Qatar, l’importanza della simulazione

La Formula 1 torna in Qatar dove finora ha corso una sola volta e ci arriva per la prima volta da quando sono state introdotte le vetture a fondo piatto. Le mimulazioni, in un weekend di Sprint race, saranno fondamentali.

La Ferrari nei weekend di Sprint race è sempre andata molto forte:

“Sulla carta la pista di Losail promette di essere un’altra verifica severa per la SF-23. Da Zandvoort in poi abbiamo imparato molto su come gestire il pacchetto a nostra disposizione e anche in Qatar faremo il massimo per mettere Charles e Carlos in condizione di lottare nel serratissimo gruppo che ad ogni gara combatte sul filo dei millesimi alle spalle di chi comanda il campionato”. ha detto Vasseur

“Andiamo in Qatar per la prima volta dall’introduzione della nuova generazione di monoposto a effetto suolo, e avremo una sola sessione di libere dato il ritorno del formato Sprint, per cui il lavoro di preparazione svolto a casa e al simulatore sarà ancora più importante: contiamo di arrivarci preparati al meglio. L’obiettivo sarà anche in questa occasione portare a casa un buon bottino di punti che ci permetta di continuare a lottare per il secondo posto nella classifica Costruttori”.

Ne parla Enrico Sampò, il capo del reparto simulazioni

 Si torna a Lusail dopo due anni e si tratta dell’esordio per le vetture dell’attuale generazione, contraddistinta dal ritorno dell’effetto suolo. Quanto sono utili i dati del 2021 e quanto invece il simulatore costituisce un valore aggiunto nella preparazione di questa gara?
Tornare dopo due anni su un circuito frequentato una sola volta richiede una preparazione ancora più rigorosa e un’attenta valutazione degli elementi incerti, che sono necessariamente maggiori del solito. I dati del 2021 sono comunque utili, soprattutto per quanto riguarda il layout del circuito, che non è fondamentalmente cambiato, anche se sono mutati alcuni dettagli e la superficie è stata riasfaltata. Sarà quindi molto importante verificare la validità dei nostri modelli durante le prove libere del venerdì. Il debutto su questa pista delle vetture a effetto suolo introduce nella preparazione del weekend un’incognita aggiuntiva e rende dunque limitata l’utilità dei dati 2021. Il simulatore è quindi fondamentale per ipotizzare il comportamento della vettura in pista e provare ad anticiparne le limitazioni connesse. Insieme ai piloti abbiamo preparato virtualmente quello che crediamo essere un buon set-up di partenza e abbiamo simulato scenari differenti in modo da essere pronti a reagire alle situazioni cui potremmo trovarci di fronte.

2.Quali sono le caratteristiche della pista di Losail?
Il circuito presenta 16 curve e un solo rettilineo davvero lungo. Nella prima parte si trovano soprattutto curve a media percorrenza, mentre nella seconda c’è una sequenza da alta velocità. La curva 6 è l’unica veramente lenta di tutto il circuito. Questa combinazione rende Lusail una pista veloce e guidata, che richiede un set-up vettura per il quale è necessario un carico aerodinamico medio-alto che consenta di avere comunque una buona efficienza sul dritto. Le curve veloci inoltre richiedono un’attenta gestione della temperatura e del comportamento degli pneumatici per evitare surriscaldamenti e usure precoci. È una sfida stimolante.

3.Parliamo di te: come sei arrivato in Ferrari e cosa significa indossare questi colori?
Sono nella Scuderia dal 2011, a seguito di un percorso di studi a cavallo fra Italia, Germania e Regno Unito nel quale mi sono specializzato su temi come dinamica veicolo e simulazione. Nel team ho ricoperto diversi ruoli, per poi arrivare a gestire il simulatore circa tre anni fa. Ferrari è un’icona mondiale, per cui indossarne i colori è sicuramente motivo d’orgoglio: siamo un’eccellenza Italiana riconosciuta del mondo e d’ispirazione per tutto il Paese.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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