Hamilton parte, twitta, domina e vince… Ferrari doppiate

Lewis Hamilton detta legge anche in Bahrain conquistando l’undicesima vittoria della sua stagione perfetta. Anche se il vero vincitore del weekend resta Grosjaen per il balzo da atleta vero che gli ha permsso di schizzare fuori dalla sua Haas in fiamme.

Nel gran premio della grande paura per Grosjean, del ribaltamento di Stroll, del ritorno del fuoco su una pista di Formula1, Lewis Hamilton non ha fatto una piega. Ha corso, dominato e vinto a modo suo, prendendosi il tempo di twittare un messaggio per elogiare gli sforzi fatti dalla Formula 1 per inseguire la sicurezza.

Ha manenuto il sangue freddo e la concentrazione. E’ partito benissimo la prima volta, è partito altrettanto bene la seconda, ha fatto lo stesso dopo la Safety Car. Non il minimo errore mentre il suo compagno di squadra Bottas naufragava come gli è capitato spesso quest’anno. Valtteri ha clamorosamente sbagliato la prima partenza (da secondo a sesto), poi al secondo via è stato rallentato da una foratura che lo ha costretto a fermarsi per cambiare le gomme ripartendo dall’ultima posizione.

Hamilton ha tenuto Verstappen a distanza di sicurezza, mai davveeo a occupargli gli specchietti. Sul podio con loro è finito Albon con l’altra Red Bull mentre Sergio Perez è stato tradito dal motore (Mercedes) della sua Racing Point a tre giri dalla fine… Un brutto colpo dopo una sua bella prestazione… Un bel colpo per la McLaren nel mondiale costruttori…

La Red Bull le ha provate un po’ tutte per mettere in difficoltà la Mercedes di Hamilton. Ha anticipato i pit stop, ha mescolato le gomme a disposizione… Nulla da fare…

La gara delle Ferrari è stata raccappricciante. Leclerc ci aveva illusi dopo una grande partenza, ma poi in un film già visto al Mugello ha perso una posizione dietro l’altra chiudendo solo in decima posizione. Vettel ha fatto una corsa nelle ultime posizioni (ha chiuso 13°) combattendo con una macchina inguidabile e qualche fantasma…

Al via Seb si è lamentato via radio del comportamento di Charles che alla prima curva della seconda partenza lo aveva infilato all’interno (“ha fatto la stessa manovra dell’Austria! Forse voleva un altro incidente”). In realtà questa volta lo spazio c’era. Charles è stato aggressivo, è vero, ma doveva per provare a guadagnare qualche posizione… Una piccola lite in famiglia, passata quasi inosservata in una giornata così…

Una giornata in cui le due Ferrari hanno chiuso doppiate… Nonostante la gara sia finita dietro la Safety Car

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

2 commenti

  1. Non c’è limite alla sofferenza per i ferraristi (come me) quest’anno. Io capisco che non ci sia intenzione di cambiare i vertici (e aggiungo beati loro che non vengono allontanati!), ma credo questo tema debba tornare d’attualità. Io proprio non vedo come questo gruppo possa far crescere la squadra: prestazioni altalenanti, ancora incapaci di comprendere la macchina (con i suoi limiti e difetti) e applicare assetti corretti, demotivazione generale (seppur comprensibile)… sono solo io ad avere dei dubbi su questo gruppo?

    1. Credo che non sia l’unico ad avere dei dubbi

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