Rassegna stampa: contro #Hamilton sentenze pilotate?

Rassegna stampa dedicata alla sciocchezza del re. Hamilton e la Mercedes sotto accusa a Sochi. Giusto. Solo io sottolineo la sproporzione della pena. Voi che ne pensate?

Stanno cercando di fermarmi, non è vero?

Lewis Hamilton

Ha fatto due scemenze e nessuno dei suoi ai box lo ha aiutato, dicendo di togliersi di là. Per Luigi Perna, sulla Gazzetta dello sport, il pasticcio c’è stato, ma in certi casi questo eccesso di regole rischia di condizionare il risultato a tavolino, in modo artificiale. Dando la sensazione alla gente che certe decisioni siano quasi “pilotate”, per creare spettacolo

Mauro Coppini sul Corriere dello sport-Stadio dà una lettura quasi psicologica di quanto accaduto. Davvero possiamo immaginare che un sei volte campione del mondo ignori le più banali regole del gioco per procurarsi penalità da principiante che alla fine non fanno che affilare a proprie spese le lame spuntate dei suoi contendenti?  E’ certamente azzardato pensare che i suoi macroscopici errori siano voluti per trasformare una sconveniente routine in una avventura da mettere negli annali della Formula 1.  Eppure non c’è migliore spiegazione di fronte a “distrazioni” che si verificano sempre più spesso. In questo senso Lewis Hamilton diventa parte del gioco. La sua necessità di affermarsi come uomo più ancora che come pilota, gioca a favore dello spettacolo. E allora la Formula 1 e Hamilton diventano l’uno lo specchio dell’altra. Impegnati in una lotta di sopravvivenza nella quale ogni trucco è il benvenuto.

Su il Giornale io ho ripreso la tesi già espressa su questo blog e poi a Race Anatomy: Lewis Hamilton è umano. Può anche sbagliare. Non studia il regolamento e in squadra non c’è nessuno che glielo faccia notare. Ma punire un peccato veniale con una sanzione che sportivamente parlando è equiparabile ad una ghigliottina, pare davvero eccessivo. Una punizione che assomiglia a un accanimento contro il pilota che sta dominando il campionato, ma allo stesso tempo sta sfruttando le sue vittoria per la sua campagna black lives matter che evidentemente comincia a dar fastidio visto che da ieri sono vietate pure le magliette indossate sopra la tuta sul podio. Qualche anno fa a Lewis veniva concesso tutto, ricordiamoci quel rientro in pista dopo che aveva già imboccato la corsia box in Germania 2018, episodio che poi si è ripetuto anche la scorsa stagione. Quest’anno non gliene lasciano passare una.

Fabio Tavelli sul Foglio.it ha scritto che senza quella doppia penalità staremmo celebrando un altro successo del Re Nero. Il regolamento, anche quando appare un po’ cervellotico, lo devono rispettare sia i Monarchi che i loro sottoposti. Hamilton rimanda l’aggancio a Schumi. Potrebbe farlo tra due settimane al Nürburgring, terra di Germania, terra di Michael e della Mercedes.

Aspettando che Hamilton raggiunga Schumacher, nel suo piccolo Bottas ha vinto e ha raggiunto con 9 GP Verstappen e Webber. Punti di vista. Leclerc ha tenuto la Ferrari a galla portandola al traguardo in sesta posizione, graziato dai commissari dopo aver mandato Stroll contro il muro e con una eccellente gestione delle gomme. Vettel tredicesimo, doppiato, ” sacrificato – scrive Luigi Perna sulla Gazzetta – per tappare le Renault ma il suo ritmo era molto lento.

  Leo Turrini sul Resto del Carlino è malinconico nel commentare che festeggiare un sesto posto di Leclerc fa male al cuore. In Russia la Ferrari si è consolata con Mick Schumacher, ma persino nel giorno in cui Hamilton si è tolto di mezzo da solo, beh, la Rossa non c’era. Bottas è andato a spasso. Che barba e che noia! Che cosa può cambiare, nel 2021? Forse qualcosa. Forse. Tornerà Alonso dopo tre anni ed è una notizia, la Renault può rilanciarlo. Raikkonen dovrebbe restare in Alfa con Giovinazzi. La Ferrari scoprirà Sainz, l’Aston Martin scommetterà su Vettel, la McLaren giocherà la carta Ricciardo. Schumi2 sta per firmare per la Haas, con l’appoggio della Ferrari. Il team americano farà spazio anche al messicano Perez. Per il figlio del Campionissimo sarà un bel test. Ma Mick sta dimostrando di usare la testa. Non si lascerà intimidire

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

1 commento

  1. E’ un professionista del volante non un impiegato della Mercedes che ha tempo e voglia di correre dietro ai cavilli del regolamento. Sicuramente conosce quelle regole che stanno alla base del comportamento in pista durante la gara (ad esempio vietato cambiare direzione più di una volta), ma non credo si sia mai letto tutti gli articoli. Alla fine deve “solo” pigiare il pedale a destra e girare il volante facendolo di più e meglio degli altri. Dire adesso che è una punizione troppo severa forse è tardi; a me pare assurdo che si sia punita la stessa infrazione due volte nella stessa gara. E’ evidente che se non conosco che una manovra è vietata potrei farla anche più volte. Se non erro, anche l’ammenda non è elevata (in alcuni casi) quando l’infrazione è reiterata.

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