
La 24 ore di Daytona, formalmente Rolex 24 at Daytona, è una delle gare mitiche del panorama motoristico mondiale. In calendario dal 1969 ha visto correre e vincere tutte le grandi case automobilistiche. E anche quest’anno è stata terra di conquista per due grandi aziende italiane: Dallara e Lamborghini. La Dallara ha vinto per la quarta volta di fila la classifica assoluta, la Lamborghini per il terzo anno consecutivo la classe GTD.
La Dallara Cadillac di Wayne Taylor, interamente made in Italy, si è confermata imbattibile anche quest’anno nonostante una corsa regolare e combattuta (nuovo record sulla distanza), interrotta da sole sei neutralizzazioni con safety car a dispetto della gara ridotta e poi sospesa a causa dell’abbondante pioggia dello scorso anno. Kamui Kobayashi, Scott Dixon, Ryan Briscoe e Renger Van der Zande hanno portato al successo con oltre un minuto di vantaggio la vettura che Wayne Taylor schiera in società con l’ex pilota Max Angelelli per conto di Cadillac
“Quattro vittorie in quattro stagioni era davvero un risultato difficile da conquistare, soprattutto quest’anno dove la competizione era ancora più agguerrita che in passato. La vittoria di ieri ci ha riempito di orgoglio – commenta l’ingegner Giampaolo Dallara – Inoltre riuscire a vincere con il record di percorrenza nell’anno in cui si ridefiniscono le regole future del campionato IMSA era ancora più importante. Dobbiamo essere fieri di questo risultato e per questo voglio ringraziare tutti i collaboratori dell’azienda per questo sforzo che ci ha dato un’enorme soddisfazione.”

Lamborghini ha vinto invece per il terzo anno consecutivo consolidando il primato di successi nella storia della classe GTD. La vittoria è stata conquistata dalla Huracán GT3 Evo n. 48del team Paul Miller, seguita dalla Huracán n. 44 della scuderia GRT Magnus, che ha completato il trionfo e regalato a Lamborghini la seconda doppietta a Daytona.
Primo successo sullo storico circuito triovale per il pilota ufficiale Lamborghini Andrea Caldarelli, volato in Florida per supportare gli statunitensi Madison Snow, Brian Sellers e Corey Lewis, già vincitori della 12 Ore di Sebring nel 2018. Così come Marco Mapelli si è unito a John Potter, Andy Lally e Spencer Pumpellysulla vettura n. 44 del team GRT Magnus.
Stefano Domenicali, CEO e Chairman di Automobili Lamborghini, ha dichiarato: “Nel 2019 avevamo già scritto la storia vincendo per la seconda volta consecutiva una gara leggendaria, alla quale partecipano tutti i marchi automobilistici più prestigiosi. Il trionfo di quest’anno è la dimostrazione di come in Lamborghini non ci si fermi mai, lavorando incessantemente per raggiungere sempre nuovi e più alti traguardi. I miei complimenti ai team e ai nostri piloti, che hanno fatto un lavoro straordinario“.
Nella classe GT per equipaggi ufficiali ha invece vinto ancora la Bmw con l’M8 schierata in America dal team Rahal/Lettermann/Lanigan racing. In una gara come sempre combattutissima, John Edwards, Jesse Krohn, Augusto Farfus e Chaz Mostert hanno battuto per una decina di secondi le due Porsche, dopo che queste avevano dettato il ritmo per gran parte della gara. Giù dal podio le nuove Corvette C8 mentre la Ferrari del Risi Competizioni si è ritirata ad un’ora dalla fine.