Binotto: mai più una #Ferrari così

Non deve essere semplice e simpatico ritrovarsi tutto solo sul banco degli imputati. Questa deve essere stata la sensazione provata da Mattia Binotto mentre saliva sull’aereo che lo ha riportato in Italia.

Invece di avere una camicia fradicia di champagne ne aveva una bagnata dalle lacrime. Ma Mattia non è un tipo che si spezza e il suo primo messaggio alla nazione è stato chiaro: “Quello che è accaduto questo weekend deve rimanere un’eccezione in tutta la stagione”, ha detto dopo la gara ai colleghi presenti in Australia.

“Le condizioni ad Albert Park sono indubbiamente diverse rispetto a Barcellona. A Melbourne l’asfalto è irregolare, c’è molto più vento e le temperature sono parecchio più alte. Ci sono dei fattori esterni che possono avere influenzato le prestazioni della nostra monoposto, ma come ha detto Toto, che sembra ben informato, non abbiamo trovato la finestra giusta, se possiamo definirla una finestra, o in altre parole il giusto bilanciamento della macchina”.

Binotto si difende, ma ci sono dei dati davvero inquietanti:

  • – 0″704 in qualifica
  • – 57″109 in gara
  • – 19 km/h rispetto a Gasly sulla finish line (310,2 contro 291,2)
  • – 16,2 km/h alla speed strap (321,9 contro i 303,7)

“Non abbiamo ancora compreso completamente i problemi che abbiamo accusato, è un lavoro che ci attende nei prossimi giorni. Ma sono abbastanza sicuro che il potenziale della SF90 sia certamente maggiore di quello che abbiamo visto nel primo weekend, ma non siamo stati in grado di sfruttarlo”.

“Seb ha faticato di più quando ha montato le gomme medie, non aveva il grip che si aspettava. Per questo motivo è stato attaccato da Verstappen, perdendo una posizione. Quando Charles è arrivato alle sue spalle, abbiamo deciso di non correre rischi. Non stavamo combattendo per la vittoria, e per come si era messa la gara a quel punto l’unico obiettivo era portare a casa dei punti”.

“Le velocità massime sono state più basse rispetto agli avversari. È un dato che dobbiamo ancora analizzare. In generale non abbiamo trovato il grip che ci aspettavamo e non avevamo il giusto setup. Quando sei in queste condizioni in curva fai fatica, e non esci come dovresti, ma è ancora prematuro dare un parere definitivo su questo fronte”.

“Non trovare il bilanciamento della vettura è stato un problema inatteso. Speri sempre di migliorare il comportamento della monoposto durante il weekend, sessione dopo sessione, ma qui non è successo. Perché? Dobbiamo analizzare tutti i dati, oggi non abbiamo una risposta. Quello che è accaduto questo weekend deve rimanere un’eccezione in tutta la stagione, e diventare una lezione che ci aiuterà a crescere. Quando identificheremo il problema, ne verremo fuori più forti”.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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