
Venerdì sera Ferrari scenderà in pista al Festival di Venezia. Dopo anni d’attesa il film di Michael Mann sulla vita di Enzo Ferrari è pronto. In Italia arriverà poi in sala a dicembre…
Il film a cui Mann aveva cominciato a pensare una ventina di anni fa non racconta tutta la storia di Ferrari (per quello dobbiamo aspettare la serie in arrivo), ma si concentra su un periodo particolare della vita del Drake. È l’estate del 1957. Enzo Ferrari (interptetato da Hugh Jackman) è in crisi. Una crisi personale e professionale. La sua azienda, fondata 10 anni prma, rischia di fallire. Il suo matrimonio con Laura (interpretata da Penelope Cruz) è in crisi dopo la morte del figlio Dino. Ferrari ha anche un altro figlio, avuto dalla relazione con Lina Lardi (Shailene Woodley), quel Piero che dovrà aspettare la morte della moglie del padre per essere totalmente riconosciuto e uscire allo scoperto anche in azienda.
E’ a stagione della Ferrari Primavera,la Ferrari dei giovani piloti. Ma anche la stagione della morte di De Portago alla Mille Miglia, con tutte le polemiche (e il processo) che ne coseguono. Una storia che è raccontata nei minimi dettagli dal libro di Luca Dal Monte “Presunto Colpevole” (https://topspeedblog.it/letture-per-lestate-non-solo-ferrari-anche-rachele-la-cura-dellauto/).
C’è anche un attore che ha fatto pure il pilota, Patrick Dempsey, che interpreta Piero Taruffi.
Mann che aveva cominciato a pensare al film su Ferrari per Robert De Niro, è regista e sceneggiatore di film di culto come Heat, L’ultimo dei Mohicani, Collateral, Nemico pubblico, Miami Vice, Ali, Thief, con tre nomination all’Oscar per Insider – Dietro la verità (miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale) e una come produttore di The Aviator (miglior film), oltre a due Emmy Award (The Jericho Mile, Drug Wars: The Camarena Story). Il film è statongirato in Italia attorno a Modena ed è basato sul romanzo di Brock Yates “Enzo Ferrari: The Man and The Machine” .
“Molto tempo prima di girare Ferrari, ho avuto l’opportunità di camminare nelle stanze della casa di Enzo. Vedere i suoi diari, conoscere le sue abitudini, meravigliarmi della carta da parati nella camera da letto in cui Laura ha trascorso gli ultimi anni della sua vita, fare delle domande al loro medico, incontrare la nipote di Lina, capire il suo modo di fare e la sua modernità, sedermi sulla poltrona da barbiere di Enzo, camminare sui marciapiedi del suo quartiere e abitarci, esplorare le luccicanti parti meccaniche di un motore Lampredi V12 e le sculture dei modelli da corsa degli anni Cinquanta. E, cosa più importante, interagire con il figlio di Enzo, Piero, da cui ho imparato e assorbito così tanto”, ha commentato Mann.
“Ho cercato di far rivivere le passioni e il fascino di Enzo, la sua arguzia pungente, la devastante perdita del figlio, le sfuriate teatrali, il bisogno di un rifugio emotivo, la tragedia, la monumentale scommessa su una singola gara e la lotta per la sopravvivenza: tutti elementi che sono entrati in collisione in quattro mesi del 1957”.
Si racconta di un film spettacolare anche se è ovviamente un prodotto per tutti, come Rush o il film su Le Mans in cui il lato umano prende il sopravvento su tutto. La consulenza di Piero dovrebbe dare una garanzia di autenticità della storia. Vedremo.


