Rassegna stampa da Monte Carlo, tra i lampi Ferrari, un bell’Hamilton sul Corriere e le manovre per far saltare il Gran premio più affascinante…
Ecco quanto raccolto da http://www.loslalom.it
Fu uno dei GP che nel 2020 non resse all’impatto con la pandemia. Montecarlo spense i motori, lasciò una riga bianca nell’albo d’oro e diede appuntamento al 2021. Un anno fa, lo sport tornò alla Curva del Tabaccaio prima di rimettere piede nel mondo delle altre tradizioni perdute: Wimbledon, la foresta di Arenberg per la Roubaix o il ponte di Verrazzano per la maratona di New York. Le tribune erano piene al 40 percento. Senza glamour, senza feste, senza yacht. Non c’era l’anima del GP di Monaco. Oggi si torna alla normalità. Scoprendo che il mondo della F1 nel frattempo s’è riorganizzato. E che sono arrivati i Barbari.
Se lo ricordano tutti, dentro questo circolo chiuso di lusso e di coraggio. Se lo ricordano benissimo, quando ogni tanto bisognava stendere un telone sulle tribune per nascondere il fatto che fossero vuote, i biglietti erano rimasti invenduti, la gente se ne andava al mare, al cinema, dovunque. Tranne che alla Formula 1.
Il tutto esaurito ai circuiti adesso è la norma, non più l’eccezione. Sarà per Netflix, sarà per questo bisogno di riprendersi l’aria perduta, sarà perché Liberty Media aveva davvero le idee chiare su quale fosse la strada da imboccare. È di nuovo il tempo della folla, la fame di F1 è al culmine. “Gli organizzatori sono presi da un livello di interesse che forse non si vedeva da decenni” ha scritto Motorsport. Lo scorso fine settimana in Spagna sono stati spiazzati. “I social media erano pieni di storie dell’orrore sul caos del traffico, sulla cattiva organizzazione ai cancelli, la mancanza di cibo e bevande (soprattutto acqua), sulle file orribili per i mezzi pubblici lontano dal circuito”.
È stato un segnale di debolezza della vecchia Europa e dei luoghi della tradizione dinanzi a un perimetro all’improvviso più vasto. Il mondo di Drive to Survive che ha partorito il GP di Miami, il mondo dei barbari – per dirla nei termini di Baricco – o dei mutanti, che arrivano e sostituiscono un paesaggio a un altro, fondando un nuovo habitat. Il loro.
Questa è la partita che da oggi gioca Montecarlo, con il suo GP che per definizione è quello dello sfarzo e dello sbrilluccichio. Dopo un anno di assenza e un altro di vita a metà, adesso la questione è un’altra. Certe cose accadono all’improvviso. Il week-end di Monaco è diventato una riflessione sul tempo che passa, sul cambiamento che opera in noi, sul peso del passato alla prova del futuro. Più o meno: il posto delle fragole.
Chris Medland per Motorsport Magazine ha ragionato sul fatto che al GP dello sfarzo “stanno rubando il tuono”, fino al punto da domandarsi: “La più famosa corsa su strada può giustificare il suo posto nel calendario? Non sono sicuro di essermene reso completamente conto fino a questa settimana. Monaco sta perdendo il suo splendore”.
Ha perso una prima partita politica e diplomatica quando ha dovuto rinunciare a un pezzo della sua unicità, il giovedì in pista per le prove libere. “Un tempo si diceva che la scelta era fatta per dare maggiore visibilità al Principato, perché già al mercoledì erano tutti lì. Il giorno di pausa – racconta Alessio Morra per Fanpage – dava anche il tempo a scuderie e piloti di preparare meglio le strategie e dava anche maggiore spazio per esempio a eventi mondani, come la famosa sfilata alla quale prendono parte molti piloti. Il venerdì libero ognuno lo sfruttava in modo diverso, in parecchi lo utilizzavano per le attività con i media e gli sponsor. Michael Schumacher, nei tempi d’oro della Ferrari, sovente ne approfittava per tornare alla base ed effettuare dei test, come ha fatto anche nel 2017 Giovinazzi – decisivo nell’ultima doppietta Rossa a Montecarlo”.
Una tradizione perduta, alla vigilia della scadenza del contratto tra il Principato e la F1.
“Forse è una crisi di rigetto – continua Motorsport Magazine – Montecarlo è solo una delle tante gare e l’appuntamento ravvicinato e consecutivo con Barcellona ha impedito di preparare l’evento per farlo sentire speciale. Con l’esordio di quel calibro a Miami e la concorrenza di altri eventi sfavillanti come Singapore, sembra che questo GP non sia in risalto come una volta. Monaco era IL posto dove fare affari e dove impressionare gli sponsor o i partner. Nel frattempo sono nate un sacco di altre opzioni che hanno sottratto a Monaco la sua unicità”.
Con tutto il carico della sua storia e con il fascino del paradiso che gli gira intorno, rimane uno dei luoghi più spettacolari dove vedere una corsa di auto. Eppure, adesso più d’uno è disposto a sottolineare che “il circuito non otterrebbe l’approvazione se tentasse di entrare nel calendario come un nuovo evento” (ancora Motorsport). Se quelli che guardano la corsa in televisione, trovano che la maggior parte dei GP qui sono noiosi, Montecarlo deve raddoppiare gli altri aspetti che lo rendono speciale, per compensare.
“Ci sarà bisogno più di altre volte di un ritorno al passato – scrive ancora Medland – in termini di eventi e feste. Miami è stata criticata per il suo beach club e i finti porti turistici, ma l’obiettivo era renderla il più possibile Miami. Montecarlizzare Montecarlo sarebbe una buona idea. Perché sto dando tanta importanza alle cose che non interessano a nessuno? Perché con le auto del 2022, è probabile che non ci sarà alcun impatto dello spettacolo sulla corsa. Questa non è sicuramente la pista che la F1 aveva in mente, quando ha messo in moto i processi per lo sviluppo delle nuove macchine. Se vuole assicurarsi che il suo tempo non stia scadendo, Montecarlo deve assicurarsi che i poteri forti della F1 rimangano fan di un’esperienza e personalmente motivati a confermare l’appuntamento in calendario. Sarebbe sciocco sottovalutare la minaccia di una scomparsa e non giudicarla seria. Non puoi comprare la storia, è vero, ma esiste un bisogno di portare altro valore, per compensare la mancanza di una corsa. Oppure pagare una quantità oscena di denaro per conservare il privilegio”.
Al di là della storia, credo che un circuito dove la posizione che si occupa in partenza sarà la medesima che si avrà al termine, fatti salvi incidenti o errori di strategia, sia ben poco attraente dal punto di vista sportivo. Cedo che margini di miglioramento del circuito siano pressochè nulli. Per lo spettacolo vale zero, per la storia molto di più: chissà se Liberty Media mira più ad incassare sponsor per il primo motivo o per il secondo.