Rassegna stampa: bufera sulla Red Bull, palla alla Fia

Mentre su Singapore si scatena un diluvio tropicale diamo un’occhiata a che cosa scrivono i quotidiani del caso Red Bull. Si chiedono, giustamente, pene esemplari. Io lo chiamo doping finanziario. Occhio però perché difficilmente a Max verrà tolto il titolo 2021 come titola la Gazzetta in prima pagina.

Il caso Red Bull, rivelato ieri da Corriere e Gazzetta, oggi occupa massicciamente le cronache da Singapore sui quotidiani italiani.

Dopo Giorgio Terruzzi sul Corriere della sera ieri mattina, oggi anche La Stampa rilancia l’ipotesi di una violazione della scuderia austriaca ai limiti di spesa nel 2021. Rischia penalità e tagli ai futuri bilanci. La Fia deciderà entro il 5 ottobre. “Se le voci trovassero conferma – scrive Stefano Mancini – le cifre omesse ammonterebbero a dieci milioni e prevederebbero penalizzazione in punti per il team o tagli al budget cap 2023. Una soluzione che aggiusterebbe i conti, però lascerebbe un alone di ingiustizia: il regolamento tecnico e sportivo ha lo stesso valore di quello finanziario introdotto l’anno scorso, quindi, in sintesi, la macchina con cui Verstappen ha vinto il titolo non era regolare. È la prima grana per il presidente della Fia, Mohammed Bin Sulayem”.

Il Corriere della sera stamattina rilancia: “In gioco – scrive sempre Terruzzi con Daniele Sparisci – c’è la credibilità di uno sport già provato dal controverso finale di Abu Dhabi. Il vaso con i veleni del 2021 è stato riaperto dai revisori indipendenti incaricati di verificare la coincidenza fra le spese dichiarate e realmente sostenute nello scorso campionato. Se all’Aston Martin verrebbe confutato un lieve scostamento dal budget cap di 145 milioni di dollari, per la Red Bull si parla di infrazione grave, con un sforamento superiore al 5%, sui 10 milioni. Una cifra che consentirebbe di avere 100 persone in più in organico. In sintesi sono soldi che consentono di «comprare prestazioni», non solo per la stagione 2021 ma anche per quelle successive. Doping finanziario”.

Gianluca Gasparini dalle pagine della Gazzetta scrive che “chiudere il tutto con una pena pecuniaria non è immaginabile: significherebbe incentivare le scuderie che hanno alle spalle colossi industriali dell’auto a ignorare le regole. Tanto poi, pagando, tutto si sistema. La punizione deve fare da deterrente. Non va ripetuto l’errore del fair-play calcistico aggirato con vari espedienti, dall’arrivo di uno sponsor amico alla vendita di asset societari iper-valutati. E le sanzioni vanno adottate, a questo punto, con grande velocità. Sarebbe spiacevole per la F.1? Non importa. Abbiamo visto la Juventus finire in serie B, sette vittorie al Tour de France tolte a Lance Armstrong e un mucchio di medaglie d’oro olimpiche cambiare padrone. La sofferenza, per il mondo dei GP, sarebbe momentanea”.

Curioso come i quotidiani stranieri stiano sottovalutando il caso. Eppure ad aver perso il mondiale è stata la Mercedes non la Ferrari.

La Fia per ora si nasconde dietro a un comunicato che nulla spiega:”La FIA sta ultimando la valutazione dei dati finanziari per il 2021 presentati da tutte le squadre di Formula 1. Le presunte violazioni del Regolamento finanziario, se presenti, saranno trattate secondo il processo formale previsto dal regolamento. La FIA ha preso atto delle speculazioni e delle congetture prive di fondamento emerse in relazione alla questione e ribadisce che la valutazione è in corso e che verrà seguito il giusto processo senza tenere conto di alcuna discussione esterna”

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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