#MonacoGp senza speranze per chi non guida una #Mercedes. Ma questa gara è una roulette…

Con Lauda nel cuore. Sulla carrozzeria o addirittura sul casco come ha scelto di fare Sebastian Vettel con un omaggio straordinario che conferma la passione di Seb per la storia della Formula1. Bravo Seb. Vincere con quel casco a Montecarlo sarebbe un sogno. Peccato che dopo la prima giornata di prove la Ferrari non gli abbia regalato grandi speranze.

“Non siamo abbastanza veloci per battere la Mercedes”. Ormai la musica suonata da Sebastian Vettel è sempre la stessa.

Dopo quanto avevamo visto a Barcellona, soprattutto nel terzo settore della pista catalana, era difficile immaginarsi qualcosa di diverso da quanto è emerso dalle prove del giovedì. Mercedes davanti, Red Bull in zona pericolosa (ma macchina sorprendentemente scivolosa), Ferrari in difficoltà perché 7 decimi di distacco è tanta, tantissima roba.

D’altra parte le dichiarazioni di Vettel non danno scampo alla SF90: “Qualcuno ha lavorato meglio. Abbiamo imparato alcune cose durante le prove spagnole ma non nella misura da poter pensare di raggiungere la Mercedes. Per quello serve più tempo, e la squadra è al lavoro per inseguire questo obiettivo”.

“Le analisi a Maranello hanno confermato che le gomme di quest’anno sono molto diverse, rispetto a quelle del 2018 e richiedono caratteristiche meccaniche e aerodinamiche differenti“.

Come dire la SF90 è sbagliata. E tutta (o quasi) da rifare. Ne abbiamo parlato già la scorsa settimana #Ferrari, ma la SF90 è davvero tutta sbagliata? E la sensazione dopo aver sentito le parole di Sebastian è che la risposta sia una sola: sì. Il che vuol dire aspettare qualche buona notizia in piste particolari (Canada ad esempio) ma poi rimandare ogni velleità a dopo l’estate.

La Ferrari entra nel weekend di Montecarlo con un obbiettivo: piazzare due auto in seconda fila. Non il massimo. Ma in assenza di meteoriti vedo difficile ogni altro finale. Poi in una pista come quella di Monaco tutto può accadere. Abbiamo visto campioni sbagliare e finire contro le barriere, vincitori arrivati da lontano, addirittura a loro insaputa come capitò a Riccardo Patrese che in quel folle finale del 1982 (era il 23 maggio, come oggi) non si era accorto di aver chiuso in testa

Dovremo cercare di entusiasmarci per il duello tra Hamilton e Bottas (divisi da 81 millesimi)… Lo credete possibile?

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

1 commento

  1. Quindi hanno in mano un missile e ce gente che parlava della red bull di vettel..

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