#Valentino: continuo solo se sono competitivo. Giusto così

Domani si comincia. Primi giorni di test della nuova stagione di MotoGp in Malesia. E’ tempo di parole. Le prime di Valentino dopo che la Yamaha lo ha messo con le spalle al mure annunciando la squadra del 2021 dove non ci sarà posto per lui.

Valentino è il primo a sapere che il suo futuro dipende solo da una cosa: da quanto riuscirà a essere competitivo in questo 2020. Non se la prende con la Yamaha, non se la prende con nessuno. E’ realista. Anche a costo di vedere una realtà diversa da quella che vorrebbe.

Le sue sono sembrate parole sagge (d’altra parte a 40 e rotti anni…). Vale vuole capire quanto ancora si diverte. Poi deciderà. La Yamaha gli ha messo fretta, lui ha capito, ma ha preferito prendere tempo e rimandare la scelta sul suo futuro, lasciando così le moto ufficiali 2021 a Vinales e Quartararo.
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“In generale, non dipende dal fatto che io abbia 40 o 41 anni, ma dai risultati della seconda parte dell’anno scorso. Ho fatto delle buone gare, come a Misano o a Sepang, nelle quali non sono salito sul podio, ma sono stato competitivo. In altre gare però ho sofferto parecchio e sinceramente per me, che corro da 25 anni e non sono più un ragazzino, è diventato veramente pesante”

“Da qualche anno, la MotoGP richiede un grande sforzo per tutta la stagione. C’è solo un mese di vacanze, poi per il resto l’85% del tuo tempo si divide tra allenamenti, test, gare ed eventi. Per continuare, servono le motivazioni giuste e per me le motivazioni vengono dai risultati. Se posso continuare ed essere competitivo, il mio obiettivo è correre anche l’anno prossimo. Ma se non dovesse essere così, diventerebbe difficile. Per questa ragione non sono ancora pronto per decidere”.

“Petronas è la prima opzione, perché hanno un buon team, che però è giovane, quindi può ancora migliorare. E’ un team con un buon budget, serio. Ma specialmente per me sarebbe importante continuare con la M1, perché cambiare moto non è mai facile. Specialmente quando sei arrivato a questo punto della carriera. Riguardo alla possibilità di fare un team VR46 con la Yamaha, mi viene da ridere: è un’idea che mi piacerebbe, ma non abbiamo i soldi per farlo. Quindi meglio Petronas”.

“Io so che materiale abbiamo noi, ma so anche che tipo di materiale hanno Quartararo e Morbidelli e sinceramente non cambia tanto. Il punto è che Vinales e Quartararo non sarebbero rimasti per il team satellite, perché avevano entrambi delle offerte dagli altri team ufficiali. Questo forse è quello che ha fatto la differenza. Storicamente, però, i team satellite della Yamaha sono sempre stati competitivi. I vari Zarco e Quartararo hanno sempre avuto delle moto buone”.

“Mi sembra una scelta abbastanza logica. I risultati fanno la differenza e quelli di Maverick, ma soprattutto quelli di Quartararo l’anno scorso l’hanno fatta, quindi la Yamaha ha dovuto prendere una decisione. Dunque, direi che la Yamaha non mi ha mancato di rispetto, soprattutto perché mi hanno detto che se voglio continuare mi supporteranno al massimo con la terza moto ufficiale. Naturalmente, se mi avessero detto: ‘corre Quartararo e tu sei a piedi’, mi sarebbe dispiaciuto. Però così sono ancora padrone del mio destino, perché so che se sono veloce e voglio continuare, c’è una possibilità di guidare una M1 ufficiale”.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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