Titoli di coda: la separazione Binotto Ferrari vista dai quotidiani

Binotto e la Ferrari ai titoli di coda. È il titolo più gettonato sui quotidiani di oggi. Senza una comunicazione ufficiale lo stillicidio continua.

La Ferrari non è in crisi (seconda nel mondiale) ma non si ricorda una rivoluzione peggiore di questa. La peggior gestione di crisi se così la vogliamo chiamare della storia Ferrari. Si arriva alla rottura con il capo della gestione sportiva senza avere in casa il sostituto.

Ecco il mio pezzo pubblicato da il Giornale:

In Ferrari le smentite sono un po’ come i motori: hanno le ore e i chilometri contati. Poco più di una settimana dopo il tweet che definiva prive di fondamento le voci di una sostituzione di Mattia Binotto ecco che ripartono gli stessi rumors. Questa volta sarebbe lo stesso Mattia Binotto ad aver deciso di dimettersi. Lo ha raccontato nella sua edizione online il Corriere della Sera. Lo confermano in tanti, ma non la Ferrari che non conferma né smentisce. Sta semplicemente in silenzio un po’ come fa dall’inizio dell’anno il suo presidente. Aspettando una comunicazione ufficiale non resta che aggiungere un nuovo capitolo ad una storia destinata ad avere un finale poco lieto per tutti. Binotto non sarà più il responsabile della gestione sportiva del Cavallino l’anno prossimo. Questo ormai appare chiaro, nonostante le smentite e i silenzi.

Il rapporto con il presidente, già in crisi da mesi, non era più riparabile. Binotto aveva chiesto e ottenuto almeno un tweet di smentita alle voci dell’arrivo di Vasseur alla vigilia dell’ultima gara. Ma poi, nonostante l’obbiettivo raggiunto con il secondo posto nel mondiale piloti e in quello costruttori, il silenzio era tornato ad essere assordante. Nessun commento dal presidente, nessun attestato di fiducia pubblico. Continuare così non aveva senso.

E Binotto avrebbe deciso di accelerare l’uscita dando lui le dimissioni. Non sono dimissioni spontanee ma indotte, un po’ come capitò con Stefano Domenicali, solo che questa volta sono state gestite nel peggiore dei modi. Non è ancora libero il successore designato, vale a dire Vasseur e addirittura si sta pensando di affidare la gestione sportiva ad interim al ceo Benedetto Vigna che di Formula 1 non sa quasi nulla, ma qualche giorno fa in un’intervista a Cnbc aveva dichiarato: “Il secondo posto nel mondiale non ci può soddisfare. Il secondo è il primo dei perdenti”.

Cero che ora si rischia di perdere altro tempo prezioso. Di ritrovarsi all’inizio della salita quando ormai si cominciava a vedere la vetta. Cambiare adesso che la squadra è tornata ad assaporare la vittoria con il progetto della monoposto 2023 già deliberato e avviato è già una follia. Sostituire un uomo come Binotto che è allo stesso tempo anche un direttore tecnico in pectore oltre che il team principal con chi potrebbe fare soltanto il team principal non è rischioso. È molto rischioso.

Anche perché al posto di Binotto non arriverebbe un Toto Wolff o un Christian Horner e neppure un Aldo Costa. Ma un team manager che in Formula 1 finora ha combinato nulla di buono. Una volta la Ferrari ingaggiava il meglio in circolazione. Cesare Fiorio era un uomo che aveva vinto tutto nei rally e in endurance. Jean Todt lo stesso, aggiungendoci anche la Dakar. Stefano Domenicali era cresciuto in casa, proprio come Mattia Binotto che è entrato a Maranello nel 1995. Vasseur sarebbe un salto nel vuoto che questa Ferrari non merita di fare proprio adesso.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

3 commenti

  1. Ma lasciarla nelle mani di mr. Bean8 cosa risolverebbe? Non ha buoni rapporti con Charles, non ha buoni rapporti con Elkan non ha il carisma di Hotner o di Wolff con lui ne hanno combinate di tutti i colori. Anche proseguire non mi pare la soluzione ideale.

  2. Gestione di una squadra di Formula 1 simile a quella di una squadra di calcio e per di più quando la stessa gestione della squadra di calcio è stata fallimentare con le stesse idee. Che amarezza.

  3. Una decisione assolutamente folle: chi gestisce la Ferrari non ha capito nulla del grande lavoro fatto in questo 2022. La Ferrari si è lasciata dietro la Mercedes, dopo anni in cui ci aveva umiliato. Solo questo basterebbe a fare un monumento a Binotto, per i progressi fatti. A questo aggiungiamo la grande competitività nelle qualifiche e la prima parte di stagione alla pari con la Red Bull. Se credono che si poteva fare di più, forse dovrebbero cambiare sport. Sig. Zapelloni ora tocca a voi della stampa far capire l’errore, in maniera forte, a chi ha preso questa decisione. Grazie Binotto!

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