Canada: Hamilton si può fermare?

CanadianGp Montreal Villeneuve
Montreal circuito Villeneuve

Il duello Hamilton Vettel ricomincia da casa Villeneuve al #CanadianGp. La Formula1 torna in pista in Canada in una gara che negli ultimi tre anni è stata territorio di caccia privata di Lewis Hamilton e su un tracciato dove la  Red Bull dovrebbe patire dal punto di vista del motore e quindi non essere protagonista come a Montecarlo

Il Gran Premio del Canada è uno dei più tormentati dal clima, dalle Safety Car (12 degli ultimi 20 l’hanno vista in azione) e dal famosissimo muro dei campioni, quello che anche se un po’ spostato lo scorso anno, ha visto negli anni schiantarsi tutti i migliori. vedi i video

Hamilton CanadianGp
Hamilton festeggia in Canada

La settima gara della stagione arriva dopo che Vettel, Hamilton e Ricciardo si sono divisi il bottino con 2 successi a testa, ma con l’inglese in testa al mondale (+14) su una pista dove da tre anni conquista pole e vittoria e dove ha vinto 6 volte negli ultimi 10 anni. E’ una delle sue piste preferite, un circuito dove se dovesse centrare la prima fila andrebbe a pareggiare uno dei record di Schumi (10 volte in prima fila a Suzuka). Se ci aggiungiamo che anche Bottas non scende dal podio canadese da tre anni (e nel 2016 era ancora in Williams…) ecco completa appare il fantasma che appare nei sogni dei ferraristi. Due Mercedes davanti. Due Mercedes difficili da battere. Ma con una speranza: la Mercedes ha rinviato al Gp di Francia l’introduzione del nuovo motore. “Quality issue” ha detto Toto Wolff dopo che ne aveva già annunciato il debutto in Canada. Una chance per la Ferrari per attaccare…

Per la Ferrari non sarà comunque un weekend semplice. Anche se Maranello il suo motore evoluto e fresco lo metterà in gioco, ma a Montreal non vince dai tempi gloriosi di Michael Schumacher nel 2004, c’è un piccolo tabù da far saltare insomma. Il sito ufficiale Ferrari F1 Vettel ci ha vinto una volta con la RedBull (2013), Raikkonen con la McLaren (2006). Non è insomma neppure una pista che piace tanto ai due piloti.

Un anno fa il CanadianGp fu il punto di svolta per la Mercedes che arrivava a Montreal con 25 punti da recuperare e se ne tornò a casa con solo 12 lunghezze da recuperare a Vettel.  Fu la prima di quattro vittorie di fila delle Frecce d’argento (3 Hamilton, 1 Bottas). Per la Ferrari è un weekend da mal di testa, con l’aggiunta della complessità legata alla scelta delle gomme visto che in gioco ci saranno anche le Hypersoft che a Monaco non sono piaciute molto… ma quel vantaggio di motore può dare una mano insperata

La risposta alla domanda del titolo può quindi diventare affermativa. Sì la Ferrari ha la grande chance… grazie ai guai motoristici Mercedes…

La pista vista dai freni…

L’analisi della pista di Brembo:

Delle 7 frenate del Circuit Gilles-Villeneuve ben 5 sono classificate come impegnative per i freni, 1 sono di media difficoltà e 1 è light.

La più critica è alla curva 8 Le monoposto arrivano a 297 km/h e frenano per 1,66 secondi per scendere a 138 km/h: ci riescono in soli 97 metri, una trentina in più di un campo di hockey su ghiaccio. Eccezionale lo sforzo richiesto ai piloti: 149 kg di carico sul pedale del freno e 4,9 g di decelerazione.

Molto dura anche la frenata all’ultima curva, cioè la chicane che precede il famoso “muro dei campioni” dove il controllo in ingresso curva è fondamentale per evitare di saltare sul cordolo perché la velocità crolla da 313 km/h a 153 km/h in 98 metri e 1,59 secondi. In questa curva un ottimo feeling con il freno può fare la differenza fra un buon tempo e la collisione.

Il carico sul pedale è di 145 kg mentre la decelerazione tocca i 4,8 g, un valore superiore al valore che dovranno affrontare i primi astronauti nel momento di un eventuale sbarco su Marte.

In termini di spazio di frenata è inarrivabile la curva 10, una delle più utilizzate della pista per i sorpassi: le monoposto impiegano 126 metri per passare da 285 km/h a 70 km/h in soli 2,44 secondi.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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