Rassegna stampa: Ferrari ancora troppo lontana

Rassegna stampa del gran premio azero che ha evidenziato una volta di più lo strapotere Red Bull nonostante la mezza resurrezione Ferrari

Fabio Tavelli, il Foglio: Il lungo rettilineo di Baku è stato una sentenza. Quando i Red Bull spalancavano l’ala mobile non ce n’era per nessuno. La gara è stata francamente noiosa. L’ha decisa una safety car chiamata in pista da un botto di De Vries.  Max è entrato, ha messo le gomme bianche e quando è uscito si è trovato a dover constatare che la sua operazione l’avrebbero fatta tutti gli altri in un regime diverso e quindi con un grande vantaggio rispetto a lui. La gara si è decisa lì, Per un po’ di giri sono tutti andati sottoritmo per salvaguardare le gomme visto che la Pirelli aveva detto che nessuno sarebbe riuscito a finire la gara sulla bianca. Non è andata così e quando dai box hanno dato l’ordine di spingere a tutta la vera sfida è diventata prendersi il punto del giro veloce. Il vantaggio delle Red Bull rimane consistente e la previsione di Russell che questi vinceranno tutte le gare della stagione è ancora possibile

Alessandra Retico, Repubblica: Le Red Bull sono inguardabili. Nel senso che non le vede più nessuno quando aprono l’ala mobile: decollano in un’altra dimensione

 Stefano Mancini, la Stampa: Dopo sette edizioni, il Gp azero sta diventando centrale nell’ecosistema della Formula 1: qui in dicembre saranno celebrati i vincitori dei campionati Fia, dai go-kart alla F1, e sempre qui si correrà un Gp fino almeno al 2026. Quella del 2023 sarà ricordata come un’edizione piatta risolta nelle fasi iniziali.  Sul primo dei tre circuiti americani toccati dalla F1 quest’anno, la Ferrari porterà finalmente qualche pezzo nuovo, anche se «un conto è montare un aggiornamento, un altro sfruttarne il potenziale». La strada è ancora lunga

Mauro Coppini, Corriere dello Sport-Stadio: L’obiettivo era quello di trasformare un evento sportivo in uno spettacolo per grandi e piccini. Così non è stato perché l’effetto “carovana” della gara, pochi sorpassi e ancor meno emozioni, non è stato minimamente intaccato dalle nuove norme. Il tentativo di fare di una gara sprint il sabato, dove i “piccoli” avrebbero potuto aggredire i “grandi”, attenti a non compromettere la gara della domenica, è fallito. E non poteva essere altrimenti perché i rapporti economici tra le squadre non lo consentono. Ma la “rivoluzione” di Baku per Liberty Media è il necessario passo avanti verso la normalizzazione di una Formula 1 dove lo sport lascia spazio ad uno spettacolo nel quale ogni evento avrà una vita a se stante, al di là di ogni campionato.  

 Fréderic Ferret, L’Équipe: La fase di studio guidata da Vasseur è terminata e la ricostruzione della Ferrari è a buon punto. Il numero due della Scuderia, Laurent Mekies, in partenza, permetterà a Vasseur di lavorare come meglio crede e soprattutto di andare a caccia di qualche cervello in Red Bull. Il mese di pausa è servito a capire meglio la monoposto e risolvere con dolcezza i suoi problemi giovanili

 Antonio Lobato, El Mundo: Quanto costano le modifiche? Com’è difficile in certi sport smuovere i fianchi arrugginiti per cercare un po’ d’aria fresca. La Formula 1 è stata terribilmente immobile per decenni, ora ha l’audacia necessaria per pensare alla cosa più importante – che non sono i team, né i piloti, né le televisioni. La cosa più importante sono i tifosi. Quelli che vanno al circuito e quelli che restano incollati agli schermi del televisore, del computer, del cellulare o del tablet. Non gli importa degli ingegneri, vogliono fuoco vero, vogliono competizione. Vedere che Max Verstappen e Charles Leclerc fermano il cronometro sullo stesso millesimo di secondo è affascinante. Vedere un secondo tentativo, con entrambi che toccano i muri, è un regalo. Scoprire che la versione 3.0 di Checo Pérez è reale, è un sogno. Ho detto settimane fa che l’unico antidoto alla monotonia del dominio della Red Bull poteva essere Checo Pérez. Il messicano lo sta facendo alla lettera

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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