Rassegna stampa sul Gran premio di Imola. La vittoria di Max, la fortuna di Hamilton, la grande paura di Russell e Bottas, la resurrezione rossa. Ecco un po’ di pensieri sparsi (grazie anche a www.loslalom.it)
“La questione della colpa – secondo Bianca Garloff su F1 Insider – non è facile da risolvere”. Secondo Nico Hülkenberg, voce di RTL, Bottas non avrebbe dovuto chiudere la linea ideale. Vista dalla camera a bordo, sembra più colpa di Russell. Ralf Schumacher ha detto a Sky Deutschland che probabilmente Bottas non ha visto arrivare Russell e si stava già spostando. Tutto a 300 km orari. Tutto vento nella poppa di Hamilton. Gara interrotta, i doppiati di nuovo a pieni giri e rimescolamento: con i distacchi neutralizzati, con Leclerc che era secondo e ha chiuso quarto, con Hamilton risalito da ottavo alle spalle di Verstappen.
“Anche se nel mutevole andamento della gara – sottolinea Alessandra Retico su Repubblica – il risultato ristabilisce la precisione delle forme. Vince la macchina migliore col ragazzo cattivo che sotto la pioggia, alla prima curva, si prende brutalmente il comando”.
Daniele Sparisci sul Corriere della sera scrive che “ci voleva un Mondiale così tirato e c’era bisogno di tornare a vedere le facce arrabbiate dei ferraristi per un quarto e un quinto posto. A pretendere di più, a battere i pugni sul tavolo per un podio che sarebbe stato raggiunto senza il far west al Tamburello”.
Miguel Sanz per Marca ribalta le sensazioni di sabato e scrive che Verstappen “è l’unico in grado di sollecitare il campione, che soffre la pressione. L’11esima vittoria di Verstappen non sarà l’ultima: si prepara un Mundialazo”. Secondo Luigi Perna, su la Gazzetta dello sport, “la sfida fra Hamilton e Verstappen potrebbe diventare come quelle fra Senna e Prost o Schumacher e Hakkinen”.
Io sul Giornale ho fatto gli stessi paragoni e ho definito pazza la gara ma giusto il vincitore. “Vincere in questo modo, con una manovra al limite contro Hamilton, con lo spavento che si è preso prima della ripartenza dopo la bandiera rossa, vale davvero molto anche se in testa al campionato grazie al giro veloce, resta Hamilton. Questi due ci faranno divertire. Sta nascendo una rivalità che potrebbe diventare esaltante. Hanno talento, velocità e personalità per divertirci”.
Mauro Coppini sul Corriere dello sport-Stadio torva che “la gara si è trasformata da confronto tra piloti a confronto tra uomini. È bastata una pioggia primaverile per mettere da parte i computer che analizzano un milione di dati al secondo e che finiscono per sostituirsi alla coscienza del pilota, per metterne in evidenza capacità, sensibilità e finalmente, fragilità. Qualche goccia di pioggia è stata sufficiente per verificare sul campo l’assioma per il quale il livello dello spettacolo è inversamente proporzionale al livello di aderenza disponibile. Una evidenza che dovrebbe essere tenuta in considerazione nella formulazione dei nuovi regolamenti che andranno in vigore nel 2022. Senza dimenticare che il futuro non è rinnegare il passato ma riscriverlo con il linguaggio attuale”.
Stefano Mancini su la Stampa parla di “una Formula 1 che ha ritrovato gli ingredienti giusti: equilibrio, incertezza e ruolo determinante dei piloti. Che non si tratti solo di una sfida tra Red Bull e Mercedes lo dimostrano i risultati dei numeri due: Bottas è stato involontariamente utile al compagno di squadra, ma l’incidente è accaduto perché una Williams lo stava sorpassando di slancio. In casa Red Bull, Perez ha collezionato passeggiate sull’erba e penalità. Il fattore umano torna a essere decisivo. Nel bene e nel male”.
Frédéric Ferret su l’Équipe scrive che “tutte le strade portano a Roma, in particolare la Via Emilia che costeggia questo mitico sentiero imolese. Per incoronare un imperatore, la scelta era facile fino a poco tempo, c’era un solo pretendente all’alloro. In questa stagione ce ne sono due. Lewis Hamilton ha finalmente trovato un rivale del suo calibro, così come la Mercedes, che ora deve affrontare la vera concorrenza della Red Bull. Questa è la realtà del 2021, quella di una battaglia tra un giovane lupo finalmente dotato dell’auto dei sogni contro il vecchio maestro la cui Mercedes è – per ora – non così prepotente come negli anni precedenti. Il talento di due straordinari piloti si è rivelato su questo formidabile circuito di Imola che non perdona mai niente, tanto meno quando l’asfalto di un’altra epoca si inzuppa sotto il diluvio. Nessuno di questi due virtuosi è sfuggito all’errore in pista”.
Leo Turrini riprende il tema-Imola e sul Resto del Carlino sottolinea: “Spero che ora tutti abbiano capito la differenza tra un circuito vero e una pista da videogioco! Certo, la pioggia ha aiutato Imola, azionando il frullatore degli imprevisti. Ma quante emozioni, sorprese, incertezze per chi si trovava nell’abitacolo. Ha trionfato Verstappen in circostanze estreme, sfoggiando sin dal primo giro il piglio picaresco di un Capitan Fracassa della velocità”.
Alberto Antonini per Formula Passion si è chiesto che cosa sarebbe stato il GP di Imola senza il DRS, l’ala regolabile. “La rimonta di Hamilton si sarebbe fermata molto prima, ma non solo: tanti altri duelli si sarebbero esauriti in tentativi vani e frustrazione. Ricordo le ultime edizioni dei primi anni Duemila, e sinceramente preferisco questa. Non credo di possa dire che i sorpassi oggi fossero “facili”. Non su un circuito come questo, almeno, con una sede stradale stretta e vie di fuga alla vecchia maniera. Magari sarebbe interessante valutare di gara in gara l’uso del dispositivo, a seconda della natura del circuito: o almeno ridurre le zone in cui è autorizzato. Sempre aspettando il 2022, che ci consegnerà un’aerodinamica tutta nuova e un diverso modo di correre. O almeno così ci hanno detto”.