Alonso vede Stroll campione del mondo. Ma Fernando, per favore… non sei un jukebox

“In Lance, il team ha un pilota super giovane, super talentuoso e con la possibilità di diventare Campione del Mondo. Vederlo raggiungere questo obiettivo e aver avuto un ruolo in questo, che sia al volante o meno, sarà speciale per me”. Parole (e musica) di Fernando Alonso. Tu metti il gettone (e che gettone) e lui canta quello che volete sentire. L’estratto arriva dal sito della Aston Martin, la sua nuova casa e il ragazzo super giovane, super talentuso che può diventare campione del mondo è Lance Stroll, il figlio di colui che gli versa lo stipendio.

Fernando continua così:

Quanto conosci il tuo nuovo compagno di squadra?

“Conosco Lance da 11 anni. Ci siamo conosciuti nel 2012 quando ero alla Ferrari, lui era alla Ferrari Academy. E conosco suo padre, Lawrence, da molti anni. È un mio grande amico. Sono stato a casa sua in Canada un paio di volte, praticando diversi sport e godendoci del tempo insieme”.

Quanto è sottovalutato Lance come pilota?

“Ha la velocità e ha il talento. Lo ha dimostrato molte volte, soprattutto in condizioni di bagnato. Ricordo la pole position di Lance in Turchia e alcune delle sue ottime prestazioni sul bagnato; per esibirsi a quel livello in condizioni difficili devi avere un feeling speciale con la macchina”.

Fernando Alonso è un grande pilota. L’ho sempre sostenuto. In gara ha un feeling shumacheriano per come sa leggere le situazioni. “Qualunque cosa tu faccia nella vita, devi avere questa competitività dentro di te, devi avere questa fame di essere il migliore”, ripete nell’inervista per sottolineare una volta di più che tipo è.

“Che si tratti di una gara, di una partita di tennis, di un gioco di carte o altro, si tratta di vincere. Si tratta di sfruttare i tuoi punti di forza e usare le debolezze del tuo avversario contro di loro. Se non riesco a batterli con il Piano A, passo al Piano B. Se il Piano B non funziona, vado al Piano C. Devo battere sempre chi mi sta davanti”.

Fernando dice un sacco di cose interessanti. Ma lo ricordo come uno senza peli sulla lingua, uno che se deve dire una cosa la dice senza pensarci. In quest’inervista invece si trasaforma in jukebox. Mister Stroll mette la moneta e lui incensa il pargolo che già l’anno scorso aveva perdonato dopo una manovra omicida… Ecco qui Fernando non mi piace più.

Certo se fosse stato più diplomatico in altre occasioni forse avrebbe vinto di più… Ma adesso mi pare esageri. Se poi vedremo Stroll campione del mondo gli chiederò scusa…

Ecco altre frasi di Fernando:

“Ci sono piloti che sono in una forma incredibile in questo momento e li rispetto tutti. Ogni pilota in griglia ha molto talento, ma anche io sono in quel gruppo e ognuno in quel gruppo ha diversi punti di forza e di debolezza. È il modo in cui usi quei punti di forza e di debolezza che ti distingue”

“Michael non ha avuto brutte giornate. Michael non ha mai sottoperformato. Questo è ciò che mi ha colpito di più quando sono arrivato in Formula 1 e soprattutto quando ho lottato con lui per il campionato”.

“In precedenza, in tutta la mia carriera e in diverse categorie, i miei rivali hanno avuto dei brutti giorni e quelli erano i giorni in cui avresti capitalizzato: avresti segnato molti più punti di loro. Con Michael, questo non è successo. Lui e la Ferrari sono stati imbattibili per la maggior parte del tempo, ma anche quando non avevano la macchina, le gomme o qualsiasi cosa funzionasse nella finestra giusta, Michael è comunque arrivato secondo o terzo”.

“Anche dopo una brutta sessione di prove libere o una brutta qualifica, domenica troveresti comunque Michael sul podio. Aveva questa tenacia, questa volontà di sfruttare ogni opportunità per ridurre al minimo i danni nei giorni brutti e massimizzare i giorni buoni. La sua determinazione era eccezionale”.

Ecco qui l’intervista originale https://www.astonmartinf1.com/en-GB/news/feature/undercut-fernando-alonso-i-am-ready

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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