
Domenica si corre in Francia a Le Castellet, circuito che poca ricorda quello glorioso di un tempo, ma pista che è a portata di viaggio in auto per gli appassionati italiani. Per gli altri non resta che Sky (gara dalle 15.10, poi ci si vede a Race Anatomy che per celebrare #alfaromeoday andrà in onda dal Museo di Arese).
Gran Premio di Francia numero 60. Dopo esser tornato lo scorso anno, interrompendo 10 stagioni senza Francia in calendario, la F1 torna a Le Castellet per l’ottava gara della stagione. Sono 7 le piste che hanno ospitato il Gp francese: 17 le vittorie Ferrari.
Il Grand Prix de France del 1906 fu il primo Gran Premio automobilistico della storia e per chi trionfava c’era una ricompensa particolare: ben 45.000 franchi, equivalenti più o meno a 13 kg d’oro. Nella storia della Formula 1 questa gara si è disputata su sette piste diverse e la Scuderia Ferrari si è imposta in 17 occasioni.
- Rispetto al 2018, il circuito è stato ampiamente riasfaltato in quasi tutte le curve – per circa un terzo del giro. Il nuovo asfalto presenta caratteristiche simili al precedente e dovrebbe quindi consentire buone prestazioni.
- L’asfalto è abbastanza liscio e i livelli di degrado dei pneumatici sono generalmente bassi. Potrebbe generarsi del degrado termico dato dalle temperature elevate in questo periodo dell’anno nel sud della Francia.
- Il Paul Ricard enfatizza soprattutto i carichi laterali, anziché trazione e frenata. Per i Team dovrebbe essere più semplice trovare il giusto bilancio tra asse anteriore e posteriore, e di conseguenza far lavorare i pneumatici nella corretta finestra d’utilizzo, nonostante la presenza del lungo rettilineo del Mistral, interrotto da una chicane, che potrebbe raffreddare l’anteriore, oltre ad alcune brusche frenate.
- Curva 13 è la seconda più impegnativa dell’anno in termini di carichi continui, dopo Curva 1 a Shanghai.
- Nel 2018, la maggior parte dei piloti ha scelto una strategia a una sosta, influenzata anche dal periodo di safety car nei primi cinque giri.
- Nel 1971 la pista ospitò il primo Gran Premio di Formula 1 e continuò a farlo, alternandosi inizialmente con la pista di Digione, fino al 1990. Il layout attuale del circuito è però più simile a quello usato dal 1971 al 1985, anche in termini di lunghezza, rispetto alla versione ridotta (3.813 metri di lunghezza) impiegata dal 1986 al 1990.
- La principale differenza con la pista originaria riguarda la chicane introdotta sulla “ligne droite du Mistral” per spezzare in due tronconi il lunghissimo rettilineo di 1.800 metri.
- Con 5.842 metri è la quinta pista più lunga del campionato, dopo Spa-Francorchamps, Baku, Silverstone e Sochi.
- Si tratta di una pista molto tecnica, da medio carico aerodinamico con curvoni velocissimi come la Signes (curva 10) che viene affrontata in pieno e altre molto lente come la curva 15, in cui le monoposto scendono sotto i 90 km/h.
- Secondo i tecnici Brembo, che hanno classificato le 21 piste del Mondiale, il Circuit Paul Ricard rientra nella categoria dei circuiti scarsamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 2.
- A differenza delle ultime gare, per il Paul Ricard i tre top team hanno fatto delle scelte praticamente identiche di set disponibili di mescole, con un’enfasi sulla soft. Unica eccezione per Max Verstappen, che ha selezionato un set in più di medium rispetto ai diretti rivali.
- La Honda porterà in pista la terza evoluzione del suo motore per spingere la Red Bull.
“Le tre mescole nominate per la gara in Francia rappresentano una scelta leggermente più conservativa rispetto al 2018, quando avevamo portato soft, supersoft e ultrasoft – ha detto Mario Isola, responsabile F1 di Pirelli – Quest’anno non è presente in gamma l’equivalente della supersoft e la nomination dovrebbe consentire ai piloti di spingere al massimo da inizio alla fine di ogni stint. Così come per Barcellona e Silverstone, anche al Paul Ricard lo scorso anno erano presenti pneumatici con battistrada ridotto: ciò ci permetterà di fare un paragone diretto rispetto al 2018 sull’evoluzione delle monoposto. Nonostante il circuito francese sia stato largamente riasfaltato, non dovrebbero esserci molte differenze rispetto alle caratteristiche del tracciato. È solo la seconda volta in tempi recenti che si disputa qui un gran premio, quindi i dati a disposizione non sono molti. Uno dei nostri test in ottica 2020 si è disputato il mese scorso al Paul Ricard, ma su una configurazione più corta e diversa rispetto a quella utilizzata per il gran premio”.