Verstappen beffa Leclerc, ma che duello. Questa è Formula 1

Uno a uno. E avanti così che ci divertiremo. Prima gara a Leclerc, seconda a Verstappen. La nuova era della Formula 1 ha la faccia giovane di Max Verstappen e di Charles Leclerc. Sono gli uomini di oggi e di domani.

Il mondiale 2022 sta diventando il loro parco giochi privato. Si passano, si risorpassano, arrivano alla staccata ruota a ruota, giocano con la linea che innesca il Drs, maledicono le bandiere gialle e poi, dopo essersele date di santa ragione, si fanno i complimenti. Lottano con grande rispetto, sono furbi, ma non vanno mai oltre, anche se Max non ha perso il vizio di lamentarsi via radio.

Max ha guadagnato qualcosa sotto regime di Virtual Safety Car, arrivando a giocarsi la gara con il Drs nei dieci giri finali, ma il problema se mai è la regola della Virtual Safety, non lui. Max e Charles sono stati straordinari nella lotta che ha fatto scordare le sportellate di un anno fa tra l’olandese e Hamilton. Si può combattere ruota a ruota anche senza picchiarsi. Almeno vediamo fin che dura perché la tensione tra i due è destinata a salire e quando la posta in palio si alzerà, non sarà più così. Scommettiamo? Bravi ragazzi sì, ma non sono angeli, sono campioni che lottano per il Mondiale.

Alla fine vince Max, sfruttando al massimo l’assetto più scarico della sua Red Bull che in rettilineo era più veloce della Ferrari. “Sono deluso, ma mi sono divertito”, ha detto Charles che ha incassato il sorpasso decisivo a quattro giri dalla fine e poi, anche per una bandiera gialla nel primo settore, non ha più potuto replicare. La nuova Formula 1 con questi arrivi in volata riconquisterà gli spettatori scomparsi negli ultimi anni, ma piano a paragonarla a una gara del Moto Mondiale, là passare è molto più facile.

Arrabbiarsi per una pole sfuggita di 25 millesimi e per una gara persa di mezzo secondo è il segnale di che cosa sia diventata la Ferrari oggi. Un anno fa alla fine di un weekend così, Leclerc avrebbe festeggiato. Oggi può essere arrabbiato. Deve essere arrabbiato. Ha sentito il profumo della vittoria, ha cominciato a pregustare una doppietta che sarebbe stata storica, ma alla fine ha dovuto arrendersi a Max tornato Super senza i guai di affidabilità della RedBull.

I duellanti dell’anno hanno fatta gara a sé dopo l’ingresso in pista della Safety Car al 17° giro (colpa di Latifi, di chi se no?) quando Perez che era scattato in testa dalla pole, aveva dovuto pagare pegno per esser rientrato al cambio gomme un giro prima della neutralizzazione della gara. Così in un batter d’occhio si è ritrovato quarto dietro anche a Sainz a cui ha dovuto cedere la posizione perché non gli aveva lasciato strada al momento del rientro in pista dello spagnolo dai box.

La Ferrari ha incassato 78 degli 88 in palio nei primi due weekend della stagione. A Gedda, su una pista assurda, ma che offre grande spettacolo perché si gioca senza rete, chi sbaglia è perduto, alla fine hanno deciso i dettagli. Non c’era una Red Bull superiore alla Ferrari. Non c’è mai stata se non in rettilineo per un assetto molto scarico.

La Ferrari ha anche da recriminare per un’unsafe release di Verstappen che ha ostacolato Sainz facendogli perdere mezzo secondo come minimo; per il comportamento di Perez quando ha dovuto restituire la posizione a Sainz e lo ha fatto dopo il rientro della Safety Car impedendo così a Carlos di tentare un attacco a Max alla ripartenza e poi quando in regime di Virtual Safety Max è passato improvvisamente da un secondo a mezzo secondo di distacco. Dettagli che alla fine hanno fatto la differenza. Ma comunque un grandissimo duello. Non si sente neppure la mancanza di Hamilton che, poverino, ha lottato con i denti e le unghie per arrivare decimo. Eè andata meglio a baby Russell che ha chiuso al quinto postro a 32″540 dal vincitore. Lontanissimo davvero.

Per la cronaca la Ferrari ha 40 punti di vantaggio sulla Mercedes e 41 sulla Red Bull. Leclerc ne ha 20 su Sainz e 12 sul suo compagno di squadra. un inizio quasi perfetto…

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

3 commenti

  1. Ahi ahi! No miglior tempo in qualifica, no vittoria in gara. Già finito l’effetto ferrari? Non è che tra 4 o 5 gare il ns. Mr. Bean8 dovrà giustificare qualche defiance più grave?
    E la Mercedes in gara è meglio che in qualifica
    Strategia errata ma la macchina c’è. Non è certo quella dell’anno scorso che permetteva a Lewis di partire ultimo e arrivare primo ma non c’è quel ritardo così grave come nelle qualifiche. Ci sono ancor 21 gp. La strada è molto lunga e RB e Mercedes non stanno sicuramente a guardare.
    E pensare che i ferrartristi già credono di aver vinto il mondiale!
    Ah, l’ultima volta che le rosse hanno vinto il primo gp in coppia alla prima gara, poi hanno vinto il mondiale. Credeteci.

    1. 78 punti su 88. Parlano i numeri

  2. C’è chi dimentica da dove partiva la Ferrari negli ultimi due anni, a volte addirittura doppiata in gara. Direi che giocarsela fino in fondo al millesimo mi sembra un gran risultato, visto che si rifilano regolarmente decine di secondi a chi ha dominato dal 2014 al 2021. E comunque si può tranquillamente supporre che anche a Maranello non stanno a guardare, a meno che non si voglia pensare che ad alcuni sia aprioristicamente concesso di aggirare in danno degli altri costruttori i vincoli di spesa…

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