Rassegna stampa: incubo Ferrari, ma il sogno Rosso non si spegne

Rassegna stampa un po’ rassegnata per l’errore di Charles, ma con un credito di fiducia per la Ferrari.

Pillole ferrariste:

Stefano Mancini, la Stampa: La Ferrari esce sconfitta in capo a errori e sfortuna, e non ridimensionata. In un campionato lungo ed equilibrato che potrebbe decidersi per una manciata di punti, è importante imparare la lezione dei maestri (Lauda, Prost, ma anche Scheckter con i loro titoli costruiti con un piazzamento alla volta). A Maranello lavorano già alla rivincita. Per il debutto della Formula 1 a Miami in calendario l’8 maggio, la Ferrari porterà un’ala posteriore più efficiente e un nuovo pacchetto aerodinamico

 Leo Turrini, Resto del Carlino: Inutile girarci attorno. Gran brutta botta! La Ferrari esce da Imola non ridimensionata, per carità. Ma delusa da un risultato che, alla fine, è decisamente troppo inferiore alle aspettative. Leclerc è un campione. Ha già dato ripetute dimostrazioni del suo talento. E quello di ieri è il primo vero sbaglio del monegasco nella stagione. Io so che Carletto ama la storia dell’automobilismo. Magari potrebbe approfondire i capitoli dedicati ad Alain Prost e a Niki Lauda. Mi spiego. I Mondiali non si vincono soltanto con il piedone schiacciato sull’acceleratore. Serve la testa

  Giorgio Terruzzi, Corriere della sera: A differenza di Verstappen che ha già sfruttato la propria occasione, Charles si sente in ritardo sulla tabella di marcia dei fuoriclasse. Percepisce una pressione enorme, l’obbligo di cogliere ogni opportunità, ora che dispone di una macchina di prim’ ordine.  Ci ha provato, ovviamente, secondo inevitabile, insita impazienza. È andata male. E adesso, a lui come a noi, viene la tentazione di recriminare, ma sì, insomma, avrebbe potuto accontentarsi, prendere quel 3° posto, salire sul podio e perdere meno punti. Senza pensare che se Leclerc non fosse così non saremmo innamorati di Leclerc, non avremmo Leclerc in testa al Mondiale

 Alessandra Retico, la Repubblica: C’è amarezza nella Scuderia per un’occasione persa. Non funzionano troppe cose: le partenze dei rossi, il ko del secondo pilota, i pit stop. L’ala mobile che viene abilitata un po’ tardi, quando ormai la pista era quasi asciutta e la minaccia di pioggia si allontanava

 Giorgio Ursicino, il Messaggero: Invece di prendersi una camomilla, il predestinato affrontava il cordolo in entrata con il solito morso della tarantola, saltava da bravo canguro finendo in testacoda contro un mucchio di gomme. il monegasco che ha un talento smisurato fa bene a correre così, ma svarioni del genere devono essere centellinati durante la stagione perché incidono nella corsa iridata. Insomma, se vuole andare all’arrembaggio deve garantire quasi l’affidabilità di Verstappen

 Umberto Zapelloni, il Giornale: L’amarissimo che potrebbe fare benissimo. Il gran premio di Imola per la Ferrari potrebbe essere sintetizzato da un vecchio slogan pubblicitario. Un errore grave che gli costa sette punti (la differenza tra il terzo posto e il sesto dove poi ha chiuso) in classifica. Con un mondiale tirato potranno pesare. Ma una doccia fredda può sempre servire, potrebbe far bene a una Ferrari che cominciava a camminare tre metri sopra l’asfalto

Lorenzo Pastuglia, Libero: Il peggior finale che i 64 mila tifosi presenti al Santerno potevano aspettarsi

Gianluca Gasperini, la Gazzetta dello sport. C’è di buono che il ferrarista mantiene ancora 27 punti di vantaggio su Verstappen – non sono pochi – e la F1-75 resta una gran monoposto. Riparta da qui, Leclerc. Magari tirandosi dietro Sainz che inizia a preoccupare. Di sicuro non è fortunato, ma si infila troppo spesso in situazioni delicate. Nel contatto di ieri ha sbagliato Ricciardo, non c’è dubbio, ma forse sarebbe stato più saggio – al primo giro – lasciarlo sfilare come ha fatto qualche metro davanti a lui il suo compagno con Norris. Lo spagnolo deve reagire

 Mauro Coppini, Corriere dello sport-stadio: «Un lampo le grida intorno a te, tutto sembrava facile. E tutto ora è fragile e spento». Il brano dei Subsonica che non per caso si intitola “errore”, sintetizza come meglio non si può la prestazione della Ferrari e dei suoi piloti nel Gran Premio di Imola. Al contrario del “fragile è spento” dei Subsonica, nulla è compromesso ma non si può trascurare il fatto che l’indubbio talento dei suoi due piloti finisca per appropriarsi del valore dell’auto

 Ottavio Daviddi, Tuttosport: Non c’è mai stata la sensazione che la Rossa avesse più margine di quello che si è visto. Una questione di passo gara (la questione cruciale, da sempre) che la Red Bull aveva palesato migliore già sabato. La curiosità – e insieme la difficoltà a interpretare la stagione – è che alla vigilia di Melbourne, la Ferrari pensava di essere leggermente inferiore alla Red Bull, ritenendo Imola più favorevole alla F1-75. Invece, in Australia è stato un dominio rosso e ieri è arrivata una chiara affermazione della scuderia anglo-austriaca

  Pillole su Verstappen e Hamilton 

Jacopo D’Orsi, la Stampa: Risolti i problemi di affidabilità, la Red Bull torna a fare paura. Tirata a lucido, «dimagrita» grazie agli aggiornamenti su fondo e altri componenti, che hanno dimezzato il sovrappeso iniziale (una quindicina di chili) rispetto al minimo fissato dal regolamento. Sul cronometro si tratta di circa 2 decimi al giro: hanno fatto la differenza al pari delle condizioni della pista, sempre in bilico tra asciutto e bagnato. Hamilton è sempre stato un po’ umorale, lunatico, ma mai l’abbiamo visto così spento, rassegnato alla modestia della sua W13, che comunque George Russell ha saputo portare al 4° posto.

 Daniele Sparisci, Corriere della sera: La battaglia degli sviluppi è cominciata ieri, la Red Bull segna il primo successo. Dietro all’1-2 ci sono gli effetti della cura dimagrante: da Milton Keynes infatti sono arrivate parti leggere per una vettura nata sovrappeso, il deficit di forma rispetto alla Ferrari era emerso nelle prime gare. con altri piccoli aggiornamenti aerodinamici al fondo vettura, è stato possibile trovare assetti più aggressivi. Gli upgrade continueranno nei prossimi Gp, a cominciare da Miami, circuito sconosciuto e molto veloce

  Giorgio Ursicino, il Messaggero: Cosa non banale in ottica futura, anche se queste F1 sono sensibilissime al tipo di tracciato e alle condizioni ambientali, è il feeling che la Red Bull ha instaurato con le Pirelli, soprattutto quelle di mescola più morbida. La velocità di punta esuberante, anche con un ottimo ritmo di gara, è un’arma in più per affrontare e difendersi dai sorpassi che le nuove astronavi ad effetto suolo consentono

 Umberto Zapelloni, il Giornale: Chiudere tredicesimo senza riuscire a passare Gasly deve essere frustrante. Soprattutto se il tuo compagno chiude al quarto posto dietro a Norris

  Simone Monari, la Repubblica: Il duello che infiammò la stagione scorsa, con l’epilogo clamoroso e velenoso ad Abu Dhabi, non c’è più.  I tempi sul giro di ieri chiariscono comunque non solo i limiti di una W13 che era nata per stupire, ma anche le attuali debolezze di Hamilton. Frustrato, spaesato. Imola rischia di diventare per il miglior pilota dell’ultimo decennio una sorta di fossa della Marianne. O forse, più laicamente, lo sport è un saliscendi, anche per i più grandi. torna alla mente di nuovo Prost che qui, nel 1991, andò fuori nel giro di ricognizione, dopo un testa- coda sotto la pioggia. E non era un carneade nemmeno lui, ma più semplicemente il professore

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

1 commento

  1. Resto non convinta sulle qualita’ di Leclerc…non ha ancora fatto clic : se vuole un Mondiale deve ricordarsi che un nulla puo’ cambiare i piani, e non c’e’ da anadrci tanto dolci sottolineando che e’ il primo errore grosso della stagione…

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