Buon compleanno Ayrton, sarebbero 63

Buon compleanno Ayrton. Oggi sarebbero 63. Sara’ perché ho appena rivisto il docufilm Senna per rinfrescarmi un po’ la memoria, ma oggi mi e’ venuta voglia di scriverne.

Chissà che penserebbe Ayrton della Formula1 di oggi. Gli piacerebbero tutti questi circuiti cittadini. Lui che è il re di Monaco chissà come si divertirebbe a Gedda, Baku, Miami, Las Vegas e chissà quanti altri ne verranno.

Certo si divertirebbe se potesse guidare una Red Bull perché anche un Senna non potrebbe salvare Ferrari o Mercedes. Con Adrian Newey si troverebbe bene anche perché oggi hanno posto dei limiti alla sua idea di auto strettissime dove il pilota doveva trattenere il respiro come ci ricorda sempre Ivan Capelli.

Certo a 63 anni neppure Alonso sarà a cura in pista quindi non ha senso immaginate un Senna pilota. Magari sarebbe al box della Ferrari a fare il Lauda. Perché Ayrton avrebbe chiuso la carriera a Maranello e poi sarebbe rimasto a fare il testimonial di quelle auto che amava e di cui ben conosceva l’importanza.

Magari avrebbe fatto un suo team per dare una chance ai piloti brasiliani che oggi ci mancano tanto. Avrebbe lavorato per favorire la carriera di qualche suo compatriota. I finanziamenti li avrebbe trovati. Ma lui sarebbe stato in grado di insegnare agli altri? Non sempre gli uomini di grande talento lo sanno fare. Lauda è stato un fenomeno anche in questo. Prost meno anche se alla fine il suo team ha chiuso per colpe non sue. Stewart è’ stato bravissimo a promuovere se stesso e i brand a cui e’ legato ma alla fine non ha fatto crescere nessun erede. Niki invece è’ stato fondamentale nella crescita e nelle scelte di Hamilton. Anche se non hanno mai avuto nulla in comune si può rivedere in Hamilton l’eredità Lauda.

Credo c’è Senna avrebbe potuto provarci. Prendersi un giovane sotto l’ala protettrice e farlo crescere facendo le scelte giuste, trovando le strade più ricche…

Chissà! Intanto buon compleanno!

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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