Austin, istruzioni per l’uso della pista dell’ultima vittoria di Kimi

Diciannovesima gara di un Mondiale che ha ormai in Max Verstappen il suo re. Si corre per il campionato costruttori dove la Red Bull ha comunque 165 punti di vantaggio e la lotta più aperta è quella tra Ferrari e Mercedes per il secondo posto.

  • Dopo quello di maggio a Miami è il secondo appuntamento stagionale per la Formula 1 negli Usa: l’ultimo campionato con due GP negli Usa fu nel 1984 ma in quell’occasione le due gare furono messe una dopo l’altra in calendario e si gareggiò a Detroit e Dallas, su due tracciati cittadini realizzati per l’occasione. 
  • E’ la decoma gara che si corre ad Austin dove il re è Hamilton con 5 vittorie e dove Kimi nel 2018 ottenne l’ultima vittoria della sua carriera e l’ultima della Ferrari in Usa
  • Vedi https://topspeedblog.it/usagp-2018-lultima-vittoria-di-raikkonen/ oppure https://topspeedblog.it/raikkonen-is-back-la-ferrari-pure-vettel-non-ancora/
  • Su nove Gp quattro volte ha vinto chi partiva in pole. Non una statistica significativa.
  • Diverso il caso del Circuit of the Americas di Austin che secondo i tecnici Brembo rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3, lo stesso del Miami International Autodrome. ​
  • Al Circuit of the Americas i piloti Formula 1 utilizzano i freni ben 12 volte, per poco più di 17 secondi e mezzo al giro. La MotoGP, complice la minore velocità raggiunta nei curvoni, se ne serve invece 10 volte al giro ma per complessivi 37 secondi. 
  • Dalla partenza alla bandiera a scacchi ciascun pilota dovrebbe esercitare un carico totale di 64 tonnellate e mezzo sul pedale del freno. Fanno impressione i 141 kg alla curva 11 e i 136 kg alla curva 12, necessari per perdere entrambe le volte oltre 200 km/h grazie ad un uso dei freni compreso tra 2,3 e 3 secondi. ​ ​
  • Delle 12 frenate del GP Usa 4 sono considerate altamente impegnative per i freni, 3 sono mediamente impegnative e le restanti 5 sono light. 
  • La più dura è quella alla prima curva con le monoposto che passano da 313 km/h a 101 km/h in 2,31 secondi durante i quali percorrono 114 metri. I piloti sono soggetti a 4,7 g di decelerazione ed esercitano ad un carico sul pedale di 141 kg. ​​
  • In Texas sono state nominate le tre mescole centrali: C2 come P Zero White hard, C3 come P Zero Yellow medium e C4 come P Zero Red soft.
  • Le irregolarità del tracciato texano potrebbero rendere necessaria una maggiore altezza dal suolo del fondo delle vetture, condizionando così le performance aerodinamiche. I team dovranno quindi analizzare attentamente i dati raccolti, per trovare il migliore assetto possibile.
  • Nel 2021, le scuderie hanno scelto una strategia a due soste ma quest’anno le cose potrebbero non andare in questa direzione, considerati gli pneumatici completamente diversi, il meteo e le nuove variabili in pista.
  • Come annunciato in Giappone, la seconda sessione di prove libere sarà estesa fino a 90 minuti al fine di testare alcuni prototipi di pneumatici da asciutto per il 2023 e preparare così le mescole per il prossimo anno, propedeutiche alle versioni definitive che i team testeranno dopo il Gran Premio di Abu Dhabi: Pirelli stabilisce i run plan della FP2, interamente dedicata ai test degli pneumatici.
  • Le scuderie che impiegheranno un young driver in FP1, potranno proseguire il proprio programma per  una prima parte della seconda sessione, per poi concentrarsi sui test degli pneumatici nel restante tempo.
  • Gli pneumatici prototipo potranno essere facilmente riconosciuti perché non avranno bande colorate sul fianco.

Consigli per video giocatori

Una staccata in salita può sembrare più semplice di una in discesa, ma il rischio è di frenare troppo presto. Per affrontar la prima curva di Austin in maniera corretta bisogna dare un’occhiata al lato sinistro della pista: vedrete un maxischermo perpendicolare alla pista. Una volta raggiunto ci si attacca ai freni e si scalano almeno 4 marce. Dopo un paio di secondi si impugna lo sterzo e, quasi alla cieca, si gira a sinistra. È meglio evitare il cordolo interno per non scomporre la monoposto e poter riaprire il gas senza problemi.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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