Sprofondo rosso. Tramonto rosso. Caporetto Ferrari. Autogol. Disastro. Suicidio. Figuraccia. La Ferrari occupa i titoli delle pagine sportive e per la seconda settimana di fila non sono bei titoli.










C’è poco da dire. Tutti contro la Ferrari e non potrebbe essere altrimenti dopo la batosta ungherese. partita per fare doppietta è finita fuori dal podio con l’ennesima figuraccia strategica. E’ ora di cambiare qualcosa nelle strategie ormai pare lo abbia capito anche Binotto.
Si diverte anche Gene Gnocchi con il Rompipallone: “Gran premio d’Ungheria, Binotto fa mea culpa: “La scelta di montare le gomme della Duna non ha portato i vantaggi sperati”.
C’è anche chi come Tuttosport in prima pagina chiede al presidente Elkann di intervenire per salvare Leclerc: “Il pilota può sbagliare, la squadra no. Nessun pilota è indenne da errori nell’arco di una stagione, neppure i campioni. Anche Verstappen ieri ha sbagliato, è stato fortunato come di solito accade ai più forti e nessuno si ricorderà quel testa coda. L’errore di Leclerc in Francia, invece, aveva avuto conseguenze pesanti, ma il suo sbaglio al Paul Ricard e il pasticciaccio di ieri ai box di Maranello non possono essere messi sullo stesso piano. Il pilota è il calciatore che fallisce il rigore, a volte decisivo, altre ininfluente. Il team che prende una gigantesca cantonata sulla strategia è l’allenatore che sbaglia la formazione. E quando sbagliare formazione diventa un vizio, il risultato è che salta la panchina. Non pensiamo che sia solo e tutta colpa di Binotto e non stiamo chiedendo la sua testa, ma di certo è lui che deve trovare la soluzione. Le acrobazie verbali nel dopo gara non hanno convinto nessuno, Leclerc in primis”.
E c’è chi come Giorgio Terruzzi su Corriere allarga le responsabilità: “Mattia Binotto è una persona per bene, ha dato fiducia ad un gruppo di progettisti capace di osare e di mettere in pista una gran macchina. Regolarmente, di fronte a un errore di gestione durante la gara, applica identico atteggiamento. Si presenta davanti ai microfoni per cercare di spiegare complessità che spesso sfuggono a noi che guardiano. Si espone, in sostanza, tutelando chi, per ruolo, prende le decisioni chiave. Tecnici specializzatissimi che, nell’urgenza, devono elaborare una quantità di dati. Sono loro i responsabili della strategia e sono tanti, divisi in due unità comunicanti. C’è chi sta al muretto e chi lavora a Maranello”.
Intanto Alonso ha scelto l’Aston Martin…