Esistesse una macchina del tempo tornerei volentieri indietro di 25 anni, all’8 ottobre 2000, quando Michael Schumacher ruppe l’incantesimo, incartò quella che sembrava una maledizione e riportò la Ferrari sul tetto del mondo conquistando il Mondiale Piloti 21 anni dopo Jody Scheckter.
L’attesa fu lunghissima, da record tra un Mondiale e l’altro. Il problema è che quel record può essere battuto. L’ultimo titolo piloti è quello del 2007 di Kimi. Ci siamo quasi… Ma questo è un altro discorso.
Qui viaggiamo nei ricordi che ci riportano alla lunga attesa della gara di Suzuka dopo che già in due occasioni Schumacher aveva fallito l’ultimo colpo, a Jerez nel 1997 quando andò a schiantarsi contro Villeneuve e a Suzuka l’anno dopo quando balbettò alla partenza lasciando spegnere il motore. Per non parlare del 1999 quando c’era Irvine da aiutare, ma sappiamo come andò a finire dopo che Michael aveva saltato tutta l’estate per la frattura subita a Silverstone.
Sembrava davvero una maledizione.
Anche quell’anno duemila era stato un lungo inseguimento alla McLaren di Hakkinen culminato con tre successi di fila a Monza, Indianapolis e Suzuka….
Il raconto di quella cavalvata lo trovate qui https://topspeedblog.it/ventanni-fa-il-primo-mondiale-di-schumi-con-la-ferrari/
Ma che cosa aveva quella Ferrari che oggi non c’è più? Ecco qui:
- un presidente presente (Luca di Montezemolo)
- un responsabile della Scuderia presentissimo (Jean Todt) che se c’era da prendersi le colpe lo faceva (presentò anche le dimissioni)
- un team composto dai migliori ingegneri su piazza (Ross Brawn, Rory Byrne, Paolo Martinelli)
- una seconda fascia di tecnici pazzesca (Stefano Domenicali, Mario Almondo, Luigi Mazzola, Andrea Stella, Mattia Binotto, Luca Baldisserri…)
- l’uso della pista di Fiorano (Luca Badoer non va scordato)
- un pilota fuoriclasse che non ha mai detto una parola contro la squadra anche quando ne avrebbe avuto le ragioni (Michael Schumacher)
- un secondo pilota chiaramente secondo (Irvine e poi Barrichello e Massa)
- una squadra che lavorava da squadra
Con questi ingredienti si diventa campioni del mondo una, due, tre, quattro, cinque volte di fila… (sei tra i Costruttori)
Pensiamo a quell’8 ottobre 2000 e pensiamo a dove siamo oggi. Ma pensiamo anche a dove era la Ferrari nel 1991 quando arrivò il nuovo presidente, a dove è stata nei primi anni di Todt, a quanto ci ha messo Schumacher a vincere. Fu una crescita costante, un miglioramento continuo. Oggi purtroppo di miglioramenti non ne abbiamo visti, ogni volta che sembrava di essere sulla strada buona capitava qualcosa (prima con Arrivabene, poi con Binotto)… è mancata la pazienza in quelle occasioni, se ne è avuta troppa questa volta.


