Rassegna stampa: Verstappen, Senna e quei lampi rosso Ferrari

La Formula 1 torna a riprendersi un po’ di spazio sui quotidiani italiani. Si paragona Verstappen a Senna, si spera che i lampi rossi possano durare più di una sera cadandese.

Max Verstappen ha eguagliato il numero di vittorie di Ayrton Senna. Il 24% delle gare a cui ha partecipato è stato suo. La Red Bull arriva a 100 vittorie, di cui 9 consecutive (il prossimo step sono le 114 vittorie della Williams). Quest’anno hanno vinto solo loro e se andrà avanti così ecco che a fine stagione sarà raggiunto il record della Scuderia di sir Frank. Inutile aggiungere che è sempre più probabile anche il raggiungimento del record di 11 vittorie consecutive, detenuto dalla McLaren del 1988.

La rassegna stampa da http://www.loslalom.it

Giorgio Terruzzi accenna sul Corriere della sera a un paragone tra i due piloti. Lo giudica impossibile e scrive: In comune qualche segno peculiare: la ferocia agonistica, quella voracità che non prevede avanzi, gesti di carità, debolezze. Nel duello come nel passo. Ciò che viene da una tenuta mentale equivalente alle doti velocistiche. Nessun prigioniero, al pari di pochi giganti della guida, un atteggiamento che ha scandito il percorso magnifico di Michael Schumacher. Per il resto, due piloti alle prese con panorami tecnici e sportivi troppo lontani per insistere con le comunanze. Macchine felici, un tema sul quale Max vanta qualche vantaggio, come sempre capita ai vincenti, emarginando da certi record una quantità di colleghi meno fortunati o abili nelle scelte delle squadre. Se invece parliamo dei caratteri, dei modi di dire e di fare, abbiamo due uomini differenti, pur segnati, per vie diverse, dal rapporto, decisivo, con i rispettivi padri. Milton Senna avrebbe voluto fermare Ayrton, in un pentimento tardivo, dopo avergli regalato il primo kart per vederlo sbocciare e poi, subito, volare; Jos Verstappen ha forgiato il piccolo Max con le cattive più che con le buone, liberando una forza impressionante, una durezza estrema

Daniele Sparisci, ancora sul Corriere della sera, dice: Sette anni fa, quando Max era all’aba della sua avventura in F1, Gerhard Berger, vedendolo guidare sotto la pioggia in Brasile si era sbilanciato: «In lui rivedo Ayrton». Ma per il modo in cui domina, il figlio di Jos ricorda di più Michael Schumacher, pure per la capacità di caricarsi il peso dell’intera squadra

 Alessandra Retico su Repubblica si dedica ai segnali di ripresa della Ferrari. “Lampi di rosso, dopo la tempesta.  Gli aggiornamenti (pance, fondo) introdotti a Barcellona senza grande successo, anzi con più incognite che certezze, sbocciano a Montreal. Si era già intravisto dalle libere del venerdì canadese, non era un’illusione. E anche le strategie, i pit e le scelte di squadra funzionano in una gara cominciata in salita. Riaccesa la luce in fondo al tunnel? Charles corre col casco dedicato a Gilles Villeneuve, dopo una breve disputa con la famiglia poi risolta.

Mauro Coppini sul Corriere dello Sport-Stadio invita a non farsi troppe illusioni. Un segnale da non trascurare come non è da trascurare il valore di un circuito che sembra fatto apposta per neutralizzare i punti deboli della Ferrari. Che almeno fino ad ora, ha spesso nascosto le sue debolezze trasferendole alle caratteristiche negative della pista. Perché ci sono genitori che per far fronte alla mancanza di risultati dei figli non fanno che cambiare in modo compulsivo gli istituti. Senza accorgersi che il problema non è quello della scuola ma piuttosto dell’alunno.  

   Leo Turrini sul Resto del Carlino considera: Chissà, forse non si tratta di una illusione. In Canada, sulla lista dedicata al leggendario Gilles Villeneuve, la Ferrari ha ridato un vago senso alle sue speranze. Beninteso, nulla di trascendentale. Verstappen continua ad essere un puntino lontano lontano, da… ammirare col binocolo. La Aston Martin e la Mercedes hanno comunque occupato il resto del podio. Ma, se non altro, Leclerc e Sainz sono stati dignitosamente competitivi. In breve: eppur si muove!

Fulvio Solms sul Corriere dello Sport-Stadio attacca la sua cronaca con una sintesi della giornata in 90 parole: Slogarsi la mandibola per la noia davanti alla nuova vittoria di Max Verstappen nonostante faccia echeggiare il nome di Senna, entusiasmarsi per il duello stellare Alonso-Hamilton (per la cronaca: l’ennesimo in sedici anni, e si andrà avanti), gongolare per il podio dei “fabulous three” che sommano undici titoli mondiali. Ma poi guardare subito dietro e scoprire che la Ferrari s’è riaccesa: niente podio certo, niente champagne, non c’è da far festa quando le Rosse chiudono quarta e quinta, ma è un segno di vitalità che non può essere ignorato

Fabio Tavelli sul Foglio mette in evidenza il vero motivo di divertimento della giornata canadese. La cosa più bella del Gran premio del Canada è stato un team radio di Alonso. L’asturiano è celebre per le sue considerazioni via radio con il box. A volte sono divertenti, altre volte in passato sono state sgradevoli (disse “GP2 engine” del motore Honda della sua McLaren durante un Gran Premio in Giappone). Giro numero 63, Alonso era secondo con gomma bianca mentre Hamilton era terzo con gomma gialla. L’inglese stava recuperando giro su giro, dando l’impressione di poter mettere il vecchio rivale nel mirino nelle ultimissime tornate. Dal box Aston Martin si aprono con Fernando e gli dicono: “Lewis è 1 secondo e 9 dietro”. Il significato era chiaro, Alonso stava subendo il recupero della Mercedes e se fosse andato sotto il secondo di vantaggio avrebbe potuto soccombere a causa del Drs. Serena la risposta di Alonso: “leave it to me”. Lasciatelo e me. Una dichiarazione di battaglia che ci riporta ai duelli rusticani di un tempo, quelli che la Formula 1 di oggi distilla con una parsimonia francamente eccessiva.

 Stefano Mancini su La Stampa chiude la sua analisi con le prospettive generali, di qui a fine stagione. L’obiettivo è quello di inserirsi nella sfida per il secondo posto alle spalle degli invincibili, e nello stesso tempo prepararsi al 2024, che sembra lontano ma è già dietro l’angolo. La corsa agli aggiornamenti continua: per la gara di casa di Lance Stroll, l’Aston Martin ha portato nuovi pezzi che Alonso ha saputo sfruttare e che gli regalano nuovi entusiasmi. La Mercedes dovrebbe portarne in Austria per non essere da meno della Ferrari

Share Button
umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

Rispondi

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.