Benvenuti a Miami pista da oltre 326 km/h con 4 sole frenate

La Formula 1 torna in Florida dopo un’assenza di 63 anni: nel 1959 si corse a Sebring, su un tracciato ricavato in ex aerodromo militare contrassegnato da tantissime curve a gomito, dove abitualmente si corre la 12 ore. Quest’anno si gareggia su una pista cittadina velocissima, il Miami International Autodrome, situato nel complesso dell’Hard Rock Stadium di Miami Gardens che ha ospitato 6 edizioni del Super Bowl, l’ultima nel 2020.

Istruzioni per l’uso del Miami International

  • Si tratta di un circuito cittadino da 5,41 km con tre rettilinei e 19 curve, ma dotato di diverse variazioni altimetriche, specie tra le curve 13 e 16. Secondo i tecnici Brembo il Miami International Autodrome rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3, identico all’altra pista statunitense, il Circuit of the Americas. ​
  • Le velocità massime previste dovrebbero toccare i 320 km/h con una media di circa 223 km/h e piloti a gas aperto per circa il 58% del giro. Le curve 11 e 17 costituiscono le due principali opportunità di sorpasso, con tre zone DRS.
  • Pur avendo 19 curve, il Miami International Autodrome richiede ai piloti di Formula 1 l’utilizzo dei freni in solamente 4 punti. Manco a dirlo è il valore più basso del campionato, inferiore alle 6 frenate di Montreal, Monza e Abu Dhabi. Da record sono anche gli 8,3 secondi al giro di funzionamento dell’impianto frenante, anche se a Melbourne sono stati soltanto 7 decimi in più. 
  • 3 delle 4 frenate della pista della Florida sono però veramente impegnative: in quelle sezioni la riduzione di velocità supera i 200 km/h, lo spazio di frenata i 115 metri e il tempo di frenata i 2,4 secondi. Un caso a parte è la frenata alla curva 4 con valori veramente modesti per ciascuna di queste variabili, inclusa la decelerazione, appena 2,3 g. ​
  • Delle 4 frenate del GP Miami 3 sono considerate altamente impegnative per i freni e la restante è light. 
  • La più dura per l’impianto frenante è curva 17 perché le monoposto vi arrivano al termine di un rettilineo di circa 1,3 km. Le auto passano da 326 km/h a 77 km/h in appena 2,8 secondi durante i quali percorrono 131 metri mentre i piloti sono soggetti a 4,6 g di decelerazione. ​
  • Per il debutto assoluto dell’attesissimo circuito cittadino di Miami, Pirelli ha scelto le tre mescole centrali della gamma: C2 come P Zero White hard, C3 come P Zero Yellow medium e C4 come P Zero Red soft. Questa è anche la nomination più utilizzata nel corso della stagione oltre che quella più versatile.
  • Poiché l’undicesima sede ad ospitare un gran premio negli Stati Uniti è una novità assoluta per tutti, Pirelli ha dovuto fare affidamento sui dati delle simulazioni per scegliere la nomination mescole. Le informazioni in possesso di Pirelli indicano che le mescole centrali della gamma saranno le più adatte per affrontare i 57 giri di gara, con un’asfalto liscio che offre un buon grip e forze al lavoro sui pneumatici nella media.
  • È probabile che l’asfalto nuovo di zecca porti a un alto grado di evoluzione della pista, soprattutto all’inizio del fine settimana, con il Porsche Challenge e la W Series come eventi di supporto. Il meteo potrebbe essere imprevedibile: in questo periodo dell’anno le temperature del’aria si aggirano sui 20 gradi ma c’è un rischio piuttosto elevato di pioggia e vento sulla costa della Florida.
  • Nel football americano i quarter back lanciano il pallone ad un massimo di 100 km/h. Non molti rispetto ai 160 km/h che sono in grado di raggiungere i Monster Truck che hanno corso in questo impianto dal 2002 al 2015. Ancora più spedite viaggiano le palline da tennis del Miami Open che si disputa qui dal 2019: oltre 250 km/h. ​

Mario Isola: occhio alle gomme sul lato destro

“C’è molta attesa per il primo Gran Premio di Miami, che presenta una pista per alcuni versi simile a quella di Jeddah, anche se ci sono alcune parti più lente e più tecniche rispetto al tracciato dell’Arabia Saudita: in particolare la sezione compresa tra le curve 11 e 16. Il resto della pista, che si percorre in senso antiorario, è molto veloce e mette alla prova soprattutto i pneumatici montati sul lato destro della monoposto. Ci aspettiamo la solita rapida evoluzione della pista e una superficie liscia con il nuovo asfalto, ma la pista è stata lavata con getti d’acqua ad alta pressione quindi dovrebbe offrire un buon livello di grip sin dall’inizio. Dato che si tratta di una pista veloce, è probabile che le vetture utilizzino un assetto con carico aerodinamico medio-basso e questo potrebbe generare un po’ di scivolamento nelle curve ad alta velocità, in particolare se si utilizzano le mescole dure. Quando dobbiamo affrontare un nuovo tracciato la nostra scelta tende sempre ad essere un po’ prudente, quindi sarà interessante confrontare le simulazioni con i dati reali che ricaveremo”.

La gara su Sky alle 21.30, qualifiche alle 22. Race Anatomy alle 00.45

Il GP di Miami sarà trasmesso anche su Sky Sport 4K oltre che su Sky Sport F1, Sky Sport 1 e in streaming su NOW.

Gara in programma domenica 8 alle ore 21.30, raccontata da Carlo Vanzini e Marc Gené, con le incursioni dell’insider Roberto Chinchero.

Giovedì da non perdere lo speciale “F1 New Era”: Il CEO della F1 Stefano Domenicali in una chiacchierata con Carlo Vanzini racconta le sfide della stagione 2022 e gli scenari della Formula 1 del futuro.

Venerdì alle 19, appuntamento con Giorgio Porrà e “L’Uomo della domenica”, dedicato a Gilles Villeneuve – “L’Aviatore”.

Sabato qualifiche alle 22- Domenica Race Anatomy a mezzanotte e 45….. Restate svegli….

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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