
C’è una Ferrari che vince. A Le Mans, nel giorno della Toyota e di Fernando Alonso, la Ferrari 488 Gte Evo di PierGuidi, Calado e Serra ha conquistato la gara in LM GTE Pro, esattamente 70 anni dopo la prima vittoria (assoluta) della casa di Maranello nella 24 ore più famosa del mondo.
Fernando Alonso ha rivinto a LeMans ed è diventato anche campione del mondo endurance. La sua terza corona personale dopo i due titoli in Formula1. L’anno scorso, prima tappa di questa SuperSeason endurance, Fernando era stato più incisivo e decisivo. Quest’anno la vittoria è arrivata quasi per grazia ricevuta, ma è arrivata. E alla fine conta l’Albo d’oro che ore Fernando è ricchissimo e che con scelte migliori avrebbe potuto essere ancora più ricco.

La Toyota 8 ha preso la testa della gara a cavallo della 23esima ora, quando Lopez con al numero 7 più rapida per tutta la gara, ha avuto a che fare con una foratura apparentemente inesistente, tanto che gli ingegneri una volta cambiate le ruote, diranno di ignorare la scritta “puncture” sul cruscotto della macchina. Probabilmente tutto è stato provocato dalla disfunzione del sistema elettronico di controllo.
Alonso chiude qui la sua avventura con Toyota in endurance per dedicarsi a nuove sfide (la Dakar) e inseguire la sua Triple Crown con la 500 miglia di Indianapolis. Poi vedremo se la Formula1 lo rivorrà visto che uno come lui farebbe comodo a tanti.

Settant’anni dopo la prima vittoria alla 24 ore, quella volta assoluta con la 166MM di Luigi Chinetti e dell’inglese Peter Mitchell Thompson, la Ferrari ha vinto ancora LeMan nella categoria Gte Pro con la 488 Gte Evo di PierGuidi, Calado e Serra. Un italiano, un inglese, un brasiliano per battere la Porsche di Bruni e quella di Bamber. Una Ferrari davanti a due Porsche e a un mare di Ford… Comunque una bella soddisfazione.
magari in qualche stracittadina si potrebbe trovare anche una ferrari che batte la Mercedes… pur di nominare una ferrari vincente si spulcerebbero anche le gare con le biglie sulla spiaggia. Non è un pò penoso? E’ nelle gare che contano che occorre vincere non in quelle di contorno o di nicchia.