a sfiorare i muretti per ottenere i migliori tempi sul giro. C’è anche un tratto misto, rappresentato dalle curve 8-9-10-11, tra cui quella strettissima che gira intorno alla fortezza. In questo settore è molto importante avere trazione. La mappa del circuito non deve trarre in inganno: sono raffigurate le curve 17, 18, 19 e 20 ma questa parte si percorre in pieno ed è una zona nella quale è possibile azionare il DRS.
“Questo circuito ha un tratto lungo 2,2 chilometri da fare in pieno in cui sfioriamo i 360 km/h prima della frenata molto impegnativa della prima curva verso sinistra – ha detto Vettel – La ripida salita intorno alle mura della città vecchia è larga solo sette metri, che in una vettura di Formula 1 sembrano anche meno. Ti sembra di dover infilare il filo in un ago! Non c’è abbastanza spazio per due monoposto in quel punto per cui se stai duellando con un altro pilota è meglio mettersi d’accordo su chi deve passare per primo. Una delle sfide di Baku è trovare il giusto bilanciamento a livello di carico aerodinamico: devi poter affrontare bene le curve lente ma c’è bisogno di essere anche velocissimi sui rettilinei. È un compromesso non facile da trovare”.
Mattia Binotto ammette l’importanza della posta in palio per la Ferrari: “Venendo da tre gare nelle quali non abbiamo raggiunto il risultato che speravamo, questo GP è per noi ancora una volta molto importante. Ci siamo preparati al meglio, analizzando tutti i dati sin qui disponibili, cercando di individuare le aree di miglioramento e di adattare il nostro assetto e la gestione della power unit a quelle che sono le caratteristiche della pista. Baku presenta infatti un lunghissimo rettilineo, dove il motore è sollecitato in modo particolare sia per quanto riguarda il motore termico che per la parte ibrida. Qui i sorpassi sono abbastanza facili anche grazie all’effetto del DRS che quest’anno è addirittura più potente rispetto al passato. Presenta un asfalto molto liscio, per cui l’usura delle gomme è tendenzialmente scarsa ed essendo basso il livello di energia che si trasferisce nelle gomme, queste fanno fatica a riscaldarsi. L’esperienza ci ha insegnato che Baku è una pista dove la probabilità di vedere in azione la Safety Car è elevata, e questo è un elemento importante da considerare nella strategia di gara. A Baku porteremo alcuni aggiornamenti che rappresentano un primo passo nella direzione dello sviluppo della SF90”.